PugliaItalia
Pd, Emiliano - Renzi
Tintinnio di sciabole
Il voto contrario alla relazione
Era stata rinviata per la tragica morte delle studentesse italiane dell'Erasmus in Spagna, forse anche con la segreta speranza di smussarne gli accenti polemici, ma alla Direzione nazionale del Partito Democratico si è arrivati in piena bufera Referendum trivelle - caso Ministro Guidi ed emendamento governativo "pro-petrolieri" incriminato.
L'appuntamento era atteso sia all'interno del partito che dall'esterno e dai presidi della politica, per le indicazioni e per le prospettive di tenuta della compagine di governo che sarebbe stato in grado di fornire. Le aspettative non sono state deluse. Il tintinnio di sciabole è stato forte, lo scontro è ormai aperto e il rischio che nei mesi a venire si possa passare alle "scimitarre", è più che mai all'orizzonte. I risultati referendari di Aprile prima e di Ottobre poi incideranno in maniera determinante e, al centro, dagli appuntamenti elettorali amministrativi dipenderà la stoccata fatale.
L'attesa ha indebolito il Premier e di conseguenza il Segretario del partito, anzichè rafforzarlo, per cui l'arroccamento diventa segnale di debolezza anziché prova di forza, e le bordate delle espressioni di minoranza, con Gianni Cuperlo, e dell'antagonista finora "evitato", Michele Emiliano, hanno assunto un effetto deflagrazione, che difficilmente rimarrà contenuto nel cesto dei "anni di casa" di Via del Nazareno.
Appena terminata la Direzione nazionale del Partito Democratico, il post del governatore pugliese ha annunciato:"Ho votato no alla relazione del segretario Matteo Renzi perché le sue argomentazioni sul referendum e sull’emendamento Tempa Rossa ricalcano pedissequamente quelle delle aziende petrolifere e non tengono invece conto degli interessi dei cittadini e dei territori".
"In particolare - aggiunge Emiliano - non è riuscito a dare alcuna giustificazione dello scippo che l’emendamento Guidi ha determinato in danno della Puglia, autorizzando l’oleodotto Tempa Rossa senza consentire alla Regione di trattare con i petrolieri le compensazioni ambientali per la città di Taranto e, dunque, consentendo a questi ultimi di risparmiare decine di milioni di euro".
"Sul Referendum - ha poi precisato - dicono a me di studiare senza sapere che l’ho fatto, e anche molto accuratamente, diversamente da loro: se dovesse vincere il SI al Referendum, tornerebbe in vigore la Legge 9/1991, che non ha mai messo a rischio i posti di lavoro o il pieno sfruttamento del giacimento (vedi nota a margine *) come vogliono far credere approfittando della complessità delle norme".
"De Vincenti dice che non può tornare la vecchia norma, perché abrogata. Non è vero, perché l'emendamento oggetto di Referendum non è abrogativo della precedente normativa, in quanto costituisce solo una deroga alla disciplina ordinaria di cui alla legge 9/1991. L'emendamento ha natura di legge-provvedimento che, in deroga alla normativa di cui alla legge del '91, proroga “sine die” la durata delle concessioni già rilasciate. Eliminato l'emendamento con il Referendum ritornerebbe la piena applicabilità della legge del 91".
Quindi sottolinea con fermezza. "Sono a disposizione dell’economista De Vincenti e ovviamente del segretario Matteo Renzi per spiegare loro come funziona l’ordinamento giuridico italiano".
Concludendo: "Piuttosto, entrambi, evitano accuratamente di dire che con la loro Legge di stabilità un altro regalo è stato fatto ai petrolieri: concessioni highlander per le piattaforme, senza termine, eliminando i controlli pubblici per ottenere le proroghe. Senza peraltro che vi sia alcuna esigenza strategica. Il tutto in contrasto con la normativa europea e la direttiva offshore".
"La campagna per il Si continua, in difesa del nostro mare, del nostro turismo, della nostra salute. E soprattutto per ripristinare l’interesse di tutti contro i vantaggi economici per pochi".
Nel contestare le mosse del Segretario Renzi, Gianni Cuperlo, rappresentante della minoranza, è andato giù diretto, mettendo in discussione l'impianto stesso della politica economica, assunto a perno dell'azione di governo: "Hai scommesso sugli sgravi alle imprese e sussidi al ceto medio. Questa è una cosa diversa dell'investire nelle opere pubbliche".
Ma è sui metodi di governo e sui fatti contingenti che affonda: "Tempa Rossa non si può chiudere con un "ho deciso io". La questione non è una telefonata, ma il processo e i luoghi delle decisioni, il ruolo del Parlamento. Basta polemiche inutili come quelle dei giorni scorsi. Pochi giorni fa hai usato la riforma costituzionale in un modo che non dovrebbe essere mai usata, dicendo più o meno che da ottobre 'spazzerai via le opposizioni'. E dopo? Chi dovrebbe rimanere dopo che avrai spazzato via quelli che non la pensano come te sulla riforma di un terzo della Costituzione? Pensi che quella sarà una democrazia più solida?"
"Il referendum di ottobre non è il tuo referendum - è la conclusione di Cuperlo - ma è un referendum per superare il bicameralismo. Più lo farai tuo più creerai divisione anche nel tuo partito. Penso che tu si profondamente onesto e appassionato per la politica. Ma non ti stai mostrando all'altezza del ruolo che ricopri, ti manca la statura del leader anche se coltivi l'arroganza del capo".
Aspetto messo in evidenza con sottile e micidiale "stilettata" anche da Michele Emiliano (intervento integrale allegato in calce), nel passaggio centrale sul quorum del Referendum-trivelle, allorquando ha ricordato "Il 40% alle Europee del 48% degli elettori (pari al 19,2% reale), che determinò l'ascesa a Palazzo Chigi di Renzi".
Pare proprio di sì, al tintinnio odierno di spade, sciabole e fendenti vari, ben presto seguirà il sibilo tranciante delle scimitarre!
(gelormini@affaritaliani.it)
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In video l'intervento integrale di Michele Emiliano in Direzione Nazioanle PD:
http://www.unita.tv/…/direzione-pd-intervento-di-michele-e…/
Note all'intervento:
(*) Legge 9/1991 - Articolo 9. (Concessione di coltivazione. Disposizioni generali), COMMA 8:
Al fine di completare lo sfruttamento del giacimento, decorsi i sette anni dal rilascio della proroga decennale, al concessionario possono essere concesse, oltre alla proroga prevista dall'articolo 29 della legge 21 luglio 1967, n. 613, una o più proroghe, di cinque anni ciascuna se ha eseguito i programmi di coltivazione e di ricerca e se ha adempiuto a tutti gli obblighi derivanti dalla concessione o dalle proroghe.
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Con la legge di Stabilità le proroghe sono state rese "eterne", senza termine, e soprattutto senza i controlli previsti dalla precedente legge. Votare SI al referendum è l'unico modo per ripristinare termini e controlli nell'interesse pubblico.