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Petrolio, Val d'Agri, Pertusillo e trivelle: la faccenda 'si sporca'

Petrolio in Val d'Agri - Basilicata e infiltrazioni nelle falde che alimentano l'Acquedotto Pugliese attraverso il Pertusillo, trivelle in Adriatico, gasdotti e centrali elettriche continuano a tener banco del dibattito politico di questi giorni e ad assumere aspetti sempre più inquietanti da "sporca faccenda".

petrolio Pertusillo1
 

Nino Marmo, consigliere regionale di Forza Italia, attacca a testa d'ariete: "Come muta in fretta l’opinione degli uomini! Soltanto pochi mesi fa il Governo regionale - chiamato a relazionare sulla situazione del Pertusillo e della Val d’Agri da una mozione di Forza Italia votata all’unanimità dall’Assemblea - chiudeva in maniera tranciante l’argomento per bocca del Governatore Emiliano. Quest’ultimo - anziché chiarire se quell’area della Basilicata fosse diventata serbatoio di elementi potenzialmente tossici e nocivi per la salute delle famiglie pugliesi che utilizzano l’acqua proveniente dal Pertusillo attraverso i rubinetti di Aqp - si limitò a comunicare che il suo omologo lucano, Pittella, era fortemente contrariato per l’ingerenza pugliese in questa materia; che in fin dei conti si trattava di questione tutta interna alla sorella Basilicata; e che in ogni caso l’Arpa di quella regione non aveva segnalato alcun dato allarmante circa un potenziale inquinamento da idrocarburi”.

Marmo sciancalepore
 

“E invece, - aggiunge Marmo - appena il tempo di scavallare il 2016, ed ecco che è lo stesso Pittella - con una delibera urgente della sua giunta e dopo un allarmato vertice presso la prefettura di Potenza - a decidere la sospensione dell’attività del Centro Olii di Viggiano in via cautelativa per 90 giorni. Il motivo? Presto detto: contaminazione da idrocarburi del terreno circostante, con conseguenti ripercussioni sulla qualità dell’acqua. Con naturale necessità di analisi e verifiche per scongiurare che l’inquinamento arrivi all’Agri e da lì anche oltre, magari fino al Pertusillo."

"Ecco perchè torniamo a chiedere, serenamente ma decisamente, al nostro Governo regionale: siete sempre del parere che la vicenda della Val d’Agri sia una questione della sola Basilicata? Non è invece il caso - a tutela della salute attuale e futura degli utenti di Acquedotto Pugliese - monitorare con attenzione l’evoluzione del caso? Perché è fin troppo evidente che il problema dell’inquinamento non può essere geometricamente circoscritto alla zona su cui insiste il Centro Oli. Anzi, l’acqua sotterranea - dal Centro Oli all’invaso del Pertusillo - deve percorrere solo pochi chilometri nel sottosuolo attraverso sedimenti a diversa permeabilità".

"Ed allora, rilanciamo: esiste uno studio, serio e recente, dell’assetto stratigrafico ed idrogeologico del sottosuolo di quella vasta area che può essere interessata dalla dispersione di idrocarburi inquinanti nel sottosuolo lucano? Temiamo di no. A questo punto crediamo sia doveroso che Arpa puglia ed Aqp intensifichino nei fatti la propria attività di monitoraggio e di analisi a tutela dell’Ambiente e della Salute Pubblica. E che anche Emiliano spalanchi gli occhi una volta per tutte su questa vicenda, senza ingiustificati timori reverenziali nei confronti del suo collega, di ruolo e di partito. I Pugliesi -conclude Marmo- pretendono trasparenza”.

Anche il capogruppo di Noi a Sinistra per la Puglia, Enzo Colonna, con una nota interviene sul tema: “La notizia della decisione della Giunta regionale della Basilicata di disporre la sospensione dell’attività del Centro Olio di Val d’Agri (Cova) di Viggiano (Potenza) per 90 giorni a seguito della contaminazione prodotta dallo sversamento di petrolio ripropone le preoccupazioni espresse a più riprese in questi mesi e tradotte anche in un’interrogazione urgente presentata due mesi fa".

"Le risposte fornite all’epoca dall’Acquedotto Pugliese e, in Consiglio regionale il 7 marzo scorso, dall’assessore Giannini, furono rassicuranti in ordine alla qualità dell’acqua captata dall’invaso del Pertusillo e immessa, dopo il processo di potabilizzazione, nella rete idrica pugliese.
Si rende necessario, dunque, tornare a fornire informazioni ed elementi di certezza ai cittadini pugliesi. Massima deve essere l’attenzione, massima la precauzione".

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"Torno a chiedere all'assessore Giannini di disporre l’intensificazione dell'azione di monitoraggio e controllo, attraverso l’Arpa Puglia e l’AQP, sulle acque in questione e di acquisire in via ufficiale e di urgenza dalla Regione Basilicata informazioni sull’ultimo episodio che può avere conseguenze sulla qualità dell’acqua raccolta nell’invaso, nonché sulla situazione generale dell’invaso del Pertusillo e sui risultati delle analisi condotte dalla Regione Basilicata sulla qualità delle sue acque. È necessario, altresì, che i dati acquisiti attraverso tali attività siano messi a disposizione dei cittadini pugliesi".

"Torno a chiedere, infine, come già sollecitai con l’interrogazione consiliare, di sottoporre ai rappresentanti della Regione Basilicata la richiesta che una delegazione del Consiglio regionale della Puglia possa incontrare in tempi stretti i rappresentanti della Regione Basilicata, dell’Arpab e delle strutture di quella Regione preposte al controllo e monitoraggio delle acque degli invasi lucani che forniscono acqua alla Puglia”.

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Dal Partito Democratico è il deputato pugliese Dario Ginefra, sostenitore di Michele Emiliano nella corsa alla Segreteria nazionale del PD, a dichiarare: "Al netto delle rassicurazioni offerte dal MISE in queste ore in risposta a nostre interrogazioni parlamentari sulla materia siamo scettici sul contenuto del DM licenziato dal Governo il 3 aprile u.s. e che a nostro avviso consentirà alle compagnie petrolifere la possibilità di modificare il programma di sviluppo previsto al momento del rilascio di una concessione e recuperare le riserve esistenti anche entro le 12 miglia". 

A margine di una  Conferenza stampa convocata a Montecitorio sul tema, Ginefra prosegue: "A questo si aggiunga  che nel testo del decreto-legge approvato dal Cdm la scorsa settimana, la c.d. "manovrina", sarebbe contenuta una norma interpretativa che esenta le piattaforme petrolifere dal pagamento dell'Imu e dell'Ici retroattivamente per il periodo 2011-2016, ci troveremmo innanzi l'ennesimo atto grave in favore delle compagnie che estraggono idrocarburi".

(gelormini@affaritaliani.it)

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