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Pomodori, accordo Coldiretti-Princes riconosciuti prezzi +23%: mai così alti
Pomodori, accordo Coldiretti-Princes riconosciuti prezzi +23%: mai così alti da 22 anni. Nota CIA su accordo per pomodoro da industria.
Siccità e maggiori costi di produzione sono stati riconosciuti già dalla fine di maggio scorso grazie all’accordo tra Coldiretti e Princes, che prevede una remunerazione di 121 euro a tonnellata per il pomodoro tondo e 125 euro a tonnellata per il pomodoro lungo.
E’ quanto ricorda Coldiretti Puglia, sottolineando la politica lungimirante e di visione adottata con l’accordo di filiera sottoscritto da Coldiretti e Princes, che hanno unito gli sforzi per sostenere il “Made in Italy” della filiera del pomodoro, valorizzandone l’elevata qualità e l’identità nazionale, con una intesa che garantisce una remunerazione in campo che gli agricoltori non vedevano da 22 anni, dal lontano 1998, anche per rispondere all’emergenza siccità che ha colpito duramente la provincia di Foggia e i maggiori costi di produzione.
"Il contratto 2020 ha stabilito un aumento dei prezzi riconosciuti in campagna agli agricoltori del +23% rispetto al 2019. Questi prezzi - spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - saranno applicati esclusivamente ai pomodori coltivati in Puglia, Basilicata e Molise. Sarà, inoltre, riconosciuto un premio di 10 euro a tonnellata in corrispondenza dell’utilizzo della tecnica agronomica della pacciamatura".

"L’Accordo di filiera triennale che rappresenta uno strumento straordinario di investimento e valorizzazione della filiera pugliese del pomodoro da industria, si prefigge lo scopo di rendere più equilibrata e coerente la distribuzione del valore lungo la filiera per contrastare pratiche commerciali sleali, come i casi di aste capestro online al doppio ribasso, che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il Ministero delle Politiche Agricole e le principali catene della grande distribuzione”.
“La definizione del contratto annuale sul pomodoro, nell’ambito dell’”Accordo di Filiera” triennale sottoscritto nel 2019 garantisce produzioni di qualità eccellenti, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale, con i coltivatori che si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione basato su una equa pianificazione degli investimenti”, afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.
“Il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata, che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. La provincia di Foggia - insiste Piccioni - è leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di 32 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 175.000.000 euro. Un bacino produttivo straordinario se confrontato al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita, una realtà che va salvaguardata e promossa – conclude Piccioni - perché rappresentata da imprese agricole e agroalimentari pugliesi che operano con grande professionalità e in assoluta trasparenza”.
"L’obiettivo - sottolinea la Coldiretti - è creare le condizioni per evitare il rischio del crollo delle esportazioni in quello che rappresenta il primo mercato di riferimento delle conserve di pomodoro nazionali, il prodotto simbolo della dieta mediterranea ma anche un settore determinate per l’economia e l’occupazione in Italia. A spaventare – sottolinea la Coldiretti – sono gli effetti dei ritardi doganali e dei dazi con aumenti tariffari a doppia cifra che scatterebbero con il nuovo status di Paese Terzo rispetto all’Unione Europea".

Quasi un barattolo di pomodori pelati Made in Italy su cinque esportati finisce in Gran Bretagna, che è dipendente dall’estero per l’80% del pomodoro che consuma e rappresenta per l’Italia uno sbocco di mercato di vitale importanza che la Brexit, soprattutto in caso di mancato accordo, potrebbe mettere a rischio.
Princes lavora nello stabilimento di Foggia - il più grande sito industriale d’Europa - unicamente pomodoro di origine pugliese e si rifornisce esclusivamente da produttori che rispettano i più alti standard in tema di lavoro etico, secondo le certificazioni “Global G.A.P. GRASP” o “SA8000”.
Coldiretti e Princes intendono così ulteriormente sostenere e promuovere la filiera del pomodoro pugliese, unica al mondo per la qualità del prodotto e che da sola contribuisce per circa il 30% all’intero volume del pomodoro italiano da industria.
Nel contesto dell’accordo, Princes e Coldiretti stanno sviluppando congiuntamente un’innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain, che per la prima volta in Italia verrà applicata a un prodotto trasformato industrialmente. La piattaforma garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera e il rispetto di tutti i requisiti previsti con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali. La blockchain, grazie a registri informatici distribuiti e concatenati, fornirà ulteriore garanzia che il pomodoro provenga da cooperative che rispettano gli standard etici richiesti.

In altra nota, la CIA Puglia fa sintesi del quadro dell’accordo sul prezzo del pomodoro da industria, concordato tra la parte agricola e quella industriale al Centro-Sud: "Il pomodoro da industria si liquiderà a 105euro/tonnellata per il tondo e a 115 euro/tonnellata per il lungo: un centesimo in più rispetto alla campagna 2019".
“Meglio tardi che mai - ha dichiarato Michele Ferrandino, presidente provinciale di CIA Capitanata - avevamo chiesto che si giungesse finalmente a un accordo e salutiamo con cauta soddisfazione il raggiungimento di un’intesa, che scongiura la legge della giungla. Questo accordo è una base affinché, nell’immediato futuro, si possa fare ancora meglio, poiché i prezzi di produzione per il Mezzogiorno sono più elevati rispetto a quelli sostenuti nel nord Italia".
"Abbiamo fatto prevalere il buon senso - ha ribadito Ferrandino - evitando di salire sulle barricate, ma al sistema agricolo pugliese e a quello del Sud più in generale va riconosciuto, anche nell’accordo sui prezzi, un impegno e una professionalità di grande rilievo, con aziende agricole capaci di produrre qualità e sicurezza alimentare in condizioni talvolta estremamente disagiate".
"L’emergenza Covid-19 - ha ricordato Ferrandino - ha reso molto più difficili le condizioni lavorative, la ricerca e la disponibilità della manodopera, mentre i cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e nubifragi ha elevato ai massimi livelli il rischio d’impresa e quello di perdere il raccolto in tutto o in parte”.

CIA Puglia, in sostanza, si dichiara soddisfatta per il raggiungimento di un’intesa che scongiura i rischi connessi al mercato “fai da te”, senza parametri e senza regole rispetto al prezzo da corrispondere ai produttori, rimarcando al contempo la necessità di sostenere un comparto, quello agricolo in generale e quello del pomodoro in particolare, che più degli altri è esposto al rischio di perdite disastrose e non prevedibili.
“I nubifragi abbattutisi su tutta la Puglia nei giorni scorsi sono stati uno dei tanti gravosi problemi affrontati dagli agricoltori. Ciò nonostante, i produttori pugliesi sono al lavoro per svolgere al meglio anche questa campagna del pomodoro. Non ci siamo risparmiati mai - ha concluso Ferrandino - nemmeno nelle fasi più drammatiche dell’emergenza Coronavirus, facendo fronte a una serie di ostacoli crescenti per il nostro lavoro. La politica e la parte industriale devono capire che quei sacrifici sono sostenibili soltanto riconoscendo agli agricoltori quanto meritano”.
(gelormini@gmail.com)
* Le foto dei pomodori arrivano dall'Azienda Turco - Lago di Lesina (Fg)
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Pubblicato sul sul tema: Pomodori campagna 2020, Princes: 'Valorizzare la filiera pugliese nel mondo'