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Lamorgese, Emiliano e Decaro firmano il Patto per la Sicurezza Urbana
In Prefettura a Bari firmato “Patto per l'attuazione della sicurezza urbana e per la promozione e attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata"
Il “Patto per l'attuazione della sicurezza urbana e per la promozione e attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata” è stato firmato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e dal sindaco di Bari Antonio Decaro. All’incontro in Prefettura, a Bari, ha partecipato anche il vicepresidente Antonio Nunziante.
Il ministro Lamorgese ha spiegato che "Il Patto sottoscritto si inserisce nella cornice della sicurezza percepita, perché è quello che ci dice come organizzare, come dare un segnale concreto al cittadino, con sistemi di migliore collocazione delle videosorveglianze". A Bari, delle 500 telecamere previste, 200 sono già attive e altre 300 in via di collocazione e attivazione.
"In questo patto per la sicurezza - ha aggiunto il ministro - vengono affrontati non soltanto il problema delle videosorveglianze, ma anche quello della movida, di rendere i territori più seguiti perché i cittadini vogliono vedere le forze di polizia in campo, vogliono vedere le divise. Con il capo della Polizia abbiamo previsto che nel prossimo anno ci sarà un leggero incremento di forze di polizia perché ci sarà una rimodulazione. Attualmente Bari ha anche la questura di Barletta, Andria e Trani, invece il prossimo anno sarà costituita quella Questura".
"La situazione che è stata rappresentata dal procuratore, dal sindaco e dalle forze di polizia, è di impegno di una squadra Stato su tante tematiche, che hanno dato risultati notevoli: è diminuito il tasso di criminalità, la Puglia è al decimo posto, la città metropolitana di Bari, nei primi mesi del 2019 ha un -13,9% rispetto allo stesso periodo del 2018".
"Bari - ha concluso il ministro Lamorgese - ha avuto negli anni un miglioramento assoluto della sicurezza della città. Il turismo si è ormai affermato, ci sono stati e ci saranno anche l'anno prossimo eventi importanti. Bari si sta sempre più affermando con una città del Sud che può dare tanto alla collettività e quindi di cui l’Italia ha bisogno".
Rispondendo alla richiesta del sindaco di Bari, Antonio Decaro, affinché i beni confiscati ai mafiosi vengano messi a disposizione del luogo in cui il proprietario del bene stesso ha creato problemi e quindi, riutilizzati, Luciana Lamorgese ha precisato: "In relazione a quello che mi ha chiesto il sindaco Decaro di riutilizzare i fondi, quando vengono venduti i beni confiscati, nella sede in cui si trova il bene, ho detto che tante volte succede, in altre realtà territoriali, che quando i beni vengono confiscati e assegnati alle amministrazioni locali non sempre vengono utilizzati al meglio e casomai vanno in malora".
"Questo - ha aggiunto il ministro riferendosi a villa Artemisia, l’ex dimora confiscata ad un mafioso e restituita oggi alla collettività - è un esempio virtuoso, di come esattamente la finalità viene raggiunta. Un bene utilizzato dalla mafia per traffico di sostanze stupefacenti viene utilizzato per immettere nel lavoro dei giovani tra i 18 e i 21 anni: attività più meritevole di questa non c'è perché va ad incidere sulla vita delle persone. Questo - ha chiosato - è un simbolo e credo che i baresi e i pugliesi debbano venire da Artemisia per dare forza ad un progetto ottimo di rivalutazione sociale di un bene".
Rivolgendosi, poi, alla prefetta uscente di Bari, Marilisa Magno, in apertura dei lavori del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza del capo della Polizia, Franco Gabrielli, del sindaco Antonio Decaro e del procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, oltre ai vertici locali delle forze dell’ordine, il ministro ha detto: "Colgo l’occasione per ringraziarla per tutta l’attività che ha posto in essere, del grande impegno per tutta la sua carriera, che l’ha vista impegnata su vari fronti e di questo dobbiamo rendere onore al Prefetto e augurarle un percorso di vita personale che le dia soddisfazioni, e sicuramente sarà così, perché nel frattempo ha ovviamente avuto l’opportunità di conoscere anche altri ambienti. So che cercherà di rimanere anche su Bari, quindi questo vuol dire che l’avete fatta sentire a casa e che questa è una città accogliente".
E a margine dell'incontro, sulla situazione nel foggiano, il ministro ha dichiarato: "Abbiamo in programma il Comitato a Foggia, dovrebbe essere già stata stabilita la data. Lo faremo unitamente alla ministra Teresa Bellanova, alla quale ho chiesto di partecipare per il problema anche del caporalato. Sappiamo bene che la situazione è complessa e quindi il Comitato sarà nei prossimi giorni".
Anche sulla questione migranti, dopo la concessione del porto di sbarco da parte del Viminale alla Open Arms e alla Aita Mari, Luciana Lamorgese ha tenuto a precisare: "In questi ultimi sbarchi si è verificata una cosa mai accaduta prima: prima era l’Italia che faceva la richiesta di redistribuzione in Europa dei migranti che arrivavano, questa volta è stata la Germania a farla, in base al preaccordo di La Valletta".
"E' la prima volta che si verifica - ha ribadito Lamorgese, rispondendo alle domande dei giornalisti - io ne sono lieta perché vuol dire che l’attività che stiamo portando avanti da due mesi mezzo-tre sta avendo i suoi effetti. Certo non è che questo risolva il problema, però secondo me è un segnale molto importante che l'Europa sta dando".
"Il problema dell’immigrazione - ha proseguito - non si risolve da un giorno all’altro. Bisogna avere una visione e la mia visione è quella di un’Europa unita e solidale, che affronta insieme un problema complesso e strutturale. Il senso dell’Europa è questo e credo che lentamente e a piccoli passi ci arriveremo". «Certamente - ha aggiunto - il problema dell’immigrazione è un problema serio che va affrontato con l’Europa, al di là dei toni propagandistici o di polemica politica, su cui non intendo assolutamente entrare, e su questo stiamo lavorando molto". E sulla concessione del porto di Taranto alla Open Arms, il ministro ha sottolineato che la decisione è stata presa poiché la nave "era nelle nostre acque e soprattutto perché c'era un mare molto mosso. Quindi alla fine era giusto così".
“Il nostro modello di sicurezza - ha sottolineato il presidente Michele Emiliano - è basato su investigazioni ben fatte, una magistratura attiva, forze di polizia capaci da sempre di reagire colpo su colpo ad ogni tentativo della criminalità organizzata e comune di inquinare la nostra sicurezza. C’è bisogno di strutture giudiziarie che possano accogliere il lavoro di queste persone ed è incredibile che la magistratura debba lavorare in strutture assolutamente non idonee".
"Esiste un’antimafia sociale coordinata dalla Regione Puglia - ha proseguito il Governatore - che è quella maggiormente finanziata in Italia, con più di 12 milioni di euro investiti in programmi che in modo particolare servono ad indicare alle persone un nuovo modello di convivenza".
"Oggi è anche la giornata contro la violenza sulle donne - ha poi ricordato Emiliano - per cui ribadiamo gli investimenti massicci della Regione Puglia contro questo tipo di reati. Noi abbiamo decine e decine di centri antiviolenza e voglio rivolgere un appello ad ogni donna quando si trova in situazioni del genere a cercare più vicino a sé il luogo più adatto per confidarsi, per farsi sostenere, per comprendere fino in fondo che uno schiaffo non è mai un atto d’amore, che una violenza verbale o fisica non ha mai collegamento con un sentimento positivo e spesso è un campanello d’allarme per fatti ancora più gravi che possono succedere".
"Dal curare la sicurezza comune quotidiana - ha ribadito Emiliano - dobbiamo passare ad affrontare quella dei nostri medici, dei nostri operatori sanitari che vengono spesso sottoposti dai cittadini ad un eccesso di violenza verbale e fisica: Ma questo fa parte di una regione che ha dati criminali in netto calo e grazie al lavoro delle forze dell’ordine e di tutta la comunità pugliese che ha compreso che la criminalità è incompatibile con la crescita economica e civile”.

"Il patto odierno - ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro - è frutto di una legge che conosco molto bene per averla costruita da presidente dell’Anci insieme ai sindaci del nostro Paese, e che parte dal presupposto che la sicurezza è un diritto da garantire, al pari della percezione della sicurezza".
"Perciò - ha rilevato Decaro - nel Patto, che avrà durata biennale, non troviamo solo azioni di contrasto alla criminalità organizzata, ma anche una serie di interventi che rispondono all’idea di prendersi cura dei luoghi e delle persone. Così come dell'illuminazione, della videosorveglianza, del contrasto al fenomeno dei parcheggiatori abusivi. L'assenza delle regole, infatti, contribuisce ad alimentare un contesto di illegalità diffusa".
"Non siamo più la Bari degli anni '90 - ha aggiunto Decaro - sfregiata dall’arroganza della criminalità organizzata e dalla pervasività della microcriminalità. Allora il palazzo della Prefettura rappresentava la linea di confine oltre la quale era sconsigliato avventurarsi». «Mentre oggi, proprio grazie al lavoro straordinario svolto in collaborazione con la magistratura e le forze dell’ordine - ha concluso il sindaco - Bari vecchia è diventata meta di un flusso turistico in continua crescita e la nostra città è stata inserita tra le cinque mete europee da non perdere".

Infine, sulla Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il ministro Luciana Lamorgese ha ricordato: "Le norme ci sono, vanno applicate, ma le donne devono capire che devono denunciare, perché non sempre fanno la denuncia al momento giusto, non devono sottovalutare segnali che hanno nel corso della loro vita, perché molte volte questi tipi di segnali nascono nella famiglia".
"Certamente è un problema sentito che ha avuto un incremento negli ultimi tempi - ha continuato Lamorgese - e più che nuove leggi, perché sovrapposizioni di leggi sono inutili, dobbiamo dare concreta attuazione a quelle che ci sono e dare alle donne la possibilità di denunciare, al momento giusto, e non sottovalutare gli episodi di violenza".
Lamorgese ha ricordato anche la legge del 'Codice Rosa' del 2014, "Una buona intuizione - per la individuazione nelle questure e negli uffici di polizia di aree dedicate - per dare la possibilità alle donne di denunciare in tutta sicurezza e poter contare su professionisti che sanno dialogare con chi ha questo tipo di problema, perché sono situazioni delicate e ci vogliono particolari professionalità in grado di affrontarle".
Ancora, il ministro ha citato la recente riforma del 'Codice Rosso' con "ulteriori iniziative anche per quanto riguarda le immagini a sfondo sessuale pubblicate sui siti o sanzioni penali più gravi, per i casi di donne colpite da acidi con ripercussioni non soltanto nell’anima ma anche nel fisico".
(gelormini@affaritaliani.it)