PugliaItalia
PSR, il TAR boccia ancora la Regione Puglia
Altra sentenza sul PSR del TAR che boccia l'operato della Regione Puglia e apre la strada a nuovi ricorsi da parte delle aziende agricole coinvolte.
“Le figuracce della Regione sulla gestione del PSR omai non si contano più - tuonano dal M5S - il TAR di Bari ha dato nuovamente ragione a cinque aziende che avevano fatto ricorso, annullando la circolare dello scorso luglio con cui l’Autorità di Gestione aveva modificato i termini di presentazione della documentazione della sostenibilità finanziaria per la misura 4.1.A. Il risultato è non solo l’annullamento della graduatoria, come già disposto dalle precedenti sentenze con cui il Tar aveva già dato torto alla Regione, ma anche la restituzione, da parte delle aziende beneficiarie del contributo, delle somme già ricevute. Circostanza che sicuramente esporrà la Regione ad ulteriori ricorsi".
"È peraltro estremamente grave e giustamente severa - aggiungono i pentastellati - la conclusione cui giunge lo stesso Giudice Amministrativo, il quale ha ritenuto l’azione amministrativa posta in essere dalla Regione Puglia e dai suoi uffici del tutto perplessa e contraddittoria sotto lo specifico profilo dell’accertamento del requisito di ammissibilità delle ditte partecipanti e cioè proprio con riferimento a quell’attività che, data l’importanza della misura e degli interessi economici in gioco, avrebbe richiesto una condotta maggiormente attenta e confacente alla valutazione degli interessi, pubblici e privati, coinvolti".
"Un fallimento simile in quello che è il comparto trainante della nostra economia - incalzano dal M5S - dovrebbe portare Emiliano a rassegnare dimissioni immediate, oltre che a chiedere scusa ai pugliesi. Invece l’Autorità di Gestione minimizza quanto accaduto, specificando che si sta adeguando alle sentenze del Tar e che a luglio sarà stilata una nuova graduatoria. Parliamo della misura di sostegno che, per l’entità del finanziamento previsto e per il target della stessa è certamente una delle più rilevanti per il settore agricolo pugliese. La Regione non continui ad arrampicarsi sugli specchi e faccia mea culpa. Una gestione tanto fallimentare del PSR non si era mai vista e avrà purtroppo pesanti ripercussioni anche sulla futura programmazione. Un danno incalcolabile”.
Infatti, il Direttore del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone, e dell’Autorità di Gestione del PSR Puglia, Rosa Fiore, in merito alla sentenza emessa dal TAR Puglia-Bari hanno commentato: “La nuova sentenza del TAR Puglia costituisce un ulteriore elemento di chiarezza nel processo di definizione dei diritti delle aziende agricole pugliesi a godere di un sostegno finanziario per i propri investimenti”.
“L'amministrazione regionale – hanno sottolineato - prende atto della decisione del TAR Puglia-Bari che, con la sentenza 804 del 4 giugno 2020, ha annullato la circolare operativa (relativa alla Operazione 4.1.a del PSR Puglia) emanata nel luglio 2019 dalla precedente Autorità di Gestione del PSR Puglia. La circolare in sostanza posticipava la verifica della regolarità contributiva di tutte le ditte partecipanti, al momento ‘finale’ della concessione del finanziamento”.
“L’amministrazione regionale, si adeguerà alla sentenza nel solco dell'impegno già intrapreso a seguito delle precedenti sentenze di annullamento della stessa graduatoria - hanno ribadito Nardone e Fiore - per addivenire quanto prima alla definizione di una nuova graduatoria dopo aver verificato, per tutti i partecipanti, le domande presentate con particolare riferimento alla redditività degli investimenti proposti (il cosiddetto principio 2). A questo proposito l’esecuzione sta procedendo secondo i tempi previsti”.
“Ad oggi hanno quindi concluso - è stata realizzata l'istruttoria di oltre il 65% delle ditte partecipanti, confidando perciò che la nuova graduatoria potrà essere definita - in anticipo rispetto alle originarie previsioni – ai primi di luglio. Si porranno così le condizioni per completare il quadro delle concessioni e dei pagamenti alle imprese agricole che ne avranno diritto”.
Sulla sentenza del TAR si regfistra anche ladichiarazione del consigliere regionale Leo Di Gioia: “Dopo l’annullamento della graduatoria della misura 4.1.a, nella giornata di oggi, il Tar si è pronunciato su altri ricorsi afferenti il PSR sempre in merito alla misura ad investimenti. Anche in questo caso, il giudice ha dato torto alla Regione Puglia, condannandola alle spese e alla refusione del contributo unificato. Una sconfitta annunciata che, nel mese di dicembre 2019, avevo tentato di scongiurare chiedendo, in sede di Consiglio regionale, al presidente Emiliano di intervenire per revocare atti palesemente illegittimi e che rasentavano l’illiceità. Ma il presidente Emiliano, in quella occasione, preferì andar via, così come i dirigenti dell’Assessorato decisero di non dare seguito alla successiva mia richiesta di revoca in autotutela di un atto assurdo che, consentiva alle aziende già escluse di essere riammesse".
“L’effetto di questa sentenza sarà quello di estromettere circa 100 aziende dichiarate beneficiarie, che non avevano né titolo né diritto ai sensi del bando e delle leggi nazionali e che ad oggi hanno già percepito parte significativa del contributo, con ciò profilandosi un enorme danno per imprese che avendo fatto fede su atti della Regione, si troveranno oggi a dover restituire contributi già incamerati. Non solo, si prospettano nuove e dolorose cause con annesse verifiche di responsabilità per i danni".
“Questo è il segno della sciatteria con la quale si è condotta l’ultima fase di gestione dell’attività dell’Assessorato all’Agricoltura, in palese contrasto con i miei richiami alla migliore osservanza di regole di trasparenza e correttezza amministrativa, con una precisa ostilità ad accogliere le mie proposte. Una gestione politico amministrativa che ha messo da parte ciò che era giusto, ciò che era lecito, ciò che era corretto fare. Nel mese di luglio 2019, per non essere complice di questa iniziativa e di quella che seguì con la determina 230, con la quale venivano sanati tutti i ritardi burocratici (non solo quelli del Durc) anche quelli sulle autorizzazioni e sulla bancabilità, decisi di dimettermi in aperta polemica con il presidente Emiliano il quale, in quella circostanza, piuttosto che verificare la bontà degli atti amministrativi, si premurò di avere il consenso di qualche tecnico compiacente che, anziché pensare all’interesse generale, pensava a come rendere finanziabili le proprie pratiche o che, partecipando alle riunioni del partenariato, esponeva idee proprie a nome di organizzazioni ed associazioni, per certi versi travisando e inducendo in errore una controparte, quella della Pubblica Amministrazione, che si è dimostrata comunque essere assolutamente poco consistente".
“Oggi il Tar mi dà ragione - ha concluso Di Gioia - ed evidenzia l’insipienza di una recente visione del mondo agricolo piegato a interessi di pochi o, nella migliore delle ipotesi, al disinteresse del bene comune”.
I consiglieri di Fratelli d’Italia Erio Congedo, Giannicola De Leonardis, Luigi Manca, Renato Perrini, Francesco Ventola e Ignazio Zullo con una nota rilevano: “La terza sezione del Tar Puglia con la sentenza odierna ha ulteriormente demolito la già fallimentare gestione della misura 4.1. A del Psr, e il tentativo di cambiare in corsa un bando che aveva già determinato una tempesta di ricorsi, apportando delle modifiche palesemente in violazione delle normative vigenti (nello specifico, attraverso una circolare operativa inerente la verifica della regolarità contributiva delle aziende interessate, non più all’atto di presentazione delle domande ma spostata a finanziamento ottenuto). Un ‘ritocchino’ che ha permesso a 114 aziende in precedenza escluse dalle graduatorie di usufruire dei contributi richiesti, per gran parte già spesi, e che ora andranno restituiti: ed è fin troppo facile prevedere un nuovo contenzioso che vedrà ancora una volta soccombere l’ente. E l’ennesimo, perenne stallo della più importante misura del Psr, con l’intero comparto agricolo intrappolato nelle sabbie mobili di un’amministrazione e un assessorato senza una guida, senza un orientamento, una prospettiva".
"Un disastro che ha un nome e un cognome: Michele Emiliano - sottolineano Da Fratelli d'Italia - il principale responsabile, il fantasma pronto a materializzarsi negli studi televisivi e cercare di piazzare il suo prodotto, se stesso; e a scomparire quando si tratta di assumersi responsabilità e colpe (il compito principale dei dirigenti, che pure hanno il grave torto di avallare operazioni scriteriate e che i magistrati amministrativi mostrano nella loro evidente illegittimità, è diventato quello di trasformarsi e sacrificarsi in parafulmini). Se ci fosse un assessore operativo, le dimissioni sarebbero già state protocollate: ma siccome l’assessore è lo stesso Emiliano, basterà chiamare o aspettare la chiamata da parte di un’emittente e parlare d’altro. Lasciando nel frattempo morire l’agricoltura pugliese, ma è questo è soltanto un dettaglio per lui”.
Mentre Nino Marmo - Forza Italia ha parlato di “Un’altra “mazzata”, un altro fallimento conclamato del presidente Emiliano che ha letteralmente abbandonato i nostri agricoltori: dopo l’annullamento della graduatoria della misura 4.1 A, il TAR ha oggi ha dato torto alla Regione Puglia per altre cause relative alla misura, condannandola al pagamento delle spese e ad altre sanzioni".
"I giudici amministrativi - ha aggiumto Marmo - hanno annullato la circolare dell’Autorità di Gestione, con cui si modificavano le regole in itinere, riscontrando più illegittimità da parte della Regione. Illegittimità che hanno permesso alle aziende escluse (perché sprovviste dei requisiti previsti dal bando) di essere riammesse e di beneficiare delle misure europee. Al di là delle responsabilità penali, la cui verifica spetta agli organi competenti, c’è quella politica: perché Emiliano ha assecondato una cosa del genere? Per favorire qualcuno a discapito di molti che avevano le carte in regola? Nel frattempo, mentre sullo sfondo restano le perplessità e i dubbi su ciò che ha determinato questa precisa volontà politica, ci sono milioni e milioni di euro bloccati. Con buona pace degli agricoltori, che vivono già un momento di grave difficoltà”.
(gelormini@gmail.com)