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La lanterna del sindacato e
il caso Multiservizi a Bari

Antonio V. Gelormini

Da tempo le performance sindacali continuano a testimoniare ed evidenziare una sorta di scollamento dal sentire comune, nonché di discutibile sintonia  - da parte delle loro stesse classi dirigenti - con la percezione larga della situazione generale nel mondo del lavoro e non solo.

cisl sp
 

La sensazione che le battaglie intraprese e condotte - spesso anche in pervicace ostinazione - perseguano la salvaguardia "a riccio" dell'esistente, anzichè l'apertura coraggiosa di varchi possibili all'innovazione rivendicativa, è piuttosto diffusa.

Sarà pure come afferma Dario Di Vico, dalle colonne del Corriere, che "Non sarà il welfare aziendale a far morire il sindacato e le relazioni sindacali", ma sta di fatto che il corposo capitolo dedicato al welfare aziendale, per esempio, sta sfuggendo di mano, lentamente e inesorabilmente, alle diverse piattaforme rivendicative del sindacato, che - tradizionalmente - ha sempre avuto una grande attenzione al welfare integrativo. Concessioni o elargizioni, su cui non si pagano tasse e contributi (quindi più sostanziose), che vanno incontro a bisogni immediati dei lavoratori. Per cui, sono immediatamente percepiti ben al di là del doppio valore - formale e intrinseco - evidentemente rappresentato.

giardinieri
 

Cresce la distanza tra sindacato e giovani generazioni, e non solo perchè sono pochi i giovani che entrano nel mondo del lavoro: peraltro con contratti precari che, a loro volta, tendono ad evitare "situazioni sindacalizzate". Palese la carenza di strategie e una sorta di incapacità alla lungimiranza, forse la criticità maggiore per il sindacato. Imbarazzante, poi, rilevare che il mondo corre ai ritrmi della fibra ottica, mentre il sindacato sembra arrancare, travolto dal circolo vizioso dove la fatica sembra accentuare la mancanza di lucidità nell'intetrpretare, prima ancora che intercettare, "il nuovo che è già avanti":

La vicenda che ha visto contrapposti a Bari, davanti al Giudice del Lavoro, la società Multiservizi (una municipalizzata) e il suo presidente, Giacomo Olivieri, alla CISL - per l'assunzione di alcuni giardinieri - non è che la ri-conferma del gap e un'ulteriore sconfitta per la spinta propositiva che le organizzazioni dei lavoratori dovrebbero espletare.

Bloccare la decisione dell'azienda di ricorrere ad assunzioni interinali, per necessità momentanee di servizi di giardinaggio, e pretendere assunzioni a tempo indeterminato - facendo ricorso a graduatorie scadute e poi prorogate di concorso per generici custodi - si è rilvelata, ancora una volta, una battaglia di retroguardia. Che se in un primo momento ha trovato il supporto favorevole di una prima sentenza, si è poi scontrata con la pronuncia "collegiale" dello stesso Tribunale, la cui ordinanza sancisce in via definitiva l'inadeguatezza dell'azione di ricorso e la fondatezza di quella operata dalla Multiservizi. In pratica, confermando che l'esigenza di giardinieri temporanei non poteva essere soddisfatta con l'assunzione di custodi polifunzionali.

Soddisfatto l'avvocato Francesco Ranieri che, per conto dell'azienda barese, ha portato avanti l'azione di reclamo alla prima sentenza del Giudice del Lavoro, coinvolgendo il Collegio della sezione Lavoro del Tribunale di Bari. Ma ancora di più lo è il presidente della Multiservizi, Giacomo Olivieri, che "vede riconusciuta - con formale e definitivo atto giudiziario - la correttezza delle decisioni a suo tempo prese nell'interesse generale e nel quadro complessivo di una corretta amministrazione del servizio pubblico".

(gelormini@affaritaliani.it)