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Morbillo, 8 casi al Giovanni XXIII di Bari: si accende il dibattito
Si accende il dibattito istituzionale sugli 8 casi di morbillo riscontrati all’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari
Si accende il dibattito istituzionale sugli 8 casi di morbillo riscontrati all’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Il vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Direzione Italia/Noi con l’Italia, Luigi Manca, in nota diffusa ha dichiarato: "Non siamo di fronte a un’epidemia (e meno male), ma è vero che al Pediatrico di Bari “Papa Giovanni XXIII”, è in atto un’emergenza morbillo che ha colpito alcuni bambini in tenerissima età e che quindi coperti da vaccinazione specifica”.
“Sarà l’inchiesta interna della Asl a stabilire se siano stati rispettati tutti i protocolli previsti in questi casi - ha aggiunto Manca - da medico dico che è probabile che la bambina di 10 anni, non vaccinata perché i suoi genitori deliberatamente hanno scelto di rinnegare la Scienza, per affidarsi ai nuovi santoni NO VAX, incubasse ancora la malattia e quindi non presentasse sintomi identificativi del morbillo, per questo messa in reparto e non in isolamento. Ma di fatto se la bambina fosse stata vaccinata non ci sarebbero stati i contagi che ci sono stati. Le responsabilità ospedaliere se ci sono, sono conseguenti a una scelta sciagurata dei suoi genitori”.
“Casi simili si possono verificare ogni giorno - ha precisato Manca - il morbillo è una delle malattie più contagiose anche fra bambino e adulto e, purtroppo, molti adulti o non sono vaccinati o non hanno contratto da piccoli la malattia e quindi sono a rischio quanto e come i bambini inferiore a un anno e quindi non vaccinati. Stiamo correndo rischi veri per colpa di un’ignoranza dilagante della quale il principale responsabile è il Movimento 5 Stelle e l’attuale Ministro Grillo - ha concluso Manca - che sulle vaccinazioni è stata sempre ondivaga e mai chiara. Una sola cosa appare chiara: lei il suo Andrea, figlio appena nato, lo vaccinerà! "
“È ridicolo scaricare le presunte responsabilità degli otto casi di morbillo sulla bambina figlia di genitori no-vax - ha sottolineato il consigliere regionale del M5S Mario Conca - per dare un capro espiatorio all’opinione pubblica: la verità è che nel reparto infettivi dell’Ospedaletto Giovanni XXIII esistono camere di degenza isolate e con accesso dall’esterno per i parenti, che non sono mai entrate in funzione, un ennesimo danno erariale”.
“Premesso che ribadiamo ancora una volta l’importanza di alcuni vaccini e di una corretta informazione sugli stessi - ha proseguito Conca - in questo caso il contagio non ci sarebbe mai stato se i protocolli fossero stati applicati per tempo e non con colpevole ritardo ed è ridicolo che oggi si cerchi di scaricare la responsabilità sulla bambina solo per dar fiato alla polemica alimentata da una politica, che è la vera responsabile dei disastri del nostro sistema sanitario”.
“L'arrivo all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII della direttrice sanitaria del Policlinico - ha continuato il consigliere pentastellato - è dunque un tentativo tardivo di rimediare allo stato di abbandono in cui versa la struttura da anni. Quel reparto è senza primario ed è sotto organico, e solo ora si sta cercando di sopperire con l’accorpamento alla pediatria Trambusti come avevo suggerito al Direttore Generale Migliore. Ovviamente l’azione del presidente/assessore alla Sanità Emiliano è del tutto impercettibile”.
“Poverino - Ha aggiunto con sarcasmo Conca - lui è in altre faccende affaccendato, bisogna comprenderlo. Intanto in quell’ospedale si continua a morire per la promiscuità intensiva e a migrare ad altri lidi per il pressappochismo che regna sovrano. Purtroppo c’è voluto un caso finito all’attenzione dei media nazionali per commissariare di fatto l’attuale governance, sperando che le cose migliorino con lo scorporo definitivo annunciato e mai perfezionato. Alla faccia del polo pediatrico - conclude Conca - che secondo il Governatore non aveva niente da invidiare a quelli del nord”.
“L’emergenza morbillo dilagata all’ospedale Pediatrico ‘Papa Giovanni XXIII’ di Bari è partita da una bambina che i genitori avevano scelto consapevolmente di non vaccinare - ha precisato in un'altra nota il consigliere regionale Giannicola De Leonardis - suggestionati dai santoni e dai presunti esperti della campagna No Vax, cavalcata purtroppo anche da una politica irresponsabile che espone così la popolazione più fragile - e il sistema sanitario nel suo complesso - a rischi assolutamente incomprensibili nel 2018".
"Una campagna che ha alimentato e continua ad alimentare pregiudizi e contagi - ha ribadito De Leonardis - mettendo in discussione le fondamenta stesse della scienza e della ricerca, che si intendono abbattere e cancellare attraverso un ritorno a un passato oscurantista che credevamo esserci ormai lasciati definitivamente alle nostre spalle, per sempre".
"L’auspicio quindi - ha concluso il consigliere foggiano - è che questi nuovi, allarmanti casi facciano riflettere, e producano finalmente un ritorno alla ragione e al buon senso, prima ancora che al rispetto per se stessi, per i propri cari e per gli estranei, costretti loro malgrado a subire e pagare sulla propria pelle, sulla propria salute, le conseguenze deleterie di altrui scelte”.
Più articolata la dichiarazione di Francesca Franzoso, consigliere regionale di Forza italia e promotrice delle legge regionale, approvata a giugno scorso, che introduce in Puglia l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario della regione.
“Ha centrato il punto il dottor Sivo, dirigente dell’Asl Bat, nel ribadire - all’indomani dell’epidemia di morbillo al “Giovanni XXIII”, ha indicato Franzoso - la necessità di inserire l’obbligo vaccinale per medici e operatori nei protocolli di sorveglianza sanitaria e che il sottrarsi deve equivalere ad una non idoneità lavorativa nel reparto a rischio. Né più né meno di quanto prevede la legge pugliese già approvata".
"Peccato che cinque mesi dopo l’istituzione dell’obbligo di vaccinazione per medici e sanitari - ha ricordato Franzoso - con atto del Consiglio regionale, la legge sia ancora ferma al palo. Peccato, perché al netto del ricorso pendente alla Consulta - brandito dai detrattori dell’obbligo - la Puglia avrebbe comunque potuto portarsi avanti col lavoro avviando, in attesa del verdetto di legittimità, il censimento vaccinale negli ospedali per medici e operatori. Cosa mai avvenuta. Una mappatura che forse avrebbe avuto l’effetto di contenere la recente epidemia di morbillo al “Pediatrico” innescata dalla figlia di adepti “No-vax”.
“Il tema della idoneità del personale sanitario rispetto ai rischi potenziali dei non vaccinati esiste ed è serio - insiste Franzoso - a rivelarlo è l’Osservatorio regionale, ma non solo, ed è una questione di Igiene pubblica nota al nostro servizio sanitario. Per questo la legge pugliese approvata a giugno - ma ostaggio dei veti no-vax oggi organici al Governo Cinquestelle - e’ intervenuta, su sollecitazione di medici epidemiologi ed igienisti, per colmare un vuoto".
"Ora, aspettando la Consulta - ha concluso Francesca Franzoso - auguriamoci che l’ennesima emergenza al “Pediatrico” solleciti la giunta ad avviare rapidamente la ricognizione vaccinale negli ospedali, in modo da arrivare pronti allo “start”. Insomma, “Estote parati”. Stavolta a dar seguito alla legge”.
(gelormini@affaritaliani.it)