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Olio Extravergine d'Oliva di Puglia: migliore e più ricco

La Puglia è la regione italiana con il patrimonio olivicolo più importante, costituito da oltre 60 milioni di piante - tante quanti tutti gli italiani residenti in patria - di cui più della metà secolari e circa 4 milioni di esemplari addirittura millenari. Oltre 350mila ettari sono coltivati ad uliveto, un quarto della superfice agricola regionale, con 1200 frantoi attivi sul territorio pugliese, che ‘lavorano’ 53 varietà di olive di innegabile valore e qualità.

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Leccino del Salento, Cellina di Nardò o Barese, Cima di Mola o di Bitonto, Cipressino, Coratina, Olivastra, Ogliarola Barese o del Gargano, Peranzana, Pisciottana, Provenzale, Carolea, Tèrmite di Bitonto o di Sannicandro di Bari, Bella di Cerignola, Bambina di Gravina, è un florilegio di inni al potenziale “balsamico” e salutare - sia esso pizzicante, aspramente dolce o dolcemente acido - delle nostre cultivar di Puglia.

L’olio extravergine d’oliva di Puglia, pertanto, è un caposaldo della Dieta Mediterranea e di quella quotidiana di tantissime famiglie, non solo pugliesi. Gli estimatori e gli esperti lo classificano come uno dei migliori in commercio, qualcuno - riferendosi alle sue preziose peculiarità benefiche - ne suggerisce la vendita anche in farmacia.

Un olio che possiamo definire “plurale”, tante sono le varietà e le declinazioni in cui si presenta al palato del consumatore, quale risultante di una caleidoscopica combinazione di cultivar dalla testa del Gargano sino al Salento più profondo.

Daunia, Terra di Bari, Colline di Brindisi, Terra d’Otranto e Terre Tarentine sono le 5 aree geografiche che danno vita ad altrettanti oli extravergine d’oliva DOP, ovvero che si fregiano del marchio Denominazione di Origine Protetta.

A spiccare in questo ventaglio di aromi, profumi e sapori le tre cultivar più caratteristiche legate con equilibrio ai rispettivi territori di riferimento: Coratina, Peranzana e Ogliarola/Leccina. Per cui l’incrocio metaforico “olio/vino”, per renderne più comprensibili le note identitarie, dà vita ad abbinamenti ‘areali’ che esaltano la vocazione della regione alle contaminazioni virtuose.

Così intensità e dolcezza dell’Ogliarola, della Leccina e della Cellina rimandano all’accattivante gusto del Primitivo, mentre i sentori rotondi della Peranzana richiamano l’espressività del Negroamaro, e la forza pizzicante della Coratina rimanda alla tenuta tanninica del Nero di Troia con i loro bouquet salutari di polifenoli.

L’olio extravergine d’oliva vero e proprio patrimonio materiale e immateriale di Puglia.

(gelormini@gmail.com)

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