Modugno, Agenzia di Sviluppo e rinascita del tessuto industriale
‘L’Agenzia di Sviluppo’ è il titolo dell'incontro organizzato dall’Associazione ‘Rinascita per Modugno’ dal consigliere metropolitano Antonio Stragapede.
Tra aprile e giugno, l’Italia è stato l’unico Paese del G7 a decrescere. Il pil non sale oltre l’1% e conferma questa proiezione anche per il prossimo anno. Una stima agghiacciante se si considera che il mezzogiorno cresce, in media, un terzo in meno rispetto al resto d’Italia. I rapporti Svimez ci catalogano sistematicamente come un’area che si incammina sempre più rapidamente verso il destino dello spopolamento. La Puglia risulta tra le cinque regioni che registrano il dato più sconfortante in fatto di occupazione e quello più elevato per presenza di ‘neet’, ovvero i ‘né, né’, giovani che non studiano e non lavorano. Nella Città Metropolitana di Bari sono circa 75 mila i disoccupati e un giovane su due è disoccupato. E l’elenco dei tristi risultati potrebbe continuare.
Insomma, sono una serie di record negativi quelli che inanella il nostro territorio; primati da vero e proprio allarme sociale attorno ai quali, ieri, hanno dibattuto Istituzioni, rappresentanti del mondo dell’impresa ed esponenti delle realtà sindacali, nel corso dell’evento dal titolo ‘l’Agenzia di Sviluppo’, organizzata dall’Associazione ‘Rinascita per Modugno’ e presentata da Antonio Stragapede, autore di un recente studio sull’innovazione tecnologica come motore per lo sviluppo dell’Italia e della Puglia.
La domanda di partenza dell’incontro, come fare ad attrarre investimenti e valorizzare la zona industriale di Bari-Modugno.
Per Giuseppe Boccuzzi, Segretario Generale della CISL DI Bari- Bat, non basta mettere al centro della azione politica gli investimenti, occorre anche che gli stessi siano particolarmente attrattivi. “Sindacati, imprese e politica siedano attorno a uno stesso tavolo di confronto e comprendano come comunicare all’esterno (e all’estero) che investire in questo territorio è conveniente per via di una serie di aspetti: gli incentivi regionali, la forte connessione con il mondo universitario che il territorio ha costruito, la questione ‘Zes’ che, anche se faticosamente, pare si stia dipanando”.
D’altronde, già lo scorso maggio Boccuzzi aveva lanciato l’idea della costituzione di una Agenzia di sviluppo capace di esportare all’estero il ‘quid’ di questo territorio ed i profili di convenienza per i potenziali stakeholder. Primo compito del team di esperti chiamati a farne parte proprio quello di redigere una sorta di vademecum dei ‘motivi validi’ per investire qui. Idea lanciata soprattutto ai territori, in primis quelli facenti parte del Consorzio ASI Bari/Modugno – Molfetta.
Presenti in sala a ‘rispondere alla chiamata’ i sindaci Tommaso De Palma di Giovinazzo e Michele Abbaticchio di Bitonto: “Occorre uscire dalla logica - ha sottolineato De Plma - per cui il cittadino viene inserito in percorsi partecipativi solo sulle questioni più tangibili e marginali come il lampione, la panchina, la buca stradale. Sarebbe bene, al contrario, istituire una task force tra chi è amministrato e chi è delegato ad amministrare anche su grandi temi strategici come l’eccessiva pressione fiscale e la povertà dilagante”.
Un modo per far entrare il cittadino nelle dinamiche della macchina amministrativa e fargli comprendere come non tutte le soluzioni possano essere rintracciate tra le pieghe del bilancio comunale, che fa dire al sindaco Abbaticchio, che crescita fa rima con imprese e lavoro, ma anche strutture ed infrastrutture: “A Bitonto, lo scorso aprile abbiamo inaugurato il FabLab, un ponte di connessione fra saperi e dotazioni. Un posto dove ai giovani che hanno una idea ma non le strumentazioni industriali all’avanguardia per fabbricarla, viene permesso di realizzarne un prototipo, ‘pronto’ per essere, materialmente - e non solo concettualmente- mostrato a possibili investitori interessati, che è già un enorme passo avanti per ottenere un eventuale finanziamento”.
Spiraglio per una soluzione, o addirittura punto da cui ripartire, parrebbe essere il dialogo fra attori diversi - università, mondo delle imprese, istituzioni - unica strada percorribile, per favorire il ritorno delle aziende fuggite all’estero e invertire un ennesimo trend negativo: che è quello della delocalizzazione verso Est delle aziende baresi.
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