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Manduria (Ta), Festa Nazionale AEPI
'L'Italia tra Europa e Mediterraneo'
In corso a Manduria la Festa Nazionale AEPI (Associazioni Europee Imprese e Professionisti): il panel “Il ruolo strategico dell'Italia tra Europa e Mediterraneo
In pieno svolgimento, a Manduria (Ta), la Festa Nazionale AEPI (Associazioni Europee delle Imprese e dei Professionisti) fortemente voluta ed organizzata dalla Confederazione e dal Presidente, Mino Dinoi, con l’obiettivo dichiarato di “unire le eccellenze per avere l’eccellenza”. Tra gli appuntamenti più attesi, il panel su “Il ruolo strategico dell'Italia tra Europa e Mediterraneo”, dove si è parlato di Italia, di lavoro, di ambiente, di salute, di innovazione, di agricoltura, di imprese e, naturalmente, di Europa e Mediterraneo.
Con gli interventi di Mario Serpillo, Dino Giarrusso, Massimiliano Smeriglio, Maurizio Lupi, Ernesto Auci, Chiara Colosimo, Massimo Salomone, Loredana Vivolo e Leo Spalluto: un’occasione di confronto, in un anno difficile e complicato, volta all’intrapresa di un dialogo largo e concreto su un tema essenziale: l’affermazione del ruolo strategico dell’Italia.
Una sfida importante, ma inevitabilmente essenziale, che l’AEPI ha raccolto in un momento difficile per il Paese, che richiede prepotentemente ed in modo esplicito una riorganizzazione diffusa. L’etichetta affascinante di Bel Paese, il potenziale evocativo del MADE IN ITALY, il riconoscimento della Dieta Mediterranea, la posizione geografica italiana in Europa e nel bacino del Mediterraneo, la capacità di ripartire ed anche l’esemplarità della reazione italiana alla pandemia, quali punti di forza di partenza e di ripartenza, sono stati al centro dell’intervento introduttivo di Mario Serpillo, Presidente dell’UCI-Unione Coltivatori Italiani da oltre venticinque anni, nonché esperto conoscitore del mondo agricolo italiano, da qualche anno anche Responsabile Agroalimentare e Pesca della Confederazione AEPI.
“L’Europa è e deve restare un modello di sviluppo irrinunciabile per il valore di solidarietà sociale ed umana, che esprime e che tutela - ha detto Serpillo - siamo in quello che Marshall Mac Luhan aveva individuato come il “villaggio globale” ed è nostra responsabilità considerare tali dinamiche nell’ambito di un contesto non più solo locale. È necessaria, oggi, una diplomazia allargata, che guardi all’assetto politico, economico e sociale. Dobbiamo saper rispondere alle aspettative di tutti: a quelle dei cittadini europei ma anche a quelle dei popoli che difendono il più elementare dei diritti, il diritto alla Vita, e che guardano al Vecchio Continente come l’ultima spiaggia, la soluzione da tentare comunque”.
“Sviluppare processi d’integrazione, complementari all’attività dell’Unione Europea - ha sottolineato il presidente UCI - è una delle sfide di UCI e AEPI. Per questo, intendiamo dare vita alla Fondazione per il Mediterraneo, che avrà l’obiettivo di favorire la reciproca conoscenza e la diffusione delle buone pratiche nelle tecniche produttive dell’agroalimentare. Riteniamo fondamentale individuare, quanto prima, un nuovo posizionamento per le eccellenze del nostro Paese, come anche per le commodities agroalimentari. Così come riteniamo urgente sostenere interventi mirati ad esaltare il ruolo che la Dieta Mediterranea può avere nel mondo, in quanto vero ambasciatore di un insieme di valori e di produzioni che si riconoscono nel Made in Italy, da leggere non solo come salvaguardia delle nostre grandi tradizioni, ma anche come vero aggregatore socio-culturale da cui partire per proporre una visione comune”.
“Nel contempo - ha raccomandato Serpillo - occorre lavorare per unire, puntando sulla nostra comune matrice culturale, nell’ambito del rispetto delle reciproche differenze. Il motore dev’essere l’Europa e il motore dell’Europa dev’essere l’Italia. Rimanere inerti significherebbe mortificare le intenzioni e le ambizioni di tutte le imprese che rappresentiamo. Toccando con mano e quotidianamente i bisogni di più di 330.000 Imprese e di 12.000 Professionisti, abbiamo già messo in piedi la firma del Patto per l’Export, la partecipazione agli Stati Generali dello scorso giugno e presentato, qualche mese fa, una proposta di legge per l’istituzione di un Ministero con portafoglio per il Made in Italy, che si occupi di promozione, di tutela e di azioni diplomatiche e politiche, con approccio unitario. La sfida è importante e ne va dell’assetto del nostro mondo. Per questo, è una sfida da vincere. Ed è questo il momento di creare pensando al futuro”.
Linee programmatiche rilanciate anche dal presidente AEPI, Mino Dinoi, nel panel precedente con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), presentando la Fondazione Mediterraneo: “Unire le forze per ampliare e far sentire più forte la voce delle imprese e valorizzare le eccellenze italiane, sono le mission principali di Aepi".
"Obiettivi coerenti con quello della Fondazione per il Mediterraneo, che mira a coinvolgere le componenti produttive, sindacali, istituzionali (regioni e città), la rete degli atenei e degli istituti di ricerca che hanno sede sul Mediterraneo, con lo scopo di generare relazioni di amicizia e cooperazione, formare nuove professionalità e competenze, prestando attenzione ai cambiamenti climatici. Ecco perché - ha ribadito Dinoi - la nostra Confederazione ha da subito sposato questa sfida, rilanciando il progetto qui a Manduria, a cui ora bisognerà dare gli strumenti”.
Un’azione supportata con decisione dall’ANCI, presente a Manduria ‘fisicamente’ col suo vice presidente Enzo Bianco, e ‘virtualmente’ dal presidente, Antonio Decaro, che sottolineando l’importanza delle sinergie tra le aziende dei territori e chi quei territori ha l’onere di rappresentarli, ha confermato: “È interesse delle amministrazioni comunali sostenere le piccole e medie imprese del territorio, che con forza e coraggio hanno resistito e ripreso le attività. Con questo obiettivo ANCI ha convintamente sottoscritto il protocollo d’intesa con AEPI per incentivare le sinergie e valorizzare il Made in Italy”.
Un patrimonio variegato da difendere, oltre che valorizzare, al centro delle riflessioni della vicepresidente AEPI, Benedetta Peravia, che all’ombra del Palazzo Ducale di Manduria ha ricordato: “La criminalità finanziaria cinese in soli due anni ha nascosto al fisco italiano più di un miliardo di Euro. L’Italia è in testa per l’evasione fiscale cinese e questo è un fatto allarmante considerando l’accordo Italia-Cina della 'Nuova via della seta'. AEPI proporrà per questo al Governo una riduzione delle tasse per le imprese e gli imprenditori italiani, la riduzione dei dazi per l’esportazione del Made in Italy”.
“La proposta - ha aggiunto Paravia - verrà redatta in collaborazione con ANCI e le Autorità Portuali. Chiederemo al Governo anche maggior controllo sulle attività cinesi in Italia, non possiamo permetterci in questa fase di favorire paesi che non abbiano instaurato con noi reciprocità di benefici con il nostro tessuto imprenditoriale. Abbiamo tutti il dovere di proteggere e sostenere il nostro Made in Italy e le nostre eccellenze".
Dichiarazioni propedeutiche ai temi su Italia e Mediterraneo, che Massimo Salomone, console (H) dei Paesi Bassi e segretario generale del Corpo Consolare di Puglia, Basilicata e Molise - nel portare saluto dei 46 consoli associati al sodalizio - ha ripreso, cogliendo l’occasione per rimarcare quanto le Imprese italiane, oltre che dalla pressione fiscale, siano soffocate e vessate anche dalla burocrazia.
“In Italia ci sono 160 mila norme - ha sottolineato Salomone - in Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito soltanto 3.000. Cosa si dovrebbe fare per migliorare l’efficienza della nostra Pubblica amministrazione, alleggerendo così i costi amministrativi delle aziende? Bisognerebbe semplificare il quadro normativo. Cercare, ove è possibile, di non sovrapporre più livelli di governo sullo stesso argomento e accelerare i tempi di risposta della pubblica amministrazione”
“Con troppe leggi, decreti e regolamenti - ha ribadito il console - i primi penalizzati sono i funzionari pubblici che, nell’incertezza, si “difendono”, prendendo tempo prima di decidere. Per cui, sono necessari taglio della burocrazia, appalti più snelli, ricorso al commissariamento, per realizzare grandi opere e riforme del fisco, della sanità e dell’istruzione. Con l’auspicabile obiettivo di avviare un nuovo miracolo economico, come quello che fece risorgere l’Italia dalle macerie della seconda guerra mondiale”.
“Nello specifico - ha proseguito Salomone - noi meridionali dobbiamo combattere le inefficienze e i costi aggiuntivi, che rendono il tessuto imprenditoriale e produttivo del Sud meno competitivo. Diventano così ndispensabili, in questa fase della ripresa, i tanto agognati investimenti pubblici in infrastrutture”.
“Bisogna restituire al Mezzogiorno - ha concluso Massimo Salomone - il ruolo di piattaforma logistica nel Mediterraneo che, negli ultimi anni, è diventato nuovamente crocevia di imponenti traffici commerciali provenienti in particolar modo dalla Cina e dal Far East. Il meridione d’Italia ha una grande opportunità di rilancio, che impone un potenziamento di ferrovie, treni più veloci, (alta velocità e alta capacità) porti, aeroporti e tecnologie, basilari per attrarre e sviluppare investimenti e attività produttive. Fondamentale, infine - per essere appetibili dagli investitori stranieri - avere anche tempi certi nei giudizi e nelle controversie”.
(gelormini@gmail.com)