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'Le matite di Babbo Natale', per rinascere e stupirsi ogni giorno
I bambini della scuola elementare “Vincenzo Martellotta” di Taranto decisero di regalare a Babbo Natale un biglietto/ingresso alla loro recita.
di Lucia Pulpo
Giunti alle porte del Natale, i bambini della scuola elementare “Vincenzo Martellotta” di Taranto decisero di regalare a Babbo Natale un biglietto/ingresso alla recita che avevano preparato, per festeggiare la nascita di Gesù Bambino insieme alle maestre e ai genitori.
Invitare il panciuto vestito di rosso era, di fatto, un escamotage per imbonirlo in vista di un regalo migliore di una bambola di pezza o un soldatino di ferro. Però, sul biglietto d’invito, scrissero di voler farlo riposare dai preparativi della notte magica, quando le renne solcano il cielo e il vestito rosso non si sporca calandosi giù dal camino.
Commosso per la convocazione inaspettata, il Babbo dalla folta barba decise d’interrompere l’isolamento pre-festivo e partecipare all’evento. Da qualche tempo, si chiedeva se fosse giusto continuare a viaggiare, portare regali in giro per il cielo, costringendo le renne e i suoi aiutanti a turni di lavoro estenuanti e mal retribuiti con scarsità di mangiare, col ghiaccio che si assottiglia togliendo habitat a tutti, rischiando di fare buche enormi nell’acqua gelata.
Per prima cosa andò a tirare fuori dalla naftalina, la sua bella parrucca bianca. Infatti da tempo, la calvizia gli aveva portato via i suoi lunghi capelli da vichingo delle nevi. Nessuno mai si è accorto della sostituzione perché, generalmente, gli tirano la barba e lui ride ogni volta sapendo cosa c’è… sopra.
Subito dopo è la volta degli occhiali da neve, ottimi per nascondersi per strada fingendo di essere un Santa Claus qualunque.
Non volendosi presentare a mani vuote, prese con sé delle matite che gli elfi usano per disegnare i modellini dei regali da realizzare.
Alla fine della recita, i bambini andarono a salutare il gradito ospite ricevendone in cambio matite da cui pendevano bigliettini senza nemmeno un po di cioccolata.
Delusi dal misero regalo i piccoli rimasero in silenzio fino a quando una di loro si mise ad esclamare agitando la matita in aria: “Si pianta, c’è un seme all’estremità. Io ho il basilico!”, “Io il timo!”, “Lo pianto nel mio giardino!”.
Lo stupore di Babbo Natale passò inosservato, non sapeva che nelle matite ci fosse un segreto e vedere i bambini felici di generare amore, attraverso il seme di una pianta, gli ricordò cosa significa Natale e perché vale la pena di buttarsi giù dalla slitta ogni anno.