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Popolo Protagonista, il sostegno critico ‘a distanza’ al Governo Conte

L’intervista a Gianluca Rospi, deputato materano, dopo la nota congiunta dei parlamentari di Popolo Protagonista, la componente politica ispirata ai valori cristiano popolari del Partito Popolare Europeo - da lui stesso presieduta - per sancire il passaggio all’opposizione parlamentare.

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“Popolo Protagonista non può più dare la fiducia a questo Governo che in questi mesi - scrivono in una nota - ha dimostrato quanto sia approssimativo ed instabile e noi crediamo che il bene comune dei cittadini non si raggiunga con questi presupposti. Nonostante questo, vista la situazione di grave emergenza che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, negli scorsi mesi, a più riprese, abbiamo dato credito alle azioni portate avanti dal Governo, fiduciosi che prima o poi avvenisse quel cambio di passo necessario alla ripresa sociale ed economica del Paese. Ma, purtroppo, sia in Legge di Bilancio che nel decreto Ristori che nell'ultimo DPCM, siamo rimasti profondamente delusi per le numerose umiliazioni del lavoro Parlamentare”.

Popolo protagonista pty

“Siamo rimasti delusi – proseguono i parlamentari di PP - dalla gestione di metodo e di merito su questioni a nostro avviso di vitale importanza per il nostro Paese. Ci siamo spesso trovati di fronte a un muro di gomma in merito alle nostre proposte messe a disposizione dei cittadini e ogni nostra idea è rimasta inascoltata. Popolo Protagonista, quindi, passa da maggioranza a opposizione critica e costruttiva, che guarda ai valori del benessere della persona prima di tutto, alla sua dignità, al welfare dei nuclei familiari e delle PMI, lontano da logiche di poltrone e incarichi, vicini solo al bene di ogni italiano”.

Foto Stampa Gianluca Rospi (1)

Onorevole Gianluca Rospi, il recente varo di Popolo Protagonista faceva propendere per un’azione di sostegno e qualità al percorso - spesso accidentato - di governo. Alla prima tappa natalizia, invece, se ne sancisce una sorta di presa di distanza: cosa è successo?

Fin dalla nascita del gruppo parlamentare - nel maggio 2020 - abbiamo dato fiducia al Governo sostenendolo aldilà dei risultati perché era necessario mettere da parte eventuali divergenze e unire le forze per superare la crisi pandemica. Abbiamo votato sì a tutti i provvedimenti, anche quando li ritenevamo “deboli” e privi di visione strategica, anche quando vedevamo non accolti tutti i nostri suggerimenti o venivano prese scelte miopi, improvvisate e non all'altezza del grave momento che stiamo attraversando.

Oggi siamo in una fase cruciale per il Paese, occorre investire per lasciare una società migliore ai nostri figli, occorre programmare il futuro del Paese per i prossimi trent’anni. Questa manovra di Bilancio e le proposte della maggioranza sul Recovery Plan sono senza visione sul futuro, concretezza e progettualità. Noi abbiamo proposte serie, di qualità e con prospettive future: se il governo è interessato si faccia avanti e ragioneremo nel merito, siamo opposizione ma disponibili a offrire, in ogni momento, il nostro contributo al Paese.

Rospi parlamento

La cosa ha tutta l’aria di un’apertura di credito fortemente condizionata, che potrebbe essere ritirata in qualsiasi momento. Può un governo vivere alla giornata?

Sia chiaro: noi siamo già all’opposizione, ed è stata una scelta purtroppo obbligata, vista la chiusura della maggioranza. Questo governo vive alla giornata da tempo anteponendo, purtroppo, gli interessi individuali; in una parola antepone le poltrone al bene comune.

Noi invece puntiamo a rendere il popolo di nuovo protagonista nelle scelte politiche. Invece, ci troviamo di fronte a un governo dove l’arte dell’improvvisazione è all’ordine del giorno e, purtroppo, i risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti.

Abbiamo un Presidente del Consiglio che pensa di governare da solo a colpi di Dpcm, fiducie e cabine di regia personali e, nel fronte maggioranza, abbiamo una guerra intestina fra lui e i partiti che lo sostengono, a loro volta dilaniati al proprio interno. La più violenta opposizione al governo viene dalla sua maggioranza.

Non esiste collegialità, non si condividono le scelte, non si programma insieme, non c’è un progetto organico di rilancio e, cosa gravissima, non c’è alcuna chiarezza rispetto alla programmazione del Recovery Fund, che prevede 127 miliardi di prestiti in aggiunta agli oltre 100 miliardi già stanziati in deficit dai vari decreti emanati durante questa crisi. Se pensano di gestirlo come hanno gestito finora i miliardi spesi per l’emergenza, fra mance e mancette, bonus ridicoli e pessimo assistenzialismo, si assumeranno responsabilità enormi e gravi nei confronti degli italiani. Il problema è che scelte sbagliate prese oggi ricadranno sui nostri figli domani. Il lavoro dei nostri nonni ha consentito a noi nipoti di vivere in una società migliore, cosa lasceremo noi ai nostri figli?

Popolo Protagonista Europa

E’ innegabile che i lavori parlamentari hanno fortemente risentito di un’azione dell’Esecutivo diciamo ‘insistita’ e talvolta anche contraddittoria: ma non è proprio il contesto di permanente emergenza ad esigere una rapidità di decisioni che l’iter parlamentare non sempre garantisce?

Il problema serio è che Conte e la squadra di Governo finora hanno voluto decidere da soli, non per necessità ma per scelta. Eravamo in maggioranza fino al mese scorso ma non siamo mai stati consultati, mai presi in considerazione, mai coinvolti, nemmeno a livello informale, su scelte e programmi. Problema nostro, penseranno i cittadini, perché siamo “piccoli”… ma, se le stesse perplessità, vengono da Iv, Pd e parte dei 5Stelle, cioè dai soci di governo di Conte, il problema diventa evidente in tutta la sua drammaticità.

Riguardo alla necessaria rapidità, le soluzioni, se e quando si vuole, si trovano. Alla base di tutto manca proprio la volontà di condividere programmi e scelte. Sarebbe bastato, ad esempio, un vertice permanente dei gruppi di maggioranza, quantomeno per tenerci informati sulle scelte prese, confrontarci velocemente su ogni iniziativa e poter tenere aggiornato il Parlamento e i cittadini che rappresentiamo. Invece abbiamo assistito a una serie di show mediatici, con dirette a rete unificate e promesse mirabolanti, ma ci troviamo con un Paese a pezzi e con serissimi problemi sociali ed economici. Alla luce dei pessimi risultati, con l’uomo solo al comando e le decisioni prese senza ascoltare alcun contributo dei partiti, siamo sicuri che il metodo scelto fosse il migliore? A me pare proprio di no.

Popolo Protagonista

Quali restano, per Popolo Protagonista, i capitoli più importanti da presidiare e quali sono i suggerimenti proposti, per non acuire tensioni istituzionali e malcontenti diffusi?

La partita del futuro si giocherà sul Recovery Fund, l’occasione imperdibile per superare alcune criticità storiche e cronicizzate. Penso ad esempio al gap infrastrutturale tra Nord e Sud Italia, come all’estensione dell’alta velocità fino a Palermo, non solo sulla dorsale tirrenica ma anche su quella adriatica. Se non ritroviamo l’unità come nazione difficilmente ritorneremo a contare nei consessi europei e internazionali. Non dimentichiamo che siamo il Paese con più siti patrimonio Unesco e detentori di tantissime meraviglie artistiche e ambientali; occorrono strategie e azioni coordinate per valorizzarli appieno. E, ancora, occorre lavorare sullo sviluppo di distretti industriali qualificati e con elevata innovazione tecnologica e creativa.

Dunque, un impegno rilevante andrà profuso su ricerca e innovazione, ambiti per i quali ci sarà la disponibilità dei 750 miliardi del NextGenerationUE, lo strumento varato per creare un’Europa post COVID-19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future.

Gianluca Rospi

Questi sono solo alcuni capitoli. Occorre ripartire dal primo articolo della nostra Costituzione, il lavoro. Senza crescita non avremo posti di lavoro e senza lavoro viene calpestata la dignità della persona.

Senza una seria riforma fiscale con un taglio delle tasse e, soprattutto, senza una sburocratizzazione della P.A. e delle sue procedure difficilmente potremo agganciare la ripresa quando ci sarà.

Ripresa che dovrà riguardare tutto il territorio nazionale e non solo alcune porzioni di esso. Per questo lavoreremo per evitare che il Governo dirotti risorse destinate al Sud Italia verso altri territori: le percentuali di cui si sente parlare in questi giorni sono incoerenti e non in linea con quanto stabilito dalla Commissione Europea.

Abbiamo idee importanti, stiamo lavorando ad un pacchetto di proposte ad hoc da offrire al Governo e al Parlamento. Crediamo che questo sia il metodo giusto per aiutare il Paese. Sarà il presidente Conte a scegliere se proseguire nel “one man show” o, finalmente, iniziare a confrontarsi col Parlamento sui grandi temi.

Conte Ursula

Onorevole Rospi, che tipo di augurio si sente fare al Paese in generale e al Mezzogiorno in particolare?

Oggi servono atti coraggiosi. Soltanto quando la parte sana della società deciderà di ritornare ad occuparsi della propria casa comune allora il Paese avrà quella rivoluzione culturale e il popolo ritornerà protagonista e artefice della propria storia.

La situazione del Paese era già difficile prima della pandemia che, purtroppo, ha acuito le sofferenze. Negli ultimi anni la comunicazione ha dettato la linea alla politica e non viceversa; l’avvento dei social e l’utilizzo invasivo di tecniche di comunicazione attraverso messaggi divisivi, populisti e spesso anche violenti, hanno contribuito al degrado culturale della discussione politica semplificando il linguaggio politico nell’urlo del lottatore.

Ci attendono anni delicati e sfide importanti, la mia speranza è quella di lasciare alle mie figlie una società coesa e più umana, un Paese democratico e pluralista in grado di affrontare e vincere, con spirito unitario e capacità di visione, le sfide future. Un Paese di cui essere orgogliosi.

(gelormini@gmail.com)

 

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