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La Puglia esperienziale nella modernità di sedimenti antichi
L’eleganza rupestre di Tenuta Terre di San Vito, per vivere l’esperienza Puglia nelle sue molteplici declinazioni mediterranee.
Assecondare i ritmi lenti delle maturazioni, valorizzando le radici meridiane delle coltivazioni, e condividendo l’emozione dell’esperienza: attraverso un ventaglio di sensazioni uniche, nella moderna dimensione del coinvolgimento a tutto campo delle più personali facoltà percettive.
Tenuta Terre di San Vito, in contrada Rascinuso alle porte della suggestiva Polignano a Mare, si estende per circa 43 ettari tra uliveti secolari, filari di vigneti blasonati e aree destinate alla “pastlnaca di Polignano”, l’antica carota dai colori naturali - prima che gli olandesi le dessero la rinomata tonalità arancione - straordinaria testimonianza della biodiversità locale, e oggi anche Presidio Slow Food.
Spettacolare l’accoglienza in azienda, che apre letteralmente le sue porte su un contesto naturale affascinante e ricco di profumi e colori, con il capo-famiglia, Francesco De Napoli, alle prese con la selezione di semi vari, circondato da un carosello rupestre di zucche e serti di pomodori appesi, a cui il sole di Puglia regala una luminosità senza eguali. Una sorta di tableau vivant di Domenico Cantatore, dalle pennellate accese dai riverberi salmastri e dai tratti dolcemente moderni dei suoi protagonisti.
Qui, la sperimentazione e le contaminazioni autoctone provano a tener testa alle strutture cafone più blasonale dei vitigni tipici pugliesi. Qui, il blend equilibrato degli EVO - da padri nobili ‘eccellenti e secolari’ - è custodito e proposto nelle piccole e graziose giare artistiche di Terlizzi, prima di esaltarsi nell’incontro dei pani di Altamura, di Laterza e di Triggiano o in quello col girotondo delle friselle salentine.
Qui, i vasetti di sott’olio e le confetture più tipiche diventano piccoli scrigni di sapori, profumi e narrazioni silenti, autentici tesori della natura, conservati nel sedimento rugoso e amorevole della più identitaria tradizione contadina. Qui, il tarallo di Palo del Colle è la catena originale, a cui affidare la sicurezza del responso, dopo lo stappo, il roteare dei calici e il brindisi beneaugurante con i capolavori affinati e maturati nelle cavità ricche di sedimenti, storia ed antiche energie.
Qui si rinnova il legame ancestrale con la terra, nel passaggio generazionale che da Gianluca e Lauretta arriva a Giovanni, Giacomo, Elena, facendo ponte su Francesco e donna Lucia. Una liturgia laica dai riti rigorosamente "manuali": perchè l'incedere lento della natura produce frutti "a mano a mano". Una filosofia artigiana, che da sempre modella e accompagna ogni prodotto, seguendo i canoni dell'agricoltura e utilizzando gli strumenti dell'innovazione, per penetrare i mercati più esigenti e più redditizi.
Un angolo di Puglia, dove i rintocchi di una cappella rupestre scandiscono i ritmi quotidiani di una passione attenta e paziente, elegante e spontanea, per rendere particolarmente unico lo spirito d’accoglienza e decisamente ambizioso lo sguardo verso quell’orizzonte largo, che si distende lungo quella frontiera impalpabile e apparentemente irraggiungibile: passato e futuro di radici senza confini!
(gelormini@gmail.com)
*Video e photo a cura di Arcangelo Pellegrino