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Laricchia isolata nel M5S, Fitto si dimette: subentro beffa della Lega
L'elezione di Cristian Casili alla vicepresidenza del Consiglio regionale formalizza l'intesa politico-governativa anche in Puglia PD-M5S. Fitto e la beffa Lega
Col varo del Consiglio regionale pugliese - dopo quello della Giunta Emiliano, con un assessorato ancora da assegnare (Welfere a Rosa Barone-M5S) - l’elezione di Loredana Capone alla sua presidenza, prima donna a ricoprire la carica da 50 anni, è stata la notizia del giorno, che ha conquistato la gran parte dei titoli di cronaca politica.
E con l’elezione della consigliera salentina - già assessore regionale sia con le giunte Vendola, che con la precedente giunta Emiliano - hanno preso corpo, con una sorta di ulteriore e formale certificazione, alcuni passaggi politici destinati a segnare questa legislatura e a prestarsi a diverse considerazioni analitiche, anche alla luce del ricorso presentato - pochi giorni fa - dal mancato consigliere Domenico De Santis: punta di diamante del PD pugliese, già vicepresidente nazionale (tornata Orfini-Renzi).
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Innanzitutto, con l’elezione alla vicepresidenza regionale di Cristian Casili (M5S) si ufficializza l’intesa governativa, anche in Puglia, PD-M5S e l’isolamento di Antonella Laricchia tra i pentastellati: confermato, se ancora ce ne fosse bisogno, dal comunicato congiunto del Movimento - relativo al varo del nuovo Consiglio - a cura solo dei restanti 4 eletti 5 Stelle. Da considerare che Casili è stato votato da 30 consiglieri (gran parte della maggioranza e presumibilmente da tutto il gruppo M5S), mentre l’altro vicepresidente, Giannicola De Leonardis da 16 consiglieri; un astenuto (verosimilmente il presidente Emiliano) e 4 schede bianche (i 4 della Lega?).
Le votazioni per la presidente Capone avevano visto invece 32 votanti a suo favore, 18 schede bianche e 1 voto annullato. Facendo perno sulle dichiarazioni di voto dei diversi capi-gruppo, solo 2 dei 5 consiglieri grillini avrebbero votato scheda bianca.
Sono 4 adesso i consiglieri della Lega, perché con le dimissioni di Raffaele Fitto - che ovviamente non lascia lo scranno di europarlamentare a Bruxelles - si è consumata l’ennesima beffa a suo danno: quella di registrare l’ingresso in Consiglio regionale di un candidato della Lega (Giacomo Conserva di Taranto), dopo le ripetute censure sul modesto o mancato appoggio di Salvini e della Lega Puglia alla sua candidatura presidenziale.
E qui ci sarebbe da sottolineare l’anomalia della legge elettorale/regionale pugliese, che garantisce l’elezione al candidato presidente più votato - dopo quello vincente - ma non determina lo scalare tra gli altri candidati presidenti, in caso di rinuncia o dimissioni. Determinando, in questo caso, la beffa - per lo stesso Fitto - di lasciare il posto proprio a chi meno lo ha sostenuto. Va ricordato che per questo, Antonella Laricchia è stata l’unica - tra i candidati presidenti - ad essere inserita anche nella lista M5S, in modo da garantirsi il paracadute elettorale, che l’ha portata nell’Aula di via Gentile.
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Il ricorso di Domenico De Santis, in caso di accoglimento, potrebbe ri-determinare l’attuale assetto consigliare, che vede la maggioranza forte di 29 eletti + il presidente Emiliano, oltre l’arrivo di almeno 3 consiglieri pentastellati. Vincendo il ricorso, tornerebbero a 27 gli eletti delle liste che sostenevano il governatore uscente, ma soprattutto verrebbe scompaginato l’elenco dei consiglieri con recuperi di delusi da una parte e amarezze di illusi dall’altra.
Ce n’era abbastanza per giustificare le lungaggini nel varo di questa XI legislazione!
(gelormini@gmail.com)