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Ministro Bussetti all'inaugurazione dell'Anno Accademico Università di Foggia

Ines Macchiarola

Alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, è stato inaugurato l’Anno Accademico 2018/19 dell’Università di Foggia, alla cerimonia ha partecipato anche il presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, nonché Rettore dell’Università di Napoli Federico II, Gaetano Manfredi.

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Occasione per fare bilanci e per presentare al Ministro l'Università foggiana, che il suo odierno Rettore, Maurizio Ricci, guiderà fino a Ottobre 2019: "Illustre Ministro - ha esordito Ricci - la ringrazio per aver accettato l’invito ed essere qui gradito ospite, in occasione del ventesimo anno di autonomia dell’Università di Foggia. Apro la relazione riprendendo le parole con cui, nel 1985, Italo Calvino aveva pensato di introdurre le sue sei Lezioni americane presso l’Università di Harvard: 'Cominciare una conferenza […] è un momento cruciale […]. È il momento della scelta: ci è offerta la possibilità di dire tutto, in tutti i modi possibili; e dobbiamo arrivare a dire una cosa, in un modo particolare". 

Il Rettore ha voluto porre l'accento sul contesto socio-economico in cui opera l’Università di Foggia, e sull'urgente necessità a riconsiderare procedure e criteri attraverso cui il M.I.U.R. provvede all’assegnazione del Fondo di Finanziamento Ordinario suddividendolo tra tutte le Università d’Italia.

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"Particolarmente apprezzata per la qualità della ricerca scientifica, l’Università di Foggia si è distinta in questi primi venti anni soprattutto per la capacità di saper leggere il tempo, assumendo - seppure in un territorio in cui la disoccupazione media si attesta intorno al 35/40% - il ruolo di attore principale per lo sviluppo della Capitanata. Intuizioni innovative del concetto di Università (come le Borse di studio personalizzate, per cui UniFg è prima in Italia; la Doppia-Carriera concessa agli studenti che praticano sport a livello agonistico; il Festival della Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica, tra i più significativi esempi di Terza Missione su tutto il territorio nazionale; il Salone del Lavoro e della Creatività, unico hub del Mezzogiorno che mette in relazione domanda e offerta di lavoro) hanno portato questo Ateneo a rappresentare una sorta di modello, nonostante la sua giovanissima età".

I dati snocciolati fotografano un'Università in crescita e strategica per l'intera Capitanata: 6 Dipartimenti (Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente; Giurisprudenza; Economia; Studi umanistici. Lettere, Beni culturali, Scienze della formazione; Medicina clinica e sperimentale; Scienze mediche e chirurgiche), che attualmente ospitano i 38 corsi di laurea che compongono l’intera offerta formativa, per un totale di poco superiore ai 10.000 studenti provenienti da 13 regioni italiane, tra cui gli stranieri che al momento studiano all’Università di Foggia: quasi 400.

341 Docenti e 320 unità di personale Tecnico-Amministrativo, 250 tra congressi, convegni, dibattiti e giornate studio ogni anno, occasioni di crescita e confronto per il territorio; uno scrigno di competenze, saperi, conoscenze, ricerca scientifica, innovazione tecnologica, per una rinnovata vita culturale e accademica della città. L’Università di Foggia, che da anni si attesta tra gli Atenei migliori del Mezzogiorno, rappresenta "Una realtà di permanenza e non più di transito - ribadisce con orgoglio il Rettore - una tappa di affermazione e non di partenza".

Anche per questo, secondo il Magnifico Rettore: "L’Università di Foggia è tra gli enti culturali regionali col maggior bilancio (circa 80.000.000 di volume di affari), essa è riuscita a cambiare la storia di una città e di una provincia, che adesso appaiono semplicemente inimmaginabili senza di essa".

"Un’Università - ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, durante il suo intervento - che conferma come esista un Sud dinamico e capace, e che su questa energia positiva bisognerà investire per invertire la rotta. Ho trovato una realtà vitale e determinata, una Università che vuol far valere il proprio talento ma anche le proprie attitudini. Non è un semplice piacere, per me essere qui oggi. Ma un onore. E lo dico con grande rispetto per le autorità presenti, per gli altri Rettori e per tutti gli Studenti e Docenti che sono intervenuti. Un onore che mi gratifica, come Ministro ma anche come uomo. Auguro all’Università di Foggia lunga vita, perché è indispensabile che le università rivestano un ruolo decisivo nel rilancio del Paese; ma soprattutto perché sta dimostrando di meritarla".

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A tal proposito, lo stesso Ministro ha avuto modo di promettere: "Di tenere in maggiore considerazione le istanze delle Università del Mezzogiorno, soprattutto quando rappresentano condizioni particolarmente disagiate come nel Foggiano e nel Napoletano". 

Anche il Rettore dell’Università di Napoli Federico II, Gaetano Manfredi, nell’auspicare "Un veloce ritorno agli investimenti nelle università, dopo anni di continui tagli senza criterio che hanno causato drammatiche conseguenze", ha aggiunto che "sarebbe ora che Governo e M.I.U.R. si accorgessero delle legittime istanze del Sud e delle sue Università, che in alcuni casi rappresentano l’ultimo avamposto per impedire alle nuove generazioni di emigrare, nel tentativo di costruirsi un futuro altrove o addirittura all’estero".

Infine l’ideale consegna del Rettore dell’Università di Foggia, Maurizio Ricci, al suo successore e soprattutto a Studenti, Docenti e personale Tecnico-Amministrativo presenti alle cerimonia, celebrata come consuetudine nell’aula magna “Valeria Spada” presso il Dipartimento di Economia: "Lascio un’Università in buona salute, con il bilancio in ordine e una condizione economico-finanziaria finalmente in sicurezza. Lascio un’Università che si appresta a tagliare il traguardo dei suoi primi venti anni, pensando già a come dovrà essere quelle dei futuri venti".

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Molto significativi anche gli interventi di Antonio Pellicano (presidente del Consiglio degli Studenti dell’Università di Foggia) e di Donato Gentile (in rappresentanza del personale Tecnico-Amministrativo). Antonio Pellicano ha elogiato "Gli sforzi compiuti dall’Università di Foggia nel tentativo di migliorare le strutture a disposizione degli studenti, mettendo finalmente mano anche a situazioni che chiedevamo di essere risolte ormai da molto tempo. Tuttavia – ha aggiunto Pellicano – molto altro si deve e si può ancora fare, per favorire le migliori condizioni di civiltà, legalità e sicurezza all’interno dei Dipartimenti, che vivono il dramma del continuo saccheggio da parte di vandali che si introducono nelle nostre strutture devastandole e rendendole inagibili".

Donato Gentile, invece, nel suo intervento ha fatto appello, tra le altre cose, all’importanza "Del personale Tecnico-Amministrativo all’interno delle Università, importante componente di una struttura che altrimenti non potrebbe funzionare adeguatamente; anche se il riconoscimento dei meriti e delle responsabilità della categoria, riteniamo che non corrisponda al trattamento economico che tutti sentiamo di meritare".

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Nel frattempo i dati diffusi restano inclementi nel fotografare una spesa pubblica per la ricerca, in Italia, è stata tagliata del 21% in dieci anni, dal 2007 al 2016; a questo taglio dal 2008 al 2014 si è accompagnato quello del 14% alle università statali, per un totale di circa 2 miliardi di euro. Una foto 'cruda e rude', che emerge dal Libro bianco sulla ricerca realizzato dal Gruppo 2003 e pubblicato dall'agenzia Zadig, presentato a Roma presso l'Accademia dei Lincei.

Sono quindi pochi i fondi pubblici assegnati alla ricerca nel nostro Paese, pari all'1,34% del Pil contro una media europea del 2%. "Occorre una strategia complessiva che passi dal nuovo Piano Nazionale della Ricerca", ha rilevato il capo del Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca presso il ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Giuseppe Valditara

"La crisi del 2008 abbinata al taglio dei fondi pubblici - si legge nel rapporto - ha portato alla riduzione delle iscrizioni nelle università italiane, con una contrazione del 20,4% tra gli anni accademici 2003-2004 e 2014-2015". Paradossalmente, spiegano gli esperti del Gruppo 2003, i tagli "hanno colpito proprio nel periodo in cui i ricercatori italiani hanno registrato un miglioramento della produzione scientifica". 

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L'economia italiana ha inoltre tante piccole imprese con poca attività di ricerca. Per gli esperti, "All'estero c'è più attenzione e la partecipazione dei ricercatori è incentivata. Per questo, in 10 anni c'è stata un'emigrazione di circa 11.000 giovani studiosi. Una fuga di competenze - concludono - che impoverisce l'Italia". 

Il Libro bianco illustra, inoltre, che cosa può fare la ricerca per rendere la società più sicura e sostenibile nei settori dalla salute e dell'ambiente fino all'alimentazione e alla cybersecurity e all'economia. "La necessità di mitigare il cambiamento climatico - si legge nel rapporto - impone, ad esempio, scelte complesse. E questo non può essere fatto senza la ricerca. In questo momento - dicono gli esperti - non esiste alternativa all'eccellenza scientifica".