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'Mafia: singolare, femminile' In piazza a Castellana Grotte

“Mafia: singolare, femminile” debutterà a Castellana Grotte, dopo l’anteprima siciliana nel Teatro greco di Segesta. Lo spettacolo, patrocinato dalla ANM di Trapani, liberamente tratto dal libro del procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella, racconta storie di donne, fragili, difficili, contraddittorie, fortissime, ma tutte legate all’universo mafioso.

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E’ difficile parlare di donne, ancor più se fanno parte di un mondo complicato come quello mafioso. Se però queste donne escono dalla penna della scrittrice Cetta Brancato e della magistrata Marzia Sabella, anche la comprensione delle dinamiche più oscure è immediata. Sono storie indimenticabili per la loro intensità e, soprattutto, per la loro “normalità”. 

La piece, interpretata da Stefania Blandeburgo, Maria Teresa Coraci e Giusy Frallonardo, con la voce fuori campo della presidente del Tribunale di Trapani Alessandra Camassa, andrà in scena in Largo San Leone Magno, alle 20.30 di martedì 22 agosto in una serata promossa dall’Amministrazione comunale e dall’Associazione 'Nino Rota'. Le musiche originali sono di Giana Guaiana. La regia è affidata a Luigi Taccone, coadiuvato dall’aiuto regista Enrico Romita.

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"L'iniziativa fortemente voluta dall'Assessore alla cultura e dal sindaco, Francesco de Ruvo - fanno sapere da Palazzo di Città - rientra nel programma di attività culturali che questa nuova amministrazione intende promuovere, con ripercussioni virtuose sul piano sociale e turistico".

 

"Nonostante tempi e finanziamenti ristretti - ha ribadito il sindaco de Ruvo - si sono trovate le risorse per questa iniziativa, che aiuterà anche a valorizzare il patrimonio architettonico del centro storico di Castellana. Abbiamo voluto offrire alla cittadinanza, e a quanti vorranno coglierne l'opportunità, di assistere ad un importante momento culturale, unitamente alla riflessione su un tema di grande impatto sociale, anche al fine di diffondere un messaggio di grande valore morale".

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"La regia affidata al castellanese Luigi Taccone, e con la collaborazione e interpretazione di altri concittadini - ha aggiunto Francesco de Ruvo - non poteva lasciare indifferente l'Amministrazione Comunale di fronte al grande lavoro svolto da castellanesi".

Pochi gli elementi scenici: una culla e un lungo drappo nero entrambi simboli di una femminilità rubata dalle organizzazioni mafiose che alle donne, forse più che agli uomini, tolgono ogni speranza e ogni possibilità di riscatto. Sul palco le storie della madre di un collaboratore di giustizia, la figlia di un complice esterno all’organizzazione, e altre figure ancora, tutte tratte da storie vere e tutte vittime della violenza, non solo fisica, della mafia. Il filo rosso che unisce i monologhi è costituito dalla voce del magistrato donna che ha incontrate quelle donne nei verbali, nelle aule di udienza, nelle sale colloquio dei penitenziari, nelle intercettazioni.

L’accesso allo spettacolo è libero e gratuito.

(gelormini@affaritaliani.it)

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