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Medicina Narrativa - Corso Ade
5a lezione con Anelli e Magistà

Proseguono gli appuntamenti nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina dell’Università di Bari, nell’ambito del sistema di Educazione continua e dell’ipotesi di un corso di studi su “La Medicina narrativa”.

LORETO gesualdo2

La 5° lezione del corso Ade su “Comunicazione Medico Paziente” si terrà il 19 febbraio con la partecipazione di Filippo Anelli presidente della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri); Vincenzo Magistà, direttore responsabile di Telenorba; Loreto Gesualdo, presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Bari. Introdurrà i lavori, Franco Giuliano, giornalista, coordinatore del corso Ade.

“Il livello di conoscenza della medicina basata sull’evidenza non può più prescindere - sottolinea Loreto Gesualdo - da un rapporto di comunicazione col paziente che implichi valori quali l’ascolto e l’empatia. Due qualità fondamentali nella nuova offerta delle prestazioni sanitarie in una società che deve fare i conti con una tecnologia disumanizzata e tecnologicamente sempre più distanti dal paziente”.

Filippo Anelli Fnomceo1

Per essere un bravo medico - ricorda ancora Gesualdo che è anche il Coordinatore regionale Trapianti in Puglia - non basta solo la preparazione scientifica, serve soprattutto una grande umanità per capire la malattia, la sofferenza e la morte. Pensate per esempio, al delicato compito a cui sono chiamati i medici rianimatori nel momento in cui devono informare i familiari dell’avvenuto decesso del paziente e le parole che questi devono meglio utilizzare per comunicare la possibilità di donare gli organi, un atto che serve a ridare la vita ad altre persone. In quel momento viene messa in campo una capacità di relazione e una sensibilità umana che non si impara sui libri sacri della Scienza”.

Giuliano studenti

La pratica dell’ascolto e la capacità del medico di farsi capire dal paziente attraverso tecniche ormai riconosciute dalla letteratura e sperimentate a livello internazionale, ha una ricaduta positiva per l’intero sistema sanitario e per la ricerca clinica. A beneficiare di questa pratica, infatti, non sarebbe solo il paziente, che nel rapporto con il suo medico diventa persona, ma l’intera sistema sanitario.

Franco Giuliano

La “Medicina narrativa” - pratica adottata ormai da anni in altri Paesi, soprattutto Stati Uniti ed Europa – punta a valorizzare la storia del paziente, che diventa quindi uno strumento fondamentale di conoscenza della malattia, essenziale per costruire un efficace progetto terapeutico.

In questo senso la “Medical Humanities” (il ricorso alla letteratura, alle arti visive, alla poesia) possono rappresentare un valido aiuto. “Per questo spiega Franco Giuliano - ci stiamo avvalendo dei migliori esperti in questi campi per farci aiutare ad interpretare e ad imparare a capire la malattia e la sofferenza del paziente”.

(gelormini@affaritaliani.it)