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'Miserère' - Opere di misericordia corporale ed evanescenza della committenza
'Miserère' in mostra a Troia (Fg) 7 installazioni d'arte moderna ispirate alle Opere di Misericordia corporali
Inaugurata nella splendida cornice della chiesa dell’Addolorata, a Troia (Fg), la mostra d’arte “Miserère - Le opere di misericordia corporali”. Alla presenza del nuovo vescovo della Diocesi di Lucera-Troia, Mons. Giuseppe Giuliano, che ha mostrato tutto il suo interesse per la promozione del patrimonio artistico e culturale della Diocesi rassicurando i presenti sull’impegno futuro circa la loro valorizzazione.
E' toccato al Direttore del Distretto Culturale Daunia Vetus, Giovanni Aquilino, dialogare con l’ideatore della mostra, Salvatore Lovaglio, con don Vito Telesca, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Potenza, e con don Luigi Tommasone, responsabile dell’Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Lucera-Troia, sul valore dell’arte devozionale moderna e sul rapporto della stessa con la committenza del terzo millennio.
La mostra, che resterà aperta fino al 16 aprile,, vede sette opere tra sculture, istallazioni, espressioni visive e tattili rappresentate attraverso il filtro artistico di altrettanti autori moderni circa le opere di “Misericordia corporale” (fame, sete, assistenza, accoglienza, cura, conforto, sepoltura).
Bella! Veramente bella, la grande ciotola in bronzo di Salvatore Lovaglio, che sintetizza l’atto misericordioso del dare da bere agli assetati, tanto da non sfuggire all'attenzione della committenza locale, poichè l’opera è stata immediatamente acquistata da una chiesa di Lucera che ne farà il suo “fonte battesimale”.
Testimonianza del persistente rapporto di committenza tra ecclesiastici ed artisti, anche se con modalità di relazione decisamente diverse dai secoli passati.
Senza la committenza di papi, vescovi e sacerdoti devoti e amanti dell’arte, senza lo stimolo di Ordini monastici o la domanda di confraternite e sodalizi benefattori, il patrimonio artistico devozionale, a noi tramandato, non sarebbe tanto vasto e magniloquente.
Dalla “Cappella Sistina” - esempio massimo di una committenza “divinamente” illuminata - all’ultima delle opere d’arte conservate nel più isolato e sperduto convento di montagna, dagli ieratici monasteri alle esuberanti Cattedrali, dalle miriadi di cappelle dedicate agli altari gentilizi, fino all'austera e variegata arte cimiteriale, la committenza ha sempre avuto un ruolo fondamentale. L’altra faccia di questo sconfinato patrimonio di bellezza e di creatività sono gli artisti di ogni epoca e di ogni latitudine.
Esempio alrettanto eloquente di tale incontro sono le stesse recenti committenze nella Puglia dauna: prima fra tutte la Chiesa Nuova - progettata da Renzo Piano - dedicata a San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo, con gli straordinari e successivi mosaici dorati della Cripta del Santo; o anche il bellissimo Albero di bronzo che custodisce gli 'oli santi' nella chiesa di San Francesco Antonio Fasani a Lucera, opera ancora dello scultore Salvatore Lovaglio.
L’arte sacra è sicuramente frutto di devote e sensibili committenze, quelle che vorremmo si riaccendessero per riannodare quella continuità artistica che, in meridione specialmente ed in Puglia in particolare, hanno impreziosito ogni lembo delle “Terre dello stivale”, ma senza nuove opere, nuovi artisti e nuove committenze questa sequenza rischia di fermarsi.
Per evitare ogni soluzione di continuità Salvatore Lovaglio lancia la sua intrigante proposta: “Facciamo che il MED (Museo Ecclesiastico Diocesano) di Troia, grazie agli spazi e alle sue particolari prerogative, diventi un centro di formazione e di riflessione sul rapporto tra committenza ed artisti”.
Per lo scultore troiano-lucerino un'ipotesi potrebbe essere quella di avviare - magari già dalla prossima estate - una serie di seminari con i maggiori artisti contemporanei, mettendoli a confronto con illustri esponenti della chiesa locale e nazionale.
Un luogo d’arte per discutere di arte nell’intento di produrre nuova arte, non male come idea e non male la sana provocazione. Naturalmente la mostra resta un'occasione per tutti da non perdere, per visitare anche un luogo antico che abbraccia l’arte del prossimo futuro.
Atti.S.