Patrizia Lusi vestale del Tavoliere
Il seme fecondo della solidarietà
La vicenda storica, controversa e ‘Rusticana’ nelle sue evoluzioni spesso ‘Traviate’, del lascito Zaccagnino a San Nicandro Garganico, in Puglia, è una storia di tradimenti, di riscatti, di disperazione e di successi insperati, ma anche di sofferenze, di slanci solidali, di speranze riaccese, di volontà testamentarie disattese e di depauperamento - spesso doloso - del patrimonio.
E’ la storia di una famiglia di braccianti agricoli, arrivati profughi in Puglia - alla metà del Seicento -dai territori dell’ex Jugoslavia, che si radicherà nell’entroterra garganico, approdando a un successo sociale di tutto rispetto. E che porterà i discendenti, nei secoli successivi, ad affermarsi negli ambiti ecclesiastico, parlamentare e notabile.
Vincenzo Zaccagnino, ultimo erede di una vera e propria dinastia - del quale si conserva nel centro storico di San Sicandro G.co uno splendido palazzo, dai saloni affrescati e dall’imponente portale in marmo - non ebbe figli. Per cui, alla sua morte - nel 1944 - volle lasciare tutti i suoi beni (oltre 3.000,00 ha. di terreni e diversi fabbricati) ad una costituenda Fondazione, che si occupasse direttamente dell'assistenza dei bambini poveri e indigenti della cittadina garganica.
Nunzia Marsilio, scrittrice, docente e dal 1978 al 1992 Direttrice della Scuola Italiana a Teheran, in Iran, ne ha narrato l’intera “saga” nel suo libro “Vincenzo Zaccagnino: l’uomo, il benefattore”, dalla posizione privilegiata di “figlioccia”, avendo avuto l’illustre concittadino e proprietario terriero prima come padrino di battesimo nel 1923, e più tardi come prezioso sostenitore dei suoi studi a Napoli.
Alle buone intenzioni del ‘Filantropo dalle radici slave’ non seguì il percorso impostato dal magnanimo benefattore. Le rendite di un patrimonio di circa 3.400 ettari di terreni di grande qualità, suddivisi fra i territori di Foggia, Apricena, San Nicandro e Lesina, con allevamenti podolici di prim’ordine, un presidio eccellente di apicoltura e di produzione del miele, cantine esclusive e produzione vinicola di pregio, hanno avuto nel corso del tempo ben altre destinazioni rispetto a quelle stabite dal testatore, la cui volontà fu praticamente e radicalmente tradita.
Scandali, arresti e soprusi di ogni genere si sono susseguiti nei decenni successivi. In un territorio infestato da mafie locali e illegalità diffusa, oltre un terzo del patrimonio è andato distratto e ben poche risorse sono rifluite nell’azione benefica immaginata. Trascuratezza e noncuranza a lungo sono state funzionali ad abusi locali e soggettivi interessi di gestione.
Dal 2009 la Fondazione è stata trasformata dalla Regione Puglia in una ASP - Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, uno status che la “obbliga” a soddisfare fini sociali. Un itinerario segnato per l’Ente che ha cominciato a razionalizzare gli interventi già con la precedente presidenza e che con la recente nomina di Patrizia Lusi, quale nuovo presidente, conta di registrare un nuovo impulso al processo di rilancio delle attività produttive finalizzate ad obiettivi di evidente incisività sociale.
E’ in questo quadro che si inserisce l'iniziativa di questi giorni tesa a valorizzare gli scopi benefici dell’Ente e a favorire la consapevolezza, tra gli operatori-interlocutori, che interagire con la Asp “V. Zaccagnino” vuol dire aiutare il territorio e le sue fasce sociali più deboli.
"L'idea è di allargare al massimo la platea dei possibili acquirenti del nostro grano - afferma Patrizia Lusi, avvocato, nell'insolita funzione di 'vestale' del grano del Tavoliere - dal cui ricavato deriveranno investimenti che la nostra Asp impiegherà per l'assistenza diretta e indiretta ai minori e ai soggetti disagiati”.
“Il patrimonio immobiliare di questa azienda - aggiunge la presidente - deve essere messo a disposizione di chi ha bisogno, per soddisfare la missione testamentaria dell'allora Fondazione “dr. V. Zaccagnino” nata dal lascito testamentario del 1944".
La natura giuridica di ente pubblico della Asp - precisa ancora Patrizia Lusi - impone l'utilizzo della modalità amministrativa dell'asta pubblica per la vendita dei beni e l'approvvigionamento dei servizi. Per sottrarre detta trattativa al mercato e all'oscillazione dei prezzi, abbiamo pensato di contattare i maggiori stakeholders del settore, per individuare criteri utili ad entrambe le parti per valorizzare da un lato le potenzialità della Asp “V. Zaccagnino” e dall’altro dare ampia visibilità al fecondo ventaglio di opportunità che la nostra realtà aziendale può offrire”.
Da ricordare che l’attuale Statuto dell’ASP prevede come compito principale, posta ogni attività rivolta al benessere della persona, quello di provvedere all’assistenza - anche in forma residenziale - di minori abili e disabili, fino al compimento della maggiore età. Al momento è già attiva, presso la sede dell’Asp, una Comunità Alloggio per minori disagiati, mentre è in fase di completamento la struttura destinata ad ospitare un “Centro diurno integrato per il supporto cognitivo e comportamentale ai soggetti affetti da demenza” .
Così come va sottolineato come le attività assistenziali dell’Asp vengono finanziate dai proventi della gestione dei beni patrimoniali, costituiti da terreni agricoli in parte coltivati direttamente ed in parte ceduti in affitto, pluriennale e stagionale. Del patrimonio complessivo, l’Asp conduce in proprio circa 900 ha. Per la coltura cerealicola, investiti per la quasi totalità a grano duro di qualità (650 ha.), ad orzo (160 ha.), a favino (70 ha. circa). La produzione attesa per l’annata agricola 2016/2017 si attesta su circa 20.000 q.li di grano duro, 6.000 q.li di orzo distico e 1.500 q.li di favino bianco.
Appuntamento a Mercoledì 19 aprile presso la sede istituzionale della Asp in Località San Nazario - San Nicandro G.co, nella sala conferenze “Giovanni Paolo II” dalle ore 16,30 per un incontro pubblico con gli operatori del settore, teso ad approfondire le problematiche del comparto e perfezionare al meglio contorni e contenuti utili all’avviso di gara, che vorrà essere il più largo e partecipato possibile. Ampliando la base di partecipazione col maggior numero di aziende possibile e, nel contempo, allineare al massimo le condizioni del bando all’andamento del mercato cerealicolo
(gelormini@affaritaliani.it)