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Lecce, colpito da meningite
i suoi organi salvano 4 vite
"Il chicco muore, per dare vita", recita un passo del Vangelo di Giovanni. E di vite ne ha riaccese ben quattro il piccolo di 5anni, che al "Vito Fazzi" di Lecce, non ce l'ha fatta a vincere l'aggressività di una meningite fulminante. I suoi genitori hanno deciso di dare il via alla donazione degli organi.

“Provo un impatto emotivo molto forte e una grande fatica fisica anche solo ad immaginare cosa significhi, per un genitore, scegliere di donare gli organi del proprio figlio. Non solo è la rappresentazione di una scelta di profonda generosità e altruismo, ma è anche una straordinaria opportunità per accendere una speranza di vita in altre famiglie, per alleviare il dolore di altri genitori, per placare mille altre sofferenze. Compiere questa scelta significa contribuire a costruire un mondo migliore, dove la cultura della donazione degli organi possa crescere sempre di più e diventare patrimonio di generosità e di futuro per tutti”.
Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha voluto commentare "la tragedia virtuosa" del Fazzi di Lecce, dove si è compiuto un importante espiant

“In questo momento di forte individualismo che sta caratterizzando la nostra società - ha continuato Emiliano - il messaggio controcorrente, che arriva da Lecce, rappresenta un esempio di come la cultura del dono di una famiglia, che perde un bimbo di soli cinque anni, possa generare felicità per altre quattro famiglie in difficoltà, donando loro una opportunità di vita per i propri figli”.
“Un grazie sincero - ha concluso Emiliano - alla equipe del Niguarda di Milano, che ha prelevato il cuore e a quella degli Ospedali riuniti di Bergamo che ha prelevato il fegato. I due reni invece sono stati destinati al Bambin Gesù di Roma e al Gaslini di Genova. Un ringraziamento sincero anche ai medici, agli infermieri e a tutto il personale dell’azienda ospedaliera Vito Fazzi di Lecce, che ha reso possibile questo evento. Quella del piccolo bambino di cinque anni, di nazionalità non italiana, è una storia tragica, ma esprime un messaggio di vita e di speranza e tutti noi ci stringiamo attorno a questa meravigliosa famiglia”.
(gelormini@affaritaliani.it)