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Magna Grecia Awards Mons. Paglia: 'La rivoluzione planetaria della fraternità'
La ventata di serenità al Magna Grecia Awards & Fest portata da Mons. Vincenzo Paglia e la sua esortazione al bisogno di riscoprire la fraternità.
Una ventata di serenità, di conforto e di speranza ha attraversato il Magna Grecia Awards & Fest - quest’anno dedicato a Nadia Toffa - in svolgimento tra Gioia del Colle (BA) e Castellaneta (TA) fino al 2 agosto.
L’ha portata a Castellaneta (Ta) Mons. Vincenzo Paglia (premiato con il MGA), presidente della Pontificia Accademia per la Vita, autore del libro appena pubblicato “L’arte della preghiera. La compagnia dei salmi nei momenti difficili” (Edizioni Terra Santa), con la sua esortazione al “primato della fraternità solidale”.
Un invito, più che a rifugiarsi, a trovare anche nella lettura dei Salmi gli stimoli necessari alla complessa ripartenza, dopo la persistente pandemia da Coronavirus, che Mons. Paglia individua in una “rivoluzione planetaria della fraternità”; una rivoluzione che non potrà prescindere dalla cessazione di provocazioni e ostilità tra governanti, chiamati invece a “mettere al centro obiettivi comuni, basati sulla solidarietà internazionale”.
Un incontro intenso e ricco di riflessioni, ma anche di emozioni provocate dalla narrazione pacata e sorridente di Mons. Vincenzo Paglia, che ha delineato il contesto in cui la pandemia si è fatta sentire con durezza: “In alcune zone del pianeta la precarietà dell’esistenza individuale e collettiva è già da tempo esperienza quotidiana, a causa della povertà. Noi pensavamo e ci affidavamo ciecamente ai “super-poteri” della scienza e della tecnica, fino a quando un virus ci ha fatto capire quanto siamo deboli. Perciò abbiamo ancora bisogno di riscoprire la fraternità».
“Il Coronavirus - ha sottolineato Mons. Paglia - ci ha fatto toccare con mano quanto siamo tutti strettamente connessi. Il contagio si è diffuso e si diffonde con grande rapidità da un Paese all’altro; ciò che accade a qualcuno, diventa determinante per tutti. Questa dinamica rende ancora più evidente ciò che in verità già sapevamo, senza farcene adeguatamente carico: nel bene come nel male le conseguenze delle nostre azioni ricadono sempre anche sugli altri. Perciò la solidarietà di fatto tra tutti noi deve diventare una scelta: la vita è sempre una vita in comune”.
“Quello che serve, adesso, è una chiamata planetaria alla ‘rivoluzione della fraternità’. Prendersi cura gli uni degli altri è il nuovo del futuro che dobbiamo costruire - ha proseguito – per riscoprire il legame tra umana e creazione. Prendo spunto dalle parole che papa Francesco rivolgeva a Dio in quel venerdì sera 27 marzo in una piazza San Pietro completamente vuota. ‘Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti…”. Ed ecco, dove siamo arrivati. Quindi, non è stato il destino a farci precipitare nell'attuale tragedia. Ma le nostre scelte sciagurate”.
A tal proposito, ha ribadito Mons. Paglia: “E’ cruciale ripensare il modello di sviluppo che comprenda il valore primario e irrinunciabile di una convivenza tra tutti i popoli in armonia con il creato. Il futuro, il dopo coronavirus, o si costruisce sul primato della solidarietà, dei legami sociali, del prendersi “cura” gli uni degli altri, e anche del prendersi “cura” dell’habitat e dell’ambiente, o non c’è affatto”.
L’auspicio di tutti, adesso, è che questo spirito solidale cominciasse ad attraversare innanzitutto i governi: dagli Stati Uniti alla Cina, passando per l’Europa, tutti partecipassero con convinzione a un piano internazionale dell’Oms per trovare, produrre e distribuire il vaccino contro Covid-19.
“La pandemia - ha concluso Mons. Paglia - non deve costituire un’occasione per inasprire i confitti, per esempio tra Stati Uniti e Cina, ma favorire nuove forme di collaborazione internazionale, che l’attuale emergenza sollecita fortemente. Intorno alla difesa della vita, si intrecciano infatti molte questioni diverse, dalla pace alla salute, dai diritti umani alla dignità delle persone, fino all’uso dell’Intelligenza artificiale e questo intreccio richiede reti molto ampie di contatti internazionali che, in nome di una nuova fraternità, fuoriescano dai tradizionali schemi politico-diplomatici”.
(gelormini@gmail.com)