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Nicola Zingaretti, una Preghiera Democratica
Lettera a Nicola Zingaretti in vista delle Primarie nazionali del Partito Democratico, per la designazione del nuovo Segretario.
La lettera a Nicola Zingaretti in vista delle Primarie nazionali del Partito Democratico, per la designazione del nuovo Segretario:
Caro Segretario,
prossimo futuro del PD, mi permetto di rivolgerti questa Preghiera Democratica non certo per sentimento devozionale, data l’estrema sensibilità suscitata dal nome che porti per ogni pugliese, tanto meno per deferenza nei confronti di un cognome che - seppur nella declinazione laziale - ti lega alla Puglia e a uno dei suoi più nobili rappresentanti: Nicola Zingarelli, padre del Vocabolario della Lingua Italiana (nato a Cerignola come Giuseppe Di Vittorio).
Ti scrivo nel ricordo di membro del nucleo embrionale che, in un sottoscala di Bologna - con Salvatore Bragantini, Deo Fogliazza, Chicco Crippa, Stefano Facchi, Benito Fiori e altri, dette vita all’Associazione per il Partito Democratico, che in seguito - insieme ad alcuni esponenti di Libertà e Giustizia, tra cui Riccardo Sarfatti, e dei Cittadini per l’Ulivo - fece da catalizzatore e propulsore al processo fondativo del PD.
Ma soprattutto, ti scrivo per aver avuto modo di conoscerti durante una Summer School a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, organizzata da te e Lapo Pistelli nel 2007, apprezzando il tuo percorso politico, che non ha visto l’Europa come una sorta di ultima spiaggia della carriera, bensì come base di partenza per la successiva esperienza amministrativa e oggi, ti e mi auguro, alla guida del partito.
Ho ascoltato qualche sera fa il tuo intervento ‘programmatico’ a Bari, in occasione della presentazione del libro di Marco Minniti “Sicurezza è libertà”: indubbiamente stimolante, opportunamente autocritico e per molti aspetti più che condivisibile. Mentre parlavi, però, realizzavo che la lista dei buoni propositi, aveva già acceso entusiasmi, rievocando il “sogno rivoluzionario”, con Walter Veltroni e i quattro temi chiave del Lingotto: Ambiente, Patto generazionale, Formazione, Sicurezza. Suscitato speranze con Dario Franceschini. Fatto vivere qualche fremito con Pier Luigi Bersani e creata qualche falsa illusione con Matteo Renzi.
Non credo serva fare l’elenco delle “cose che si dovevano fare e non sono state mai realizzate”, nonostante il conforto, quando graziati, dei numeri in Parlamento. Faccio riferimento solo al tema che mi riguarda da vicino, non per fatto personale, ma perché ritengo sia una valida cartina al tornasole: utile dal caso specifico a misurare la situazione in generale.
Ho perso il lavoro, per una ristrutturazione aziendale (poi fallita anche quella) nel 2004, vivevo a Varese, e ricordo perfettamente quale “balsamo” furono le parole proprio di Walter Veltroni, alla consegna del diploma del 1^ corso della Scuola di Formazione Politica di Massimo Cacciari a Milano, che parlava di “Attenzione alla persona, e impegno prioritario verso la piaga nascente del precariato”. Un ritornello che ha continuato a ripetersi nei propositi, ma a non trovare alcuna forma di soluzione concreta, anche nelle note - più o meno intonate - dei suoi successori.
Per certi versi anche quello è rimasto un “sogno”. Anzi, col salire dell’età si è trasformato in miraggio, e col prolungamento dell’età pensionabile - e il lavoro sempre evanescente - si è trasformato in vero e proprio incubo. E mentre noi continuiamo a inseguire i sogni o a rammaricarci, magari, di averli perduti strada facendo, gli altri hanno azionato “l’alettone mobile” e vanno spediti come un treno. Sperare che deragli o aspettare il possibile schianto - lo hai detto anche tu - resta esercizio di poco costrutto.
I sogni, per realizzarli, tocca svegliarsi! Per cui, la preghiera è quella di dare un taglio ai buoni propositi affabulanti, di cambiare registro, oltre che linguaggio, e - dato che ci si rivolge a persone in carne ‘piagata’ e ossa ‘indebolite’ - cominciare a dire non solo o non tanto cosa si vuol fare, ma soprattutto “come” si intende farlo e magari anche “quando”. E perché no? Chiamandole a dare una mano, per cambiare insieme le cose. Rispondendone, ovviamente, sia in caso di successo che di fallimento.
Un colpo di reni ‘salutare’ e incisivo. Dopotutto, non era un vecchio compagno con la barba, Karl Marx, che ci ricordava come “Di buone intenzioni fosse lastricata la strada per l’inferno”?
Buon lavoro e in bocca al lupo. Nunc aut nunquam!
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: Zingaretti e Minniti: 'Il PD per sicurezza e umanità a garanzia della libertà'