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Lacarra (Pd) vs. D'Anna (Ala): 'Tolleranza e rispetto, baluardi di democrazia'
"Le donne lo devono pensare che c'è gente in giro che può fargli del male. Le donne hanno un appeal che è diverso dagli uomini, potrei parlare degli ormoni, dell'aggressività. Certe volte un tipo di abbigliamento, un tipo di contesto, fa pensare a dei soggetti che siano una manifestazione di disponibilità da parte della donna. Serve un poco di buonsenso, un poco di cautela alle donne non farebbe male. Non è una manifestazione di inferiorità. Io alle tre di mattina sconsiglierei a mia figlia di camminare in una periferia da sola, peggio ancora se è vestita in maniera disinvolta", queste le dichiarazioni del senatore Vincenzo D'Anna (Ala) ai microfoni di Radio Cusano Campus, che hanno scatenato reazioni e censure immediate.
"Sono abbastanza vecchio per ricordarmi donne più accorte", ha aggiunto D'Anna, "Una donna aggredita da un cingalese alle tre di mattina un tempo non ci sarebbe mai stata. La donna porta con sé l'idea del corpo, l'idea della preda. Se si trova in una zona di periferia, sola in mezzo alla strada, può anche essere oggetto di un'aggressione".
"Non giustifico gli stupratori - ha proseguito spiegando il senatore - gli darei 30 anni di carcere, ma serve attenzione e cautela da parte delle donne. Se cammina un uomo solo alle tre di notte non gli succede niente, se cammina una bella ragazza, magari vestita in modo provocante, e si trova in determinati ambienti, si espone. Qui tutti vogliono fare tutto. Io non sono un maschilista, ma il corpo della donna è oggetto e fonte di desiderio da parte dell'uomo. È un istinto, sarà primordiale, sarà ancestrale, quello che volete. Molte volte servirebbe un minimo di cautela".
“Mi lasciano interdetto le dichiarazioni del senatore D’Anna riguardo i recenti fatti di cronaca su abusi sessuali subiti dalle donne. Trovo le sue parole intrise di vecchi retaggi culturali che consideravano la donna una proprietà e la relegavano ad un mero ruolo di oggetto di piacere", ha commentato Marco Lacarra, Segretario regionale del Partito Democratico della Puglia.
"Con un colpo di spugna, il senatore, ha cancellato più di cinquant’anni di storia di emancipazione femminile - ha aggiunto Lacarra - e vanificato anni di lotte per superare discriminazioni e pregiudizi”.
“Un rappresentante delle istituzioni, qual è il senatore D’Anna - ha quindi proseguito Lacarra - dovrebbe lasciare anche agli altri la possibilità di esternare la propria opinione ed eventualmente, anche di dissentire. Il valore della tolleranza e il rispetto reciproco sono baluardi di democrazia e civiltà".
"Dire che ‘non è un caso che i suoi principali detrattori siano lesbiche, omosessuali e politici di sinistra’ non fa onore ad un senatore della Repubblica", ha sottolineato il segretario pugliese del PD, "né tantomeno definire le donne ‘pecore belanti che pensano di ululare’. Esprimo vicinanza e solidarietà alla collega di partito Elvira Tarsitano e alle sue colleghe biologhe oggetto in queste ore di invettiva da parte del senatore. Per il futuro faccio appello al suo buon senso”.
Dal profilo Facebook di Elvira Tarsitano (biologa), infatti, era partita la censura alle dichiarazioni del senatore D'Anna: "Noi, Biologhe Italiane, riteniamo le parole espresse oggi dal Senatore Vincenzo D'Anna in merito ai recenti, terribili, fatti di cronaca riferiti a episodi di stupro, deplorevoli e gravissime. L'incarico istituzionale dello stesso e la sua candidatura alla presidenza dell'Ordine Nazionale dei Biologi le rendono, se possibile, ancora più gravi. Ci dissociamo fermamente da questa mentalità retrograda ed espressione di un maschilismo della peggior fattispecie che tende ad attribuire alla vittima di stupro parte della responsabilità di ciò che ha dovuto subire".
"Il Senatore D'Anna - continua la nota postata - è come noi iscritto all'Ordine Nazionale dei Biologi, e le sue esternazioni rischiano inoltre di gettare discredito su tutta la nostra categoria. Anche per questo motivo, decidiamo di alzare le nostre voci per condannarle con forza".
"L'Ordine Nazionale dei Biologi conta circa 50 mila iscritti al suo attivo - precisa Tarsitano - il 70% dei quali sono donne. Donne di tutte le età che hanno studiato, hanno intrapreso una carriera, hanno fatto a pugni e fanno ogni giorno a pugni con tutte le difficoltà che questa società di oggi presenta. Donne lavoratrici, ma anche mogli, mamme, figlie, sorelle, nonne".
"Dopo 50 anni dalla sua fondazione l'Ordine dei Biologi rischia di essere gestito da un uomo che disprezza il 70% delle persone che ne fanno parte. Ma il senatore non è nuovo a vicende del genere: - ricorda la biologa pugliese - nell'ottobre del 2015 aveva già ricevuto 5 giorni di sospensione dal suo ruolo di parlamentare per gesti sessisti nei confronti della senatrice Barbara Lezzi durante una seduta in Senato".
"Noi Biologhe, lavoratrici e studentesse, ma soprattutto noi Donne - conclude il post - ci dissociamo totalmente da quest'uomo, in quanto non lo riteniamo degno di rappresentare la nostra categoria professionale né tantomeno vogliamo che rappresenti noi come popolo in Parlamento".
(gelormini@affaritaliani.it)