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Municipi di Bari, la vexata quaestio della raccolta firme
Municipi, elezione presidenti: 2004-2019 quindici anni trascorsi invano. L'interminabile crociata sul decentramento mai attuato a Bari.
di Potito Perruggini
Era il lontano aprile 2004 quando, la mancata approvazione del nuovo regolamento sul decentramento da parte del consiglio comunale di Bari, spinse quattro consiglieri circoscrizionali uscenti a promuovere ricorso al TAR. Il Prefetto di Bari convocò su nostra istanza, dopo aver ascoltato parere del ministero dell' Interno che ci dava ragione, le elezioni dirette dei mini sindaci obbligando all'uso del sistema per comuni con analoga popolazione. Si passò quindi dall'elezione indiretta (tra i consiglieri eletti) a quella diretta dei Presidenti di Municipio.
Allora, come oggi, i nomi dei candidati presidenti e consiglieri dei municipi venivano indicati dai partiti all' ultimo minuto possibile prima della presentazione della lista grazie all'esenzione, evidentemente illegittima, dell'obbligo della raccolta firme.
In altri termini pur trattandosi di distinti ed indipendenti procedimenti elettorali si giunge all’assurdo di garantirsi, con la raccolta di solo 350 firme (tante sono quelle necessarie per la presentazione di una lista al Comune di Bari), la partecipazione al comune e in ben cinque municipi; mentre volendo presentare liste autonome da quelle comunali nei soli municipi sono necessarie non meno di 950 firme!!
L'articolo del regolamento non adeguato alla norma in vigore prevede testualmente:" Non sono richieste le sottoscrizioni quando la lista dei municipi viene presentata insieme alla lista per le elezione del consiglio comunale con lo stesso contrassegno."
La raccolta firme è parte del procedimento democratico di elezione diretta, non è elemento meramente formale ma anche sostanziale. Infatti, è attraverso l'indicazione del "delegato di lista" che si espletano atti fondamentali - pena l'inammissibilità della lista - quali il collegamento al candidato sindaco/presidente, la nomina dei rappresentanti di lista presso i seggi e presso la commissione elettorale centrale. Mancando la raccolta firme è evidente la carenza di “mandato elettorale”, determinando una situazione di grave illegittimità amministrativa sotto il profilo formale e sostanziale.
La legge consente fino a 180 giorni precedenti al deposito delle liste per la raccolta firme per agevolare la partecipazione popolare, ma i partiti aspettano sempre l'ultimo minuto!
Mi permetto di far notare che non mancano certamente precedenti giurisprudenziali di annullamento di elezioni, per la scorrettezza nella raccolta firme e, proprio nel caso di Bari, addirittura nelle elezioni del 2004 un ricorso al Tar presentato da cittadini del quartiere San Paolo venne respinto solo per "tardiva presentazione".
In sintesi, sono trascorsi ben 15 anni e 3 legislature amministrative, senza che nessuno ponesse attenzione a disciplinare correttamente la materia. Suggerisco e faccio appello a tutte le forze politiche di seguire la procedura completa per la presentazione delle liste nei municipi. Le regole non sono opzionali.
Il mancato rispetto di regole base per la partecipazione popolare al tanto decantato decentramento amministrativo non può ricadere sui cittadini a causa di ulteriori costi che si andrebbero a generare in caso di annullamento dell'intero procedimento elettorale.
E' comprensibile che la commissione elettorale, basandosi sui precedenti, ammetta tutte le liste alla competizione, pur in presenza di una così evidente disparità tra chi presenta la lista al comune e chi intendesse presentare solo liste nei municipi. Chi garantisce che non ci siano ricorsi tempestivi da parte di qualsiasi cittadino elettore o partito non ammesso o perdente ?
Il decentramento amministrativo purtroppo non attuato, fiore all'occhiello del lungimirante statuto comunale di Bari sotto la guida sapiente del professor Enrico Dalfino, che prevede addirittura fin dal 1991
l'autonomia differenziata tra i municipi, rischia di diventare l'ennesima figuraccia mediatica dopo quella rimediata recentemente con "gettonopoli".