PugliaItalia

Primarie del Centrosinistra in Puglia. Sfidanti, disertori e battitori liberi

Antonio V. Gelormini

Le Primarie del Centrosinistra tra strategie autolesioniste e prove di scardinamento di uno strumento complementare per l'esercizio della democrazia.

Siamo agli sgoccioli, mancano pochi giorni all’appuntamento con le Primarie del Centrosinistra in Puglia, per la scelta del candidato alle prossime elezioni per la presidenza della Regione Puglia. Michele Emiliano si ricandida e auspica una legittimazione popolare, attraverso il passaggio delle Primarie.

Primarie Emiliano

A contendergli la candidatura due esponenti interni al Partito Democratico: Elena Gentile e Fabiano Amati (entrambi con precedenti esperienze di governo nei precedenti mandati Vendola) e il sociologo Leonardo Palmisano: militanza nei partiti di sinistra e impegno costante nel mondo della cooperazione.

Tutti stanno battendo la Puglia in lungo e in largo, intervallando i pellegrinaggi elettorali con qualche confronto televisivo o con faccia a faccia sulle diverse emittenti locali. Ma a tener banco, da qualche settimana, non è tanto la sfida tra i ‘quattro moschettieri’, quanto le decisioni o le mancate decisioni ‘esterne’ alla corsa dei contendenti.

Primarie 4sfidanti2

Ovvero, la perdurante sospensione dell’ufficializzazione del candidato di centrodestra che la Lega continua a rinviare, innervosendo la compagine di Fratelli d’Italia, a cui spetterebbe - secondo accordi interni - la scelta del designato in Puglia (che è stato già indicato in Raffaele Fitto), e la presa di distanza dal voto alle Primarie del centrosinistra da parte di Italia Viva: il neo raggruppamento che fa capo a Matteo Renzi, e che conta ancora diversi rappresentanti all’interno del PD: sembrerebbe appositamente in ritardo di trasferimento, proprio per destabilizzarne il riassetto degli equilibri dopo la scissione ‘plurale’ dei mesi scorsi.

Non si può leggere altrimenti la dichiarazione del presidente di Italia Viva, Teresa Bellanova, che delinea la diserzione: “Italia Viva non sosterrà né parteciperà alle primarie pugliesi, per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. E dice al Pd: no a primarie farsa, si azzeri tutto e si lavori al progetto di una nuova Puglia”. In pratica, la messa in evidenza di una sorta di ‘allergia’ al regolamento delle Primarie, che prevede - per chi voglia votare - l’esplicita dichiarazione di riconoscersi nella proposta politico-programmatica della coalizione e accettare di essere registrato, al momento del voto, nell'albo pubblico degli elettori del centrosinistra.

Primarie manif

Si direbbe, in altre parole, un annuncio di liste proprie nella prossima tornata elettorale di maggio, per il quale il vero obiettivo sarebbe il depotenziamento delle Primarie, attraverso una spinta al calo di votanti, in modo da sancire una legittimazione ‘debole o annacquata’ del candidato scelto, per tenere comunque aperti tutti i giochi di lista possibili e ‘massimizzare’ ogni eventuale negoziazione pre o post ballottaggi.

Ecco perché l’impegno a portare al voto il maggior numero di persone - comunque prevedibilmente in calo, rispetto alle file lunghissime e alle affluenze poderose dei tempi dell’Ulivo - ha preso il sopravvento sul confronto dei programmi e sulle differenze pratico-politiche degli sfidanti.

Primarie 4sfidanti

Come spesso accade, da qualche tempo, si andrà a votare la persona e il calo di affluenza - dovesse confermarsi - farà salire il dato percentuale dei vincitori, proprio come accadde nelle Europee vinte da Renzi con circa il 40% dei voti del più basso numero di votanti mai registrato.

Un risultato che non ha garantito ‘vita lunga’ ai trionfatori d’allora. Quindi, tutti a prendere esempio da Checco Zalone: che col numero spropositato di sale di proiezione sta battendo ogni record d’incasso con “Tolo Tolo”, per moltiplicare le sezioni in cui si potrà votare per le Primarie e scongiurare la dispersione. Con buona pace per la salvaguardia del sano esercizio di democrazia.

(gelormini@affaritaliani.it)