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'Mediterraneo frontiera di pace' i saluti di Decaro e Emiliano

Gli interventi integrali del Sindaco di Bari, Antonio Decaro e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in apertura dell’evento “Mediterraneo frontiera di pace” in corso oggi al Castello Svevo di Bari, alla presenza del Cardinale Gualtiero Bassetti presidente della CEI

decaro papa francesco

Benvenuti a Bari, benvenuti nella Felice Bari!

L’esclamazione contenuta in un sermone dell’XI secolo, che definisce la nostra città felice perché custodisce le ossa di San Nicola, non solo racchiude in sé i sentimenti che oggi provano i baresi nell’accogliervi con affetto e devozione, ma testimonia anche la vocazione millenaria di questa città quale terra di incontro e di dialogo, terra che unisce e non divide, luogo ideale per momenti di riflessione spirituale e di preghiera.

La scelta di Bari, da parte del Cardinale Bassetti e della CEI - che ringrazio di cuore - come sede di questo incontro, unico e straordinario, conferma la vocazione, quasi identitaria, di questa città e della sua comunità: di quella pastorale, sollecitata dall’attività costante, quotidiana e generosa di una Arcidiocesi dinamica e attiva, guidata da Monsignor Cacucci - che ringrazio con particolare affetto -, e di quella civica e laica che, nel tempo, ha reso Bari protagonista di straordinari eventi religiosi e politici.

Bari è una grande città del Mediterraneo che da sempre fa i conti con la vitalità di un mare che porta con sé gli echi di altri Paesi e di altre storie. Ha vissuto e vive le contraddizioni e i limiti legati all’accoglienza di popoli in fuga, è stata teatro della prima grande ondata migratoria, quella dalle dimensioni bibliche dei ventimila albanesi che agli inizi di agosto del 1991 arrivarono a Bari in cerca di libertà e di benessere. Arrivarono dal mare, da quel mare che un sindaco, molto tempo fa, mise al centro della sua iniziativa di pace e di cooperazione.

Decaro papa Bari medit

"Colloqui mediterranei", è il nome del ciclo di incontri promossi da Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, tra il 1958 e il 1964. Iniziativa che, come lo stesso cardinale Bassetti ha ricordato, ha ispirato il vostro incontro di riflessione di questi giorni. Giorgio La Pira, con grande lungimiranza e intelligenza, aveva visto proprio nel Mar Mediterraneo un punto nevralgico per la pace mondiale, il luogo in cui i popoli e le civiltà possono incontrarsi. Il nuovo grande lago di Tiberiade, lo definì La Pira, su cui si affacciano le nazioni che fanno parte della «famiglia di Abramo»: ebrei, cristiani e musulmani.

I "Colloqui mediterranei" portarono a Firenze intellettuali e Capi di Stato con l’idea e con l’obiettivo di promuovere l’incontro e la conoscenza come strumento e metodo di lavoro, partendo dall’assunto che solo attraverso la cooperazione si possano individuare soluzioni globali a problemi particolari.

Una straordinaria lezione di saggezza e di visione di un sindaco capace di spingersi oltre i confini della propria città e dello spazio tradizionale della gestione politica e amministrativa, per coltivare una utopia, oggi più che mai attuale.

Per questo l’auspicio che formulo, a nome della intera comunità metropolitana di Bari, è che la vostra preghiera e il vostro messaggio possano risuonare con forza e raggiungere i cuori di tutti, dei potenti del mondo come dei semplici cittadini.

Perché oggi, sempre più spesso, a partire dai piccoli gesti quotidiani per finire alle decisioni di politica internazionale, sembrano essere smarriti quei valori di solidarietà, fratellanza, tolleranza e accoglienza, incarnati dal nostro Santo Patrono, testimone di un messaggio rivoluzionario a cui oggi tutto il Mediterraneo può e deve guardare con rinnovata attenzione.

San Nicola, il Santo dalla pelle scura, vescovo di una cittadina dell’Anatolia, in Asia minore, è arrivato qui a Bari solcando il Mediterraneo, il Mare Nostrum, il nuovo lago di Tiberiade che tutti vorremmo tornasse ad ispirare relazioni pacifiche tra popoli e religioni per rivivere come spazio di pace e dialogo attraversato da nuove spiritualità e non più dalle rotte dei trafficanti di uomini e di armi.

Alla vostra preghiera e alla condivisione della vostra riflessione, in attesa del Santo Padre, affidiamo le nostre speranze di una soluzione dei conflitti e delle tensioni che continuano ad attraversare il bacino del Mediterraneo, affinché quel mare, come auspicava don Tonino Bello, possa essere «arca di pace e non più arco di guerra».

Con il cuore pieno di speranza, siate i benvenuti a Bari!

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emil oggi

“Buongiorno e Benvenuti in Puglia, terra di accoglienza.

È con viva emozione che la comunità pugliese accoglie i Vescovi cattolici giunti qui da venti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. È un saluto pieno di gratitudine quello che rivolgo al Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, al nostro Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci, alle autorità religiose e civili e a tutti Voi presenti.

Conserverò il ricordo dell’intervento introduttivo pronunciato dal Cardinale Bassetti stasera tra le cose più care del mio mandato, perché ho trovato nel suo discorso molte cose che non riuscivo a esprimere con la stessa forza e la stessa chiarezza.

Sentiamo in maniera molto forte l’onore e la responsabilità di ospitare un incontro di rilievo storico, che fa del dialogo il perno dell’architettura di pace nel Mediterraneo.

Oggi darete vita a un percorso di riflessione e spiritualità nel solco tracciato da Papa Francesco, Pastore della Chiesa Universale, uomo di pace, saldo riferimento contro ogni forma di violenza, sopraffazione e degrado morale.

La Puglia, che vi dà il benvenuto e che si appresta ad accogliere il Santo Padre, è una terra di frontiera intesa come finestra aperta sul mondo, un angolo di Europa al centro del Mediterraneo che non rinuncia a essere crocevia di culture differenti, snodo millenario di arrivi e partenze, di emigrazioni e di immigrazioni.

Una Puglia consapevole che la lotta alla povertà non può che incarnarsi in politiche e cultura dell’accoglienza, dell’inclusione e dell’inviolabilità dei diritti umani.

Decaro medite 3

L’aver scelto Bari quale luogo di riflessione rappresenta per noi il coronamento di un cammino che abbiamo iniziato quindici anni fa. In quegli anni disegnammo il futuro di questa città e demmo un nome a quella visione strategica: la chiamammo Bari Capitale EuroMediterranea della Pace.

Con la Vostra presenza oggi consacrate quella vocazione che ha orientato l’impegno di questi anni. E richiamate noi tutti a una nuova responsabilità: far sì che le nostre azioni e le nostre parole siano sempre rivolte al bene e al superamento di ogni tipo di confine, a cominciare da quelli che ancora dividono gli esseri umani, quei confini che alimentano diseguaglianze e ingiustizie.

Da questo angolo di mare noi vogliamo tessere la trama della nostra storia di uomini e donne che credono nella forza della pace e del dialogo e intendono costruire relazioni feconde con i nostri fratelli e le nostre sorelle dei Balcani, del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Europa, in un processo di crescita reciproca.

Nel 1958, quando dava vita ai "Colloqui Mediterranei", Giorgio La Pira scriveva al leader egiziano Nasser: "Il Mediterraneo - nel quale si bagnano le nazioni ed i popoli storicamente, culturalmente e religiosamente più vitali della terra: nazioni a civiltà cristiana, musulmana, ebrea - può diventare, davvero, se pacificato, lo spazio più luminoso della terra!".

Trent'anni dopo questa stessa visione lapiriana era ripresa dal vescovo pugliese Tonino Bello che diceva: "I segni dei tempi ci fanno scorgere nella Puglia un promontorio di pace avanzato nel Mediterraneo".

Da questo angolo di mondo, un vescovo, un figlio del Sud, è riuscito ad incarnare la Chiesa dell’accoglienza e del servizio, è riuscito a far vivere la sua dimensione spirituale nelle pieghe dell’impegno civile quotidiano. Ci ammoniva sul rischio che la pace potesse diventare una parola vuota, priva di significato, se non è coniugata con la giustizia sociale, la solidarietà e la salvaguardia dell’ambiente.

Non sfugge a chi, come me, ha responsabilità istituzionali, che questo grande evento che vede la presenza oggi dei Vescovi di tre continenti, ha in sé un alto valore politico. Dall’impegno condiviso, infatti, un nuovo inizio è possibile.

La Vostra presenza qui a Bari, insieme al Santo Padre, è quindi per noi motivo di speranza. Siete un punto di riferimento per quanti vogliono costruire percorsi d’integrazione tra culture differenti, che rappresentano il vero antidoto ai veleni del fondamentalismo, ai veleni di chi nega al Mediterraneo e ai popoli che vi abitano l’aspirazione a essere un mare di pace.

In una stagione non facile, scandita dal timore verso l’altro e da una drammatica regressione che riguarda la politica e le forme della convivenza in una società sempre più indifferente, il Santo Padre ci incoraggia a non avere paura, a indirizzare i nostri sforzi avendo come bussola la fratellanza tra i popoli.

Il mondo possiamo cambiarlo. Insieme. Ognuno facendo la propria parte. Insieme, per costruire la pace”.

(gelormini@affaritaliani.it)