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Luciano Romoli Grande Loggia d'Italia a Foggia, Taranto e Bari
Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia a Foggia, Taranto e Bari per adempimenti istituzionali e il varo di nuove nomine e investiture.
Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia, dopo essere stato a Foggia e Taranto, è arrivato a Bari per incontrare gli iscritti alla comunione massonica della provincia barese e procedere a nuove nomine e investiture.
La presenza di Romoli testimonia la crescita di attenzioni suscitate dalla Puglia e dalle sue province massoniche: "Un’attestazione di stima - ha detto Romoli - per la crescita sia nella visibilità che nella rappresentanza, laboriosamente ottenuta grazie ad un’innovativa comunicazione delle diverse attività della comunione iniziatica".
"La massoneria apre le sue porte, dunque, a Bari e in Puglia - ha sottolineato Romoli - come già testimoniato con la donazione alla Croce Rossa Italiana - in piena pandemia Covid - con il suo portato culturale e spirituale , per professare nella vita di tutti i giorni i suoi principi morali ed etici".
“La Massoneria - ha spiegato Luciano Romoli - è una delle più grandi e antiche confraternite che, ad oggi, si connota nella struttura sociale come un’istituzione associativa ove si ritrovano, riuniscono e ricollegano le principali tradizioni esoteriche d’Europa e del Mediterraneo. La Massoneria è nata come associazione esclusivamente maschile, ma la Gran Loggia d’Italia si è sempre distinta per essere un’istituzionale liberale e aperta ad ogni essere umano, senza distinzione di etnia, di sesso e di credo politico o religioso; infatti la nostra comunità è composta dal 70% di uomini e dal 30% di donne”.
“Il pensiero massonico è patrimonio dell’uomo, dell’uomo dei suoi tempi - ha ribadito Romoli - e oggi più di ieri, perché le ideologie non esistono più, le religioni fanno fatica a tenere il passo della scienza e della tecnologia, mentre la massoneria è sempre attuale perché pone al centro l’uomo. .
“E’ impossibile pensare - ha concluso Romoli - che le donne siano escluse. Le donne danno grandi contributi alla ricerca perché consentono a noi uomini la possibilità di vedere dove non arriveremmo. Nella nostra obbedienza abbiamo circa il 30% di sorelle”.
(gelormini@gmail.com)