PugliaItalia
No-Triv, la lettera aperta
di Introna a Renzi
Il presidente dell’Associazione Socialistideuropa, Onofrio Introna, ha rivolto al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi la seguente lettera aperta:
SIGNOR PRESIDENTE,

Nell’occasione, Le chiedevo a nome della Puglia di riflettere sul rapporto costi-benefici della ricerca ostinata di una risorsa energetica di qualità scadente e quantità limitata, invitandoLa ad intraprendere la strada del dialogo col territorio, per definire scelte condivise e consapevoli.
È trascorso un anno, segnato dal Decreto Sblocca Italia e dai suoi contenuti, orientati verso il SI’ all’opzione petrolio, ma non si è esaurita intanto l’incessante e sempre pacifica opposizione istituzionale e popolare alle trivellazioni off shore.
Lo scenario si sta ora arricchendo con le prese di posizione delle Regioni adriatiche e ioniche, pronte ad adottare proposte di referendum abrogativo delle norme dei Decreti “Sviluppo” e “Sblocca Italia” favorevoli alla prospezione e coltivazione di gas e petrolio nei fondali marini.
Come sa, la Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti regionali ha più volte richiesto unitariamente ai Governi nazionali di sospendere procedimenti e iniziative in materia.

Tra il 2011 e il 2013, cinque Consigli regionali (Abruzzo, Marche, Molise, Puglia e Veneto) hanno approvato proposte di legge di iniziativa regionale alle Camere, per vietare la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare.
Le Regioni chiedevano - e Le Chiedono tuttora - di condividere coi territori una strategia energetica sostenibile, definendo puntualmente e, aggiungerei, finalmente, un piano energetico nazionale, che oggi risulta il grande assente nella programmazione del Paese, per essere in condizione di raffrontarlo alle fonti di produzione disponibili.
Per questo, aggiungendo alle prese di posizione di Governatori e Consigli regionali l’ampio e preoccupato sentire dell’opinione pubblica, espresso in ogni occasione da comunità, associazioni e cittadini, Le rinnovo da cittadino che insieme a tanti vuole difendere la “bellezza” dell’Adriatico e della nostra Terra, l’invito a voler stabilire nelle forme che riterrà più opportune un tavolo con le Regioni, gli enti locali e i movimenti civili. Servirà a produrre scelte che rispettino le vocazioni dei territori, i fattori economici spesso già fiorenti – come il turismo, la balneazione e la pesca - i punti di forza e di sviluppo locale, che verrebbero inesorabilmente compromessi da una scelta improvvida, qual è certamente quella di sconvolgere l’ecosistema dei nostri mari.