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Lea Cosentino, la Cassazione stabilisce la restituzione dei beni confiscati

Dopo la prescrizione dei reati la Cassazione stabilisce la restituzione dei beni confiscati a Lea Cosentino l’ex direttore generale della Asl di Bari.

Si chiude un altro capitolo sullo scandalo-appalti nella sanità pugliese. Dopo la prescrizione dei reati ora arriva anche la revoca delle confische per Lea Cosentino, l’ex direttore generale della Asl di Bari coinvolta nella vicenda oltre quindici anni fa.

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La Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte di Appello di Bari, che prevedeva la confisca di alcuni dei beni sequestrati nel 2012: in particolare la quota di un immobile nel centro di Lecce, dove Lea Cosentino abita ancora oggi.

La battaglia di “Lady Asl” - come fu etichettata la dirigente all’epoca dei fatti - è durata oltre 15 anni, arrivando fino in Cassazione: con la risoluzione odierna e la conseguente restituzione di tutti i beni.

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Nel ricorso, la difesa di Lea Cosentino - rappresentata dagli avvocati Daniela Castelluzzo e Giampiero Tramacere - ha evidenziato la “Carenza, contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione in relazione alla mancata revoca della confisca, incompatibile con la sentenza di prescrizione del reato”.

Il principio perseguito è stato quello della non-retroattività della pena: il reato contestato a Lea Cosentino (ormai prescritto) risale al 2008, ossia quattro anni prima della entrata in vigore della normativa, che ha stabilito la confisca dei beni anche in caso di prescrizione. In questo caso, pertanto, la norma non era applicabile.