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MAINA: le radici pugliesi per la
qualità di un successo mondiale

Antonio V. Gelormini

L'avvincente storia familiare di Antonio Di Gennaro e Maina Panettoni Spa: un'eccellenza mondiale del 'dolce da ricorrenza', con le radici ancorate in Puglia

Antonio Di Gennaro è stato il pioniere ‘apripista’ di un’affascinante storia familiare, che dalla Puglia ha portato la tenace e caparbia ‘voglia meridiana’: di fare e di riuscire, a realizzare un complesso industriale - nel comparto del dolce da ricorrenza - tra i primi al mondo, il cui marchio MAINA è sinonimo di qualità, simpatia e gusto della tradizione, riassunto internazionalmente nelle note orecchiabili del conosciutissimo claim pubblicitario: “Piano piano. Buono buono”.

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E’ la storia di una famiglia, anzi due, la cui forza è racchiusa nella capacità di rimanere unita nei passaggi generazionali e di conservare saldamente le proprie radici nella cittadina d’origine, Troia (Fg), tra le colline della Daunia, a ridosso del Tavoliere delle Puglie e all’ombra della sua magnifica Cattedrale romanica segnata dalla bellezza unica del suo incantevole Rosone. Le radici di un albero piuttosto rigoglioso, orgoglio e vanto del cuore produttivo delle specialità dolciarie del Piemonte, che tra Alba e Fossano - in provincia di Cuneo e a pochi chilometri da Torino - conserva il fior fiore delle eccellenze nazionali del settore.

A metà anni ’50, nel pieno del boom economico italiano, Angelo ed Elena Di Gennaro decidono di raggiungere a Torino i due figli maschi, Antonio e Bruno, portando con sé gli altri fratelli e sorelle: Michele, Maria Rosa e Franca, ricompattando la famiglia in cerca di lavoro e prospettive migliori nella città della Mole Antonelliana, una delle capitali del cosiddetto triangolo industriale nazionale.

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Fu Bruno a scrivere la prima pagina della storia aziendale quando, dopo aver trascorso qualche anno da semplice apprendista all’interno del piccolo laboratorio di pasticceria Maina, in via Catania a Torino, nel 1964 decide di rilevarlo insieme ai suoi fratelli e sorelle. Passa qualche anno e i destini della famiglia Di Gennaro si incrociano con quelli della famiglia Brandani, quando Maria Rosa sposa Vincenzo, responsabile commerciale della più famosa Lanerossi di Vicenza.

Quest’unione segna l’inizio di un sodalizio che si rivelerà vincente per la Maina. Il primo passo di questo nuovo corso è l’acquisto nel 1969 di un biscottificio ospitato in un ex convento a Fossano. La famiglia Di Gennaro decide di rinnovare le strutture e i macchinari e fa una scelta coraggiosa: abbandona la produzione dei numerosi prodotti continuativi realizzati fino a quel momento (biscotti, pan di spagna, brioche, savoiardi e fette biscottate), per specializzarsi solo nella produzione di paste lievitate, puntando quindi sui prodotti di battaglia: panettoni e colombe, ad alta tecnologia di produzione e di qualità superiore.

Una scelta tutt’oggi vincente, che portò l’azienda a concentrarsi su alcuni “dolci da ricorrenza” e realizzarli con una qualità senza uguali. Nel 1974 il salto e il trasferimento negli impianti produttivi dell’attuale stabilimento in frazione Tagliata di Fossano. E nel 1984, con l’introduzione del centro automatico d’impasto - autentica rivoluzione tecnologica per la produzione di prodotti da forno - l’incremento ulteriore della qualità nelle declinazioni dei prodotti, nonché dell’efficienza standardizzata dei processi di produzione.

Nel 1989 Maina diventa la prima azienda italiana - non localizzata nel Nord-Est del Paese - a produrre il Pandoro. I volumi di produzione salgono notevolmente ed è necessario espandere ulteriormente la superficie coperta dell’azienda e del suo magazzino. Attualmente lo stabilimento, sorge su un’area di circa 100.000 mq., di cui 46.000 coperti, dopo un intervento di restyling, progettato dall’architetto Gianni Arnaudo, internazionalmente noto per le sue opere di architettura industriale contemporanea, legate al mondo del food e del comfort. L’architetto della poltrona Frau “Va pensiero”, che con la Mostra “BigBang” - al Centre Pompidou a Parigi - è entrato nel Pantheon delle personalità più significative in campo artistico del XX secolo.

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E mentre rinnova linee architettoniche e spazi commerciali, compreso l’articolato e vivace punto vendita aziendale, l’azienda dolciaria di Fossano, forte delle proprie posizioni di mercato consolidate in Italia e in 46 Paesi del mondo, resta legata al territorio che l’ha vista crescere e svilupparsi. Conservando le radici fortemente ancorate alle indimenticate Colline Daune in Puglia.

“Oltre 50 anni fa - spiegano Antonio Di Gennaro e Vincenzo Brandani, i decani di un management aziendale giunto quasi alla terza generazione familiare - qui alla Maina abbiamo deciso di puntare sulla qualità, specializzandoci sui prodotti da ricorrenza. Negli anni, non siamo mai scesi a compromessi mantenendo sempre altissimo il livello qualitativo dei nostri prodotti, senza ricercare facili risparmi, a partire dalle materie prime. Su questo punto siamo stati irremovibili, anzi abbiamo aumentato l’attenzione, perché riteniamo che la qualità sia la chiave del successo per emergere e resistere sul mercato. Oggi siamo un’azienda altamente tecnologica e automatizzata, ma continuiamo a produrre rispettando rigorosamente i tempi e le ricette della tradizione”.

La visita guidata in azienda, accompagnati dallo stesso patron, è un vero e proprio pellegrinaggio verso un autentico santuario del ‘dolce da ricorrenza’, per scoprire come nasce l’eccellenza dolciaria Maina, quali felici intuizioni di Bruno Di Gennaro ne hanno segnato innovazione e successo tecnologico nella passione della pasticceria, e rimanere fortemente impressionati dalle dimensioni raggiunte da un’azienda a conduzione familiare, tra i leader indiscussi del settore.

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Con una produzione di oltre 25 milioni di pezzi (a marchio Maina e conto terzi) e un fatturato lordo nel 2017 di circa 100 milioni di euro, l’azienda si conferma ben posizionata ai vertici della realtà produttiva italiana nel mercato dei dolci da ricorrenza.

“In Maina passato e presente convivono armonicamente - sottolinea Antonio Di Gennaro - tra le pagine di quella che resterà anche in futuro una storia “bifamiliare”, scritta a più mani e coniugando slanci di passione, mosse oculate, serietà e rispetto per il ruolo nevralgico di ciascun collaboratore. Una storia che guarda avanti, seguendo i tempi della tradizione. Perché ‘Piano piano. Buono buono’ non è solo il nostro claim pubblicitario, ma la nostra filosofia di vita”.

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Anche per questo, la comunità troiana di Puglia e Piemonte si è recentemente riunita in un particolare abbraccio, ricco di emozioni, orgoglio e affetto, nell’assegnare ad Antonio Di Gennaro - in rappresentanza dell’intera Maina Spa - il Rosone d’Argento 2018, nutrendo un’inconfessata e viva speranza: riuscire a vedere inserito, anche solo per pochi attimi, il Rosone della Cattedrale di Troia sullo sfondo del famoso coro Gospel dello spot pubblicitario. Perché se è vero, come è vero, che il futuro è nelle radici, proiettare nel mondo il simbolo-sintesi di tanta raffinata bellezza, custodita nel borgo natio - in occasione del suo ‘millenario’ - sarebbe il coronamento decisamente strardinario di una festa davvero unica!

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Ah! Un'ultima raccomandazione, a cui "Tonino" Di Gennaro tiene molto, e ​che è bene fare nostra anche per rispetto a così tanta passione per la qualità e tanto amore per le 'creature' nelle splendide confezioni (packaging) da lui stesso ideate: "Quando tagliate la colomba o il panettone - così come tutti i prodotti lievitati - non stressateli con l'affondo/pressione del coltello, ma sfruttatene 'piano piano' la seghettatura, assecondando delicatamente il movimento di andata e ritorno della lama. La fragranza del prodotto si sprigionerà meglio, liberando profumi e conservando l'aspetto piacevole della fetta. Vedrete, che così sarà ancora più 'buono buono'!

(gelormini@gmail.com)