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Pietro De Sarlo, il suo ‘noir’ pungente sulla Via della Seta
Ancora la Basilicata e ancora il petrolio sullo sfondo del nuovo ‘noir’ di Pietro De Sarlo ‘Dalla parte dell’assassino’ - Altrimedia Ed., 2020
Ancora la Basilicata sullo sfondo del nuovo ‘noir’ di Pietro De Sarlo ‘Dalla parte dell’assassino’ - Altrimedia Ed., 2020 e ancora il petrolio al centro della storia avvincente e intricata, che coinvolge e travolge l’establishment di un Paese che ha consolidato un modo d’intendere il ‘mutuo soccorso’ più vicino alle trame massoniche o mafiose, che a quello evangelico dell’Ama il prossimo tuo come te stesso.
Un noir che potremmo definire ‘pungente’, per come si dipana tra un assassinio e l’altro - tutti eccellenti - e che i moderni riverberi trascinatori delle piattaforme mediatiche fanno presto a trasformare e consacrare in “medaglie al merito”, per quella sorta di giustiziere provvidenziale che si cela nel mistero.
All’origine o alla base della vicenda gli effetti disastrosi del blocco e delle deviazioni attuati sul progetto ambizioso ed affascinante de “Le Vie della Seta”: che, nella scia delle prospettive aperte - a suo tempo - da Marco Polo, tornava a far puntare le attenzioni della Cina verso l’Adriatico e il porto di Taranto, provocando la levata di scudi da parte dei tedeschi e degli olandesi, che monopolizzano tuttora i traffici portuali nel Nord Europa.
Economia, politica, corruzione, depravazione, cinismo, avidità e sete di potere, frammisti a debolezze, passioni, frustrazioni, tradimenti e dipendenze d’ogni genere sono gli scenari in cui il commissario Achille Schietroma, del Tuscolano X a Roma, si trova a operare: in un quadro deplorevole, ma alquanto realistico di un’Italia che non cambia e che già Dante Alighieri aveva avuto modo di descrivere nella sua celebre invettiva: “Ahi serva Italia, di dolore ostello/nave senza nocchiere in gran tempesta/non donna di provincie, ma bordello!” (Purgatorio, canto VI, vv. 76-78).
Il tono dell’autore resta asciutto e denso di malcelata ironia: una combinazione alquanto efficace, quasi quanto il veleno utilizzato dal serial killer, per mettere a nudo intrighi e ricatti, che da sempre segnano la governance di questo Paese, sia essa politico-istituzionale, industriale, finanziaria o socio-spirituale.
Grande capacità di sintesi nel delineare i tratti dei protagonisti e la piega delle situation-tragedy, che di volta in volta aprono il sipario sul delinearsi della trama, che già in apertura si concretizzano in due stoccate: il saluto deferente e avvelenato al Monsignore, prima vittima designata, e la presentazione dello stesso in 3 pennellate: fetente, stronzo, con la zimarra.
Per una volta Achille ed Ettore - i nomi del commissario e del suo Questore - sono dalla stessa parte e un legame di vecchia data e di giovanile amicizia, ne rinsalda il comune tentativo di far luce sull’inquietante succedersi di omicidi e sull’Apocalisse, col suo Angelo Sterminatore, che sembra improvvisamente arrivata: sul Maestro - cultore e appassionato di libri, pergamene e documenti storici - e i suoi accoliti; sulle relazioni compromettenti e la spregiudicatezza imperante; sui favoritismi interessati e le ipocrisie professionali più o meno sottaciute; sugli stessi equilibri famigliari del commissario Schietroma e i rapporti interni alle Forze dell’Ordine.
Insomma, uno spaccato dell’Italia che ben conosciamo e che non finisce mai di sorprenderci: nei suoi risvolti più abietti, così come nelle sue impennate reattive più dirompenti. In cui la lotta di omerica memoria, sotto le mura dell’antica Troia, sembra trasferirsi nei contesti contrapposti di un’epica più moderna: tra la drammatica concretezza delle morti eccellenti e la virtualità meschina di un tifo tutto ‘emoticon’; tra le due facce di un Ulderico bifronte (come le immagini dei tarocchi), alle prese con la bellezza dell’arte e le bassezze del potere; tra la realtà del veleno conservato in pacchetti di Marlboro e la finzione ‘tutta fumo’ di una sigaretta elettronica, il cui vero antidoto, per Achille Schietroma, porta persino il nome di un famoso tabacco: quello della moglie Virginia.
Una narrazione fantastica, basata su fatti di cronaca politica e finanziaria internazionali. Un ambiente piuttosto conosciuto dall’autore - anche nelle pieghe più segrete - che lo utilizza con maestria, rendendo la lettura del romanzo intrigante e scorrevole. In definitiva, ancora un brillante colpo a segno, per il Pietro De Sarlo scrittore.
(gelormini@gmail.com)