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No-Triv, Onofrio Introna
"Ora, la parola a Renzi"

Renzi sta dando un’impronta di forte accelerazione alle riforme in questo Paese, è evidente però che un vero riformatore non può cambiare in peggio i rapporti di collaborazione istituzionale con le Regioni e gli enti locali, fin qui mantenuti dai governi che lo hanno preceduto. La stessa Puglia può diventare un caso di scuola in questo senso, la sua lunga campagna contro le trivelle merita un segno di attenzione da parte del Governo nazionale e la parola passa proprio a Palazzo Chigi, ora che dieci Consigli regionali hanno consegnato i quesiti referendari alla Corte di Cassazione.

trivelleadriatico
 

 

Potrebbe essere la prima volta che un Governo comincia a cambiare atteggiamento, prendendo in considerazione il problema senza attendere il pronunciamento della Consulta sul referendum No Triv. È evidente che un Paese riformista, per poter assumere decisioni impegnative sul suo futuro, dovrebbe valutare l’esigenza di colmare una lacuna, provvedendo finalmente ad una pianificazione del fabbisogno di energia in Italia, vista la perdurante assenza di un piano energetico nazionale.

 

Tanto più di fronte ai previsti rincari di gas ed elettricità per le famiglie: i pugliesi, in particolare, faticano a comprendere come funzionano queste ricadute sulla bolletta nazionale, che diventano centinaia di euro in più nelle bollette di casa, visto che la Puglia contribuisce pesantemente all’apporto energetico, usando fonti rinnovabili, eolico, fotovoltaico, oltre che con la storica produzione da fonti fossili inquinanti, nelle centrali di Cerano e Taranto. Un censimento delle fonti di approvvigionamento italiane ci aiuterebbe non solo a lasciare sul fondo gli scadenti idrocarburi sottomarini, ma anche a fare il punto sulla strategicità della Tap e sull’inderogabilità dell’approdo del gasdotto sulla coste di Melendugno.

 

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Il referendum è una sollecitazione, non è risolutivo di un malessere istituzionale qual è la mancanza di un dialogo, il grande assente finora. L’iniziativa delle Regioni vuole attrarre l’attenzione di Palazzo Chigi sulla difesa dei nostri mari dall’airgun, dalle trivelle, dal petrolio e sollecitare un tavolo con le istituzioni e i territori.

 

Non è più il momento di restare sordi agli appelli che vengono dalla Puglia e da tante parti del Paese: se si vuole veramente cambiare, si cominci dall’atteggiamento nei confronti delle Regioni. È tempo di risposte sulle scelte del centro che riguardano le periferie.

 

Onofrio Introna

Presidente Socialistideuropa