PugliaItalia
Nextlaw: Economia, Ambiente ed Energia
Sostenibilità possibile oltre le ideologie
Contesto suggestivo, profumo di mare, luce del tramonto "levantino" di fine estate: sul terrazzo del Circolo Canottieri Barion, sul Molo S. Nicola di Bari, si parla di Economia, Ambiente ed Energia, ma anche di rapporto Governo - Regioni, di concertazione e di autonmie locali. Il pretesto: la presentazione di un libro. L'obiettivo: dar voce, nel dibattito in corso, in particolare sull'approvigionamento energetico, ma non solo, anche a chi ha intenzione e voglia di operare, e non solo alla protesta o ai pareri contrari.
La relazione tra Economia ed Ecologia dà l'impressione di esseresi trasformata in
Se ne è parlato a Bari nel corso dell’incontro ‘ECOLOGIA VS ECONOMIA’ promosso da Nextlaw, studio legale di diritto amministrativo con sedi a Bari, Lecce e Roma, impegnato ad affiancare soprattutto le imprese nella gestione degli affari legali e delle relazioni istituzionali.
L’iniziativa barese è la prima del ciclo di incontri ‘Nextopic’ promosso da Nextlaw, durante il quale ospiti di rilievo e pubblico si confrontano su temi di interesse generale: ambiente ed energia, sanità, pubblico e privato, territorio e infrastrutture.
"L’obiettivo di ‘Nextopic’ - ha spiegato Luca Clarizio, managing partner di Nextlaw – è quello di diventare luogo di incontri, di discussione pubblica, alla quale prendiamo parte con il nostro punto di vista, sulla base di quelle che sono le nostre idee e conoscenze nella convinzione che solo dal superamento delle voci contrapposte può arrivare quell’innovazione culturale prima ancora che economica e sociale di cui il territorio ha bisogno".
"Nell'incontro - ha precisato Clarizio - abbiamo provato a raccontare quale può essere il rapporto tra economia e questioni ambientali ed energetiche slegato da pressioni ideologiche. Nel nostro rapporto di consulenza e assistenza legale con TAP adottiamo la stessa visione: siamo convinti che la crescita del territorio passa anche per infrastrutture che, in sicurezza e nel rispetto dell'ambiente, siano in grado di assicurare sviluppo e innovazione".
Ospite centrale della serata e del dibattito, Chicco Testa, presidente di Sorgenia e autore del libro ‘Contro (la) natura’. Piuttosto distante dall'attivismo ambientalista dei tempi di fondazione e presidenza di Legambiente, nonchè da quelli dei successivi mandati parlamentari nelle file prima del PCI e poi del PDS: "Si è distrutto il diritto/dovere di chi vuole realizzare qualcosa. Essere troppo inclusivi rischia di condannarci all'immobilismo. Gli stranieri non investono più in Italia perché scoprono durante gli iter che, pur rispettando ogni norma, ci sono sempre nuovi ostacoli imprevisti, comitati contrari e ‘scienziati’ improvvisati capaci di rallentare e a volte bloccare progetti e sviluppo".
"All'origine del Nimby in Italia - precisa l'ex presidente di ENEL - non c'è la preoccupazione dell'opinione pubblica, ma la mancanza di coraggio della élite italiana, in primis dei rappresentanti delle istituzioni, che non prendono posizioni ferme sulle opere da realizzare". "Vanno bene i dibattiti pubblici - aggiunge - ma se la classe dirigente non ha il coraggio, di fronte a iter compiuti e norme rispettate, di difendere le verità e imporre le scelte, perdiamo solo tempo, investimenti e progresso. Fa rabbia vedere
In sintonia d'intenti Giandomenico Amendola, professore ordinario di Sociologia urbana dell’Università di Firenze: "La politica, anziché trovare la mediazione tra interessi diversi, cavalca la paura che rappresenta una fabbrica incredibile di consenso. E’ il cambiamento che fa paura e questo porta spesso all’immobilismo; la Puglia, dove abbiamo assistito a numerose e discutibili prese di posizioni su importanti infrastrutture, è un esempio da manuale dell’irrazionalità di fondo della nostra politica".
Presenti al dibattito anche Alessandro Beulcke, presidente di Aris/Nimby Forum, il progetto di ricerca sul fenomeno delle contestazioni territoriali ambientali (se ne contano oltre 300 in Italia), Clara Risso, country manager TAP ed Ernesto Somma, ordinario di Economia industriale dell’Università di Bari.
(gelormini@affaritaliani.it)