PugliaItalia

Moro e la 'questione meridionale'
Patroni Griffi: "Uscire dall'isolamento"

Uscire dall'isolamento e affrontare la questione Meridionale con spirito di responsabilità. Sono alcuni dei temi trattati durante il convegno nazionale organizzato dall'associazione consiglieri regionali della Puglia e dall'associazione degli ex parlamentari, nel padiglione del Consiglio Regionale, della Fiera del Levante.

 

Durante il suo intervento, il presidente della Campionaria, Ugo Patroni Griffi ha ricordato i discorsi che l'allora presidente del Consiglio, Aldo Moro teneva in Fiera, in occasione della cerimonia inaugurale. Cinque in tutto, ma mai ripetitivi, nonostante al centro di tutti ci fosse il Mezzogiorno.

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“Erano discorsi – ha detto Patroni Griffi che li ha riletti per preparare il suo discorso per la cerimonia inaugurale di questa Fiera – fra le cui righe era chiaro lo spirito di appartenenza, la politica alta, l'orgoglio di essere meridionali, l'orgoglio di ospitare nella nostra regione, la Fiera del Levante".

 

"Moro – ha spiegato - affrontava il tema del Meridione, ma non in una prospettiva isolazionistica, ma sempre raccordata al tema del dialogo con il Settentrione. Il Meridione non è una parte del territorio che può vivere di vita propria – ha aggiunto - disancorato dal resto del Paese o dal resto del Mondo”. Patroni Griffi ha poi spiegato una teoria che racconta sempre ai suoi studenti di università, che è quella “dell'isola”.

 

“Spesso nel dibattito meridionale e meridionalista – ha sottolineato - noi pretendiamo l'applicazione di quella che ho etichettato “teoria dell'isola”, cioè di vivere in un'isola in cui si possono applicare leggi economiche diverse da quelle che vigono per tutto il resto del mondo. La “teoria dell'isola” è stata una delle concause del fallimento del Meridione. Noi – ha detto rivolgendosi alla platea e ai relatori - non possiamo pretendere che le leggi economiche si disapplichino superati i confini al di sotto di Roma”.

 

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Per Patroni Griffi, infatti si rende necessario “comprendere queste leggi, capire come possano essere sfruttate a vantaggio delle imprese meridionali, comprendere se c'è uno svantaggio competitivo imposto da qualche norma. Il dibattito sul meridionalismo – ha concluso - è un dibattito che noi meridionali non siamo stati mai capaci di affrontare pienamente”. 

 

La 'questione meridionale' è giusto che la si racconti, ma per il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, che si è detto preoccupato, “è giusto che lo si faccia inserendola nel declino dell'Italia. La politica del Mezzogiorno – ha ribadito Loizzo – è stata debolissima. Non abbiamo avuto una classe dirigente, in politica, in grado di difendere la questione Meridionale, il Meridionalismo”.

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Per Loizzo, quindi è arrivato il momento di assumersi delle responsabilità, anche perché “i mali del Mezzogiorno sono i mali dell'Italia”. E' giusto che il governo centrale se ne renda conto, come è altrettanto giusto e necessario “avere un Ministro per il Mezzogiorno che sia innanzitutto del Sud e che svolga la funzione di guardiano che tuteli il Mezzogiorno e che, ad esempio coordini le Regioni sugli interventi infrastrutturali”. 

 

Intanto sembra che il governo stia procedendo in “maniera celere" – come assicura il sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano – al Piano per il Sud. "Abbiamo puntato molto anche con Svimez – ha spiegato Cassano -  sullo sviluppo delle aziende, sul credito di imposta, sulle strutture alberghiere e turistiche".

 

“Non penso sia del tutto e a tutti chiaro (in termini non solo concettuali, ma soprattutto operativi, di scelte politiche) – ha spiegato invece Waldemaro Morgese - che senza “self government” il Sud non si salva (perché nessuno lo salva) e che per attivare un “self government” occorre che la gente del Sud sappia provvedere a se stessa; e che, per saper provvedere a se stessi, bisogna che la gente del Sud anzitutto acquisisca le capacità e le comptenze, la determinazione etica e la volontà di osare”.

 

(gelormini@affaritaliani.it)