Nicola Pice ricorda
Anna Rosa Tarantino
Il ricordo del professor Nicola Pice di Anna Rosa Tarantino: vittima 84enne a Bitonto di una sparatoria
di Nicola Pice
Partecipati i funerali di Annina, barbaramente uccisa da quattro balordi. La rivedo ancora con la sua mitezza e la levità del suo sorriso che traspariva dai suoi occhi nella chiesa di san Michele, lì onnipresente, perfino alla Messa della sera prima della sua morte da lei fatta celebrare in memoria dei suoi.
Abitava quella via delle Marteri e abitava quella chiesa a cui per anni aveva reso il suo servizio con quella premura ed encomiabile laboriosità che sembrava evocasse la Marta evangelica. La sua paura di vedere la corte dello slargo dinanzi alla sua povera casa occupata da drogati l'aveva spinta a chiedere un cancello che fosse di riparo al pericolo paventato.
Si fece finta di negarlo, ma tacitamente le fu permesso come a volerle garantire quella sua vita di donna vedova e senza figli, tutta dedita al servizio reso ad un luogo di culto, all'assistenza ad una sorella sempre più afflitta dalla cecità: un vissuto di vita semplice, ma ancorata ad antichi valori nonostante le tante sue privazioni, le tante sue sofferenze.
Non tanto una vita vissuta per gli uomini con il pretesto di Dio, ma una vita vissuta per Dio immaginandosi di vivere per gli uomini, pur sempre una vita buona e piena e con la convinzione che servire la comunità con semplice cura è la gloria.
E forse qui il senso della sua vita e della sua triste fine: morire sotto Natale levando il suo gloria a Dio nell'alto dei cieli ed esprimere il bisogno di pace in una città martoriata dalla indifferenza verso ogni forma di malvagità. Una mite persona della gente comune, la sola capace di perpetuare ideali e speranze anche nella notte nera....