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Le pari opportunità nel principio della sussidiarietà

di Patrizia del Giudice *

Qual è lo stato di attuazione delle “parità di genere”? È da oltre un anno che ho assunto la Presidenza della Commissione Regionale Pari Opportunità e mi accorgo, purtroppo, dell’assoluta necessità di una approfondita riflessione. Lo spunto da cogliere mi viene offerto dalle recenti competizioni elettorali e dal rapporto sproporzionato uomo/donna che emerge dalle neonate Giunte municipali.

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Uno scenario che ci riporta a quando, nel 1977, non esistevano ancora gli organismi di pari opportunità, entrò in vigore la legge n. 903, per la parità di trattamento in materia di lavoro, che vietava le discriminazioni di natura razziale, di lingua e di sesso, da rimuovere secondo l’impegno affermato dall’articolo 3 della Costituzione.

Da allora, soltanto nel 1996 fu nominata la prima “ministra per le pari opportunità” che si chiamava “ministro”. Per fortuna, di acqua ne è passata sotto i ponti. Dalla legge n. 125 del 1991, volta a favorire l'occupazione femminile e realizzare l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro, anche mediante l'adozione di misure, denominate azioni positive per le donne, ad oggi, è stato un proficuo, costante proliferare di processi normativi in favore della “parità di genere “.

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Tuttavia, dalla legge n. 53 del 2000, che introdusse importanti misure a sostegno della maternità, in poi, ci sarà bisogno di un nuovo intervento normativo. Infatti,con l’applicazione del decreto legislativo n. 216 del 2013, si intese ribadire il divieto di ogni discriminazione in base al sesso, sia nel settore pubblico sia in quello privato. Mentre, sul fronte delle “quote rosa” imposte dalla legge 120 del 2011 nei Consigli di Amministrazione, per garantire una rappresentanza di genere, la strada della parità appare tuttora ancora piena di ostacoli, fatte salve alcune leggi elettorali a livello locale e nazionale.

Stride, al riguardo, il super accordo raggiunto in Parlamento qualche giorno fa, tra maggioranza e opposizione che restituisce il plenum alla Corte Costituzionale e avvia la nuova stagione del Consiglio Superiore della Magistratura con l’elezione di ben 8 membri su 8 tutti di genere maschile, alla faccia della parità di genere. E allora, c’è da chiedersi come gli organismi di pari opportunità, istituiti in seno alle Istituzioni nazionali, regionali e locali, possono concretamente muoversi per assicurare il proprio contributo alla causa di “genere”.

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Il mio personale pensiero sta nella recente proposta formalizzata al Presidente della Regione Puglia di poter avviare, come Commissione regionale Pari opportunità, un ciclo di incontri da tenersi nelle aule dei Consigli Comunali di tutte il territorio pugliese: dalla Città capoluogo fino alla più piccola delle realtà locali.

Tanto, nella consapevolezza che, per contribuire alla effettiva attuazione dei principi di uguaglianza e parità della condizione femminile, non si può restare nel chiuso di una stanza d’ufficio cercando di dare senso ad un incarico pieno di responsabilità che va diversamente esercitato. E l’esercizio migliore, credo, passi attraverso la promozione del “principio di sussidiarietà delle pari opportunità”.

Un nuovo percorso istituzionale che assicuri l’esame della complessa materia paritaria attraverso  il confronto con le realtà istituzionali più vicine ai cittadini e il coinvolgimento del mondo scolastico. Per tracciare il primo solco di questa iniziativa, è stato già attivato dalla Commissione Regionale che presiedo un processo di monitoraggio volto a sensibilizzare  i Sindaci delle province pugliesi  al rispetto degli obiettivi di parità di genere  nella composizione delle rispettive Giunte comunali.

E le prime risposte non sono tardate ad arrivare  da alcune realtà locali. A partire dai Sindaci di Andria, Mola di Bari e, da ultimo, dal Sindaco di  Monopoli, al quale ho rappresentato tutto il mio apprezzamento per aver previsto nella sua Giunta la nomina di tre donne su sette Assessori, oltre che l’attribuzione della delega alle Pari Opportunità.

Sono, queste, solo alcune gocce nell'oceano delle parità di genere che, nonostante le criticità evidenziate,  possono costituire  il vero volano delle attività poste a fondamento della Commissione Regionale Pari Opportunità che mio onoro di rappresentare in seno alla Regione Puglia.  

 * Presidente Commissione Regionale Pari Opportunità 

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