Murgia, rifiuti radioattivi
Stop duro di Santorsola
“Saremo al fianco dei territori, non potremo che esserlo, per far valere le ragioni di una indisponibilità ad accogliere il deposito nazionale di rifiuti radioattivi basata non su una astratta sindrome Nimby, ma su dati di fatto, su elementi tecnici chiari ed inoppugnabili. La mia presenza al consiglio comunale congiunto che si tiene oggi ad Altamura su questo tema vuol testimoniare la presenza e la vicinanza di tutto il governo regionale alle comunità che temono decisioni arbitrarie a livello nazionale”. Così l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Domenico Santorsola, nel suo intervento ad Altamura.
“Come nel caso delle ricerche petrolifere e della TAP il governo a guida del presidente Emiliano non intende arretrare e neppure sembrare remissivo rispetto a decisioni che non condivide e che piombano sulla testa della Puglia. senza tener conto di legittime aspirazioni territoriali, scelte strategiche delle amministrazioni locali e dati tecnici".
"Saremo fermi - prosegue Santorsola - nel presentare le nostre ragioni, valuteremo su base tecnica eventuali scelte localizzative che dovessero interessare il nostro territorio e ci batteremo per tutelare la nostra terra che già tanto ha dato al paese in termini di pressione ambientale”.
Sull'argomento arriva anche la puntualizzazione del Senatore Dario Stefàno, coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia, dopo che il sottosegretario Castiglione ha risposto in Aula ad una sua interrogazione, indirizzata al Ministero per l'Ambiente, per verificare se la zona dell'Alta Murgia fosse esclusa dai siti per lo stoccaggio di rifiuti nucleari.
"E’ un’altra idea priva di senno, quella di immaginare la localizzazione di un sito di stoccaggio di rifiuti nucleari dove c’è un Parco nazionale: l’Alta Murgia non può e non deve essere individuata come area per lo smaltimento di materiale radioattivo. La Puglia rischia di diventare un incredibile campo minato: la Tap, le trivelle, l’Ilva le centrali a carbone e ora questa ipotesi. La risposta di oggi in Aula non chiarisce i dubbi”.
"Ritengo particolarmente significativo - sottolinea Stefàno - che il Ministro dell'Ambiente non si sia presentato oggi in Aula, rinunciando a mettere la faccia su una vicenda che sta procurando grande agitazione in un intero territorio. Le argomentazioni del sottosegretario all'agricoltura non chiariscono assolutamente e l'approccio con il quale il Governo sta affrontando questa questione è incomprensibile, mentre sull'Italia incombe la scure di una nuova procedura d'infrazione che la Commissione Europea potrebbe avviare già nei prossimi giorni. Ieri, infatti, è scaduto l'ultimatum europeo per l'indicazione del sito dove costruire il deposito nazionale. Ma il Governo tace”.
“Questo silenzio alimenta l’allarmismo nei cittadini, che ogni giorno subiscono le notizie che vorrebbero i rifiuti nucleari ora stoccati da una parte, ora dall'altra del nostro Paese. Tutto ciò naturalmente avviene in barba al risultato schiacciante del referendum con cui gli Italiani hanno chiarito di voler chiudere con i programmi nucleari”.
“Ora - conclude Stefàno – va bene abbracciare finalmente l’idea - perchè è tardiva - di un percorso partecipativo e di consapevolezza sulla localizzazione del deposito. Il timore però è che questa decisione giunga “quando i buoi sono già scappati”. Le valutazioni di idoneità, invece, devono tener conto e incrociare variabili inderogabili, non solo morfologiche o geografiche, ma soprattutto quelle sociali, economiche e culturali di un territorio. Solo così si riuscirà ad ottenere una valutazione giusta e obiettiva e che, nel caso della Murgia, confermerebbe il suo «no», anche al di là del percorso partecipativo, che non potrà che dare esito negativo”.
(gelormini@affaritaliani.it)