PugliaItalia
Marò, Lettieri (CeRI):
"L'India resta ambigua"
“La soddisfazione per il via libera della Corte Suprema indiana all’arbitrato internazionale richiesto dall’Italia per il caso dei nostri due marò, ha purtroppo un sapore molto amaro. Il rinvio al 26 agosto della decisione sulla richiesta di sospensione del procedimento giudiziario interno non è un buon segnale, come pure le dichiarazioni battagliere del vice procuratore generale del governo indiano, Narasimhan, che ha annunciato la richiesta che la giurisdizione resti in India. Si tratta di posizioni ambigue. Governo italiano vigili e non sieda su allori che non ci sono", lo dichiara in una nota Luigi d’Ambrosio Lettieri (Conservatori e Riformisti italiani).


"Ci sono voluti più di tre anni perché fosse presa una decisione ovvia e intrapresa una strada che andava seguita sin da subito con forza e chiarezza", aggiunge Lettieri. "Intanto Massimiliano Latorre ha dovuto subire un ictus per poter tornare in patria, seppure a tempo determinato, Salvatore Girone è ancora più solo, laggiù, a sopportare con coraggio un calvario assurdo, le loro famiglie stanno vivendo una odissea e l’Italia, insieme alle sue Forze Armate, sono state esposte ad una umiliazione incomprensibile".
"Il governo Renzi, che con i governi Monti e Letta non ha proprio brillato per autorevolezza e risolutezza, almeno adesso esiga correttezza e velocità nella composizione del collegio arbitrale - che, scaduti i 60 giorni di tempo, potrebbe essere costituito dal Tribunale del Mare, Tribunale che abbiamo chiesto da tempo di coinvolgere, confortati dal parere di una massima esperta in materia di diritto del Mare come Angela Del Vecchio – e richieda misure cautelari alternative e più favorevoli rispetto a quelle odierne per i nostri fucilieri di Marina, già ampiamente provati da questa situazione.
La conclusione del senatore pugliese è secca. "Si riporti in patria anche Salvatore. Non si perda tempo, questa volta”.
(gelormini@affaritaliani.it)