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‘Mediterraneo frontiera di pace’, l’Europa c’è, ma gli Stati latitano
Il presidente del Parlamento Europeo a Bari per il Sinodo dei vescovi cattolici. E con Papa Francesco in arrivo anche il Presidente Sergio Mattarella
Il presidente del Parlamento UE, David Sassoli, è stato l’ospite d’onore al Teatro Petruzzelli di Bari, dove si è tenuta la manifestazione di chiusura del Sinodo dei vescovi cattolici ‘Mediterraneo frontiera di pace’, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana, dal titolo “Sulla stessa barca”.
"Un'Europa che non guarda al Mediterraneo è certamente un'Europa più debole", ha detto David Sassoli nel suo intervento, facendo sentire che l’Europa non è indifferente e dando in qualche una risposta all'appello lanciato dai vescovi riuniti in questi giorni a Bari.
"Un’attenzione indispensabile - ha sottolineato Sassoli - da parte di un'Europa che ha guardato a nord, a est e ha dimenticato il Mediterraneo. Naturalmente abbiamo bisogno di guardare al sud, perché sono tanti i problemi che arrivano dal sud e dobbiamo avere la capacità di affrontarli. Dobbiamo essere anche promotori di dialogo, di confronto, di scambi commerciali che possono aiutare anche le integrazioni. C'è tanto da fare".
"Abbiamo bisogno di interrompere i traffici di armi e di mettere l'accoglienza al centro della nostra azione - ha poi ripreso Sassoli - perché un'Europa distratta sul Mediterraneo rischia di trovarsi nello spazio europeo molti problemi in più".
"La disattenzione dell'Europa - secondo il Presidente del Parlamento europeo - ha consentito a nuovi attori di fare il loro ingresso nel Mediterraneo. In questo momento vediamo quanto sia difficile un dialogo per risolvere la questione della Libia. Vediamo una Turchia che dovrebbe avere la capacità di dialogare con l'Europa, in maniera un po' più sostenuta".
"Il Parlamento europeo - ha ricordato Sassoli - ha proposto una riforma del trattato di Dublino che i Governi non vogliono promuovere. Consentirebbe all'Unione europea di avere una politica per l'immigrazione e non di lasciare soli i nostri Paesi. Abbiamo la necessità di fare la nostra parte, di non essere così assenti, in particolare sui temi dell'accoglienza e dell'immigrazione".
Purtroppo, la paura ci ha paralizzati, facendoci trovare impreparati a esprimere un punto di vista condiviso - ha detto Sassoli - paura che in quei paesi potessero nascere classi dirigenti non disposte a svendere le loro risorse, che potessero dar vita a una concorrenza leale. Il vuoto lasciato dall'Europa si è riempito con nuovi attori, interessanti ad alimentare i conflitti in corso. Senza una politica europea nel Mediterraneo il divario Nord-Sud è cresciuto; non si è stati capaci di operare per il dialogo fra i paesi della sponda Sud. Per molti paesi europei è sembrato più utile alimentare le divisioni fra i paesi del Sahel e del Maghreb piuttosto che facilitarne il dialogo”.
Quindi, dal palcoscenico del Petruzzelli, l’appello di Sassoli all'unità: “Una relazione più stretta e dinamica fra Nord e Sud del Mediterraneo è premessa indispensabile per definire un approccio regionale condiviso, in relazione a sfide comuni: crescita demografica, lotta al cambiamento climatico, evoluzione urbanistica”.
“Un'Europa più unita creerà condizioni per guardare il Mediterraneo con occhi diversi, per una maggiore integrazione fra le due sponde. Per far ciò serve dimostrare di aver sconfitto la paura; non possiamo rassegnarci a un Mediterraneo cimitero di profughi, se vogliamo costruire dei ponti in questo mare. Nei confronti del Mediterraneo dobbiamo sviluppare nuove politiche al servizio dei cittadini; accolgo con favore l'indizione di una conferenza dei presidenti dei parlamenti del Mediterraneo, un'occasione per mettere a fuoco interessi comuni”.
Infine, l’esortazione a non rinunciare al dialogo interreligioso: “La dimensione interculturale è una componente fondamentale della regione mediterranea; investire nel dialogo interculturale e interreligioso è indispensabile. Questo è il senso delle domande poste da papa Francesco: come le religioni possano essere veicolo di fratellanza e non muro di separazione? Come far prevalere l'accoglienza per l'altro nelle nostre comunità? È fondamentale la cooperazione; in questo passaggio sono decisivi coloro che operano per rafforzare nell'uomo il significato della propria vita. Nel mosaico di culture le religioni possono avere un ruolo inclusivo nello spazio pubblico. La vittoria sugli idoli ha fatto diventare il Mediterraneo lo spazio per il dio unico”.
Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, ha ringraziato il Presidente Sassoli “Per le prospettive di speranza che ha aperto. Speriamo - ha detto Bassetti - che queste parole possano trovare accoglienza nel Parlamento europeo e così quello che è un progetto di pace diventi l’attuazione di una profezia, in cui noi crediamo e che desideriamo profondamente”.
“Questo Sinodo a Bari è stato un incontro veramente di una fraternità totale - ha commentato il cardinale Gualtiero Bassetti, che ne è stato anche l’ideatore - le problematiche dei nostri Paesi le conosciamo, quello che è emerso come maggiore desiderio da parte di tutti è continuare”.
“Adesso, quindi, abbiamo questa sfida di trovare forme per continuare, in modo che l’iniziativa si traduca soprattutto a favore dei giovani, della famiglia, della pace, contro la produzione delle armi. Ed è così perché bisogna anche trovare gli strumenti per favorire la pace”.
In tema di accoglienza ai migranti e di corridoi umanitari, Bassetti ha ribadito che “Bisogna fare distinzione tra migranti e profughi, per non creare una grande confusione. Il fenomeno migratorio c'è sempre stato, anche oggi tanti giovani partono dall’Italia, purtroppo, ma non sono profughi - ha osservato - i profughi hanno motivi per partire, la guerra, la persecuzione, sono costretti. I corridoi ben vengano, ma accogliere non basta, bisogna creare attorno a queste persone un clima di affetto, di famiglia”.
“Per me la cosa più bella - ha detto Bassetti - è che tutti noi vescovi, che abbiamo partecipato, siamo convinti che questo sia solo l’inizio di un cammino che è necessario intraprendere per dare risposta col Vangelo, perché la nostra arma è il Vangelo, ai problemi dell’area, della Chiesa e della società”.
E a proposito del documento finale, da consegnare a papa Francesco, il presidente della CEI ha sottolineato che “Questa volta il Sinodo ha scritto una pagina veramente bella. Dentro c'è l’amore dei pastori, l’incarnazione dei pastori nelle loro Chiese. Noi vogliamo essere, come dice il Papa, 'pastori con l’odore delle pecore: in Italia in un modo, in Iraq in un altro e così via”.
“Bari sarà un incipit. Troveremo le forme perché il discorso sia continuato, per garantire tutto quello che è necessario fare, per una solidarietà fraterna tra le Chiese del Mediterraneo. Fin da oggi - ha concluso Bassetti - s'apriranno tavoli di studio perché ci sia una corrente che coinvolga tutte queste Chiese, e magari tutto confluisca in un ulteriore incontro. E’ intenzione comune costituire forum di persone, per affrontare i problemi emergenti: primo fra tutti quello della pace. Perché essere operatori di pace è il compito fondamentale di coloro che annunciano il Vangelo”.
(gelormini@affaritaliani.it)