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Melini - Meloni denunciano l'intesa col nemico di FI
Irma Melini e Giorgia Meloni puntano il dito sull'intesa Berlusconi-Renzi
Giorgia Meloni a Roma e Irma Melini in Puglia, anche se non l'hanno concordato, sono saldamente sintonizzate nel denunciare "l'intesa col nemico di FI", emersa con evidenza "imbarazzante" nella tornata elettorale di domenica scorsa, confermando i sospetti che da più parti si erano levati dopo le contraddittorie scelte seguite alle indicazioni perentorie di Silvio Berlusconi.
Il deludente risultato portato a casa da Alfio Marchini, candidato su cui Forza Italia aveva deciso di puntare per la corsa al Campidoglio a Roma, ha rinforzato la reazione-denuncia di Giorgia Meloni: "Arrivare così vicino al ballottaggio e ad una possibile vittoria, è un p0' come perdere ai rigori la finale della Coppa del Mondo".
"Abbiamo lisciato il miracolo", ha proseguito la leader di Fratelli d'Italia, "Abbiamo combattuto fino all’ultimo voto, la campagna è stata entusiasmante e, come dimostrano i dati, ci siamo battuti fino all’ultimo", in quello che è stato il cruento scontro interno al centrodestra.
E proprio sul difficile rapporto con FI in questa competizione amministrativa, Giorgia Meloni continua a non risparmiare colpi ai colleghi di centrodestra, puntando il dito sui vertici del partito e ribadendo come "La scelta di Forza Italia" risulti "ancora oggi incomprensibile. Secondo me hanno centrato l’obiettivo: ovvero aiutare il candidato di Renzi ad arrivare al ballottaggio e tenere in sella il presidente del Consiglio".
"Berlusconi - ha quindi rincarato - nella migliore delle ipotesi ha perso di lucidità, e dico così per non dire che c’è dolo nella scelta, come tradirebbe una serie di indizi. Quando non sei lucido c’è poco che tu possa governare, non governi neanche il partito tuo".
A questo punto, sembra dire la Meloni, delle due una: O il Cavaliere è davvero al capolinea, o l'intesa col nemico è innegabile: "A Napoli non arrivano al ballottaggio, a Milano c’è un testa a testa, a Bologna il risultato è scarso, e se non avessero avuto l’aiuto di Berlusconi non ce l’avrebbero fatta neanche qui a Roma". In altre parole: ci si immagina cosa sarebbe accaduto se - oltre Napoli - anche a Roma il Partito Democratico fosse rimasto fuori dal ballottaggio?
Da Bari Irma Melini rincara la dose e punta la lente sulle realtà locali: "Visto che si dice che 'la curiosità è femmina' ho trascorso un'oretta ad analizzare i risultati dei 59 Comuni pugliesi andati al voto e dei Comuni Capoluogo in tutta Italia (questi ve li risparmio!)...con un occhio particolare proprio al mio ex partito, Forza Italia...diciamo a ciò che ne resta".
"Provincia di Foggia: 10 Comuni, nessuna lista di FI;
Provincia BAT: 3 Comuni, nessuna lista di FI;
Provincia di BARI: 8 Comuni, due sole liste di FI (Palo del Colle con 8,11% e Ruvo di puglia 8,05 %), nel primo caso non va neanche al ballottaggio;
Provincia di Taranto: 11 Comuni, di cui in 5 presenta la lista FI (Ginosa 12,82; Grottaglie 8,50; Laterza 6,80; Massafra 17,62; San giorgio 4,83), e in 2 neanche va al ballottaggio;
Provincia di Brindisi: 4 Comuni al voto di cui 2 con lista FI (a Brindisi con il 4% neanche al ballottaggio e a Fasano con il 9,59);
Provincia di Lecce: 23 Comuni al voto di cui solo a Gallipoli si presenta FI con il 4,94 resta fuori ballottaggio.
In totale su 59 comuni al voto vengono presentate liste di Partito Forza Italia solo in 10 Comuni..."
"Normalmente, quando si perde così si dimettono i vertici del Partito - aggiunge la Melini - i noti Commissari regionali, provinciali e cittadini...in Forza Italia, però, non ci si dimette mai, ma ci si preoccupa di cacciare chi lavora (!)".
Quindi la chiosa. "In bocca al lupo agli amici che ho lasciato in quel Partito e che mi auguro possano presto scoprire il valore della libertà e del merito!"
L'asse Melini-Meloni, virtuale, casuale o concreto che sia, anima con determinazione il dibattito nel centrodestra. C'è da esser certi, che le reazioni non tarderanno ad arrivare, anche perchè la stessa Giorgia Meloni, supportata da Ignazio La Russa, ha già avvertito: "A questo punto, è inevitabile che cambiano i rapporti interni. Noi vogliamo guardare avanti, vogliamo ricostruire, e niente sarà più come prima. Stare insieme per forza non ci interessa".
(gelormini@affaritaliani.it)