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Modugno (Ba), Legalità cercasi
Il sindaco Magrone ci riprova - L'intervista

Antonio V. Gelormini

Modugno è la città a più densa attività industriale della cinta metropolitana di Bari, ma per la deriva amministrativa, che negli ultimi anni ha visto l'alternarsi di Consigli Comunali "sciolti" a Commissariamenti prefettizi più o meno duraturi, non ha alcun rappresentante eletto nel Consiglio della neonata Città Metropolitana, il consesso autonomo locale che ha preso il posto della vecchia Provincia di Bari.

modugno
 

Assorto agli onori della cronaca per le controverse vicende amministrative, che hanno travolto le giunte precedenti, ma anche per il rischio chiusura e le rivendicazioni dei dipendenti della OM Carrelli elevatori, sembrava aver "trovato pace" con l'elezione del Sindaco Nicola Magrone: il Capostazione diventato Magistrato, specializzato in diritto del lavoro (indirizzo sindacale-aziendale), già Consigliere Comunale a Modugno, nonchè Pretore a Monza, dove aveva svolto le funzioni di giudice del lavoro nei primissimi anni di applicazione dello “Statuto dei diritti dei lavoratori”, in un territorio tra i più industrializzati d’Italia come la Brianza.

Per poi ri-approdare in Puglia quale Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, affrontatre la parentesi Parlamentare, anche come componente della Commissione stragi e della Commissione Affari costituzionali, e assumere la presidenza del Tribunale penale e della Corte di assise di Potenza, per poi diventare Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Larino, e occuparsi delle indagini e del dibattimento per la morte di 27 bambini e della loro maestra, per il crollo della scuola di San Giuliano, in occasione del terremoto del 2002.

Insomma, la persona giusta per provare a rimettere nella carreggiata delle regole, i vagoni del treno amministrativo di un Comune, quello di Modugno, più volte deragliati dai binari della legalità e ripetutamente bersagliati da incursioni speculative d'ogni risma.

Invece anche la sua esperienza a Palazzo di Città supera di poco la boa del primo anno, prima di infrangersi sugli scogli degli interessi urbanistici locali, costretta a "interrompersi" alla vigilia della disussione in Consiglio Comunale del Piano d'azione per restituire contorni legali a una prassi di concessioni edilizie definita "anarchica", con 13 Consiglieri comunali che vanno a dimettersi dvanti a un notaio, determinando di fatto la fine della consiliatura.

Ora si torna a votare. Sette di quei tredici Consiglieri comunali sono di nuovo presenti nelle liste per l'elezione del nuovo Consiglio. Il già Sindaco Nicola Magrone si ricandida con una serie di liste civiche che lo sostengono in uno sforzo corale, ma declinato in cinque raggrupamenti: per esigenze tecnico-elettorali. Ma la cosa più sorprendente - e alquanto anomala - è l'assenza dal dibattito elettorale dei candidati al Palazzo di Città di Modugno del tema al centro delle vicende amministrative, degli scioglimenti dei Consigli comunali precedenti e degli stessi Commissariamenti prefettizi.

Nicola Magrone, in una sorta di richiamo all'allocuzione di Enzo Tortora - quando riprese la conduzione del suo programma televisivo - conta di tornare a vestire la fascia tricolore di Modugno, per esordire con un "Dove eravamio rimasti?..." Infatti, il suo programma è lo stesso del 2013 con al centro la riconquista alla città di virtuosi percorsi e processi di legalità diffusa, che ne determino e guidino il riappropriarsi del ruolo significativo, propulsivo e responsabile, che essa  riveste nell'ambito territoriale metropolitano di Bari.

Magrone Bello
 

A guidarlo, il faro della Carta Costituzionale nella versione varata dai Padri Costituenti nel 1948. Contando sulla collaborazione tenace del nucleo storico che lo sostiene, lo stesso che si riunisce da decenni ogni venerdì per discettare sulla Costituzione Italiana: la Fondazione onlus Popoli&Costituzioni, di cui Magrone è presidente onorario, e della rivista da loro stessi promossa e curata SUDCRITICA, oggi anche on line (www.sudcritica.it).

Ma anche l'indimenticabile esperienza che ne ha segnato la vera formazione politica e sociale, quella condivisa con molti amici e fedeli di don Tonino Bello, il Vescovo in odore di beatificazione, che nelle sue abituali provocazioni pastorali esortava: "Ad essere ribelli ed eversivi" nella pratica e nel perseguimento degli intenti cristiani, nell'amore per il prossimo nonchè nella giustizia sociale. E' evidente come quel "segno" sia ancora particolarmente vivo in Nicola Magrone.

(gelormini@affaritaliani.it)