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Pugliapromozione prende le distanze dai fatti 2017-2021 e si dichiara 'Parte lesa'
Pugliapromozione prende le distanze dai fatti 2017-2021 - al centro dell'azione della Guardia di Finanza - e si dichiara 'Parte lesa'.
"Dopo aver appreso dagli organi di stampa degli esiti dell’indagine in corso da parte della Guardia di Finanza - a cui l’Agenzia ha collaborato fin dall’inizio con “disciplina e onore” come previsto dalla Costituzione - riguardante un ex direttore generale di Pugliapromozione, precisiamo che l’attuale dirigenza è totalmente estranea. Nello specifico, in questi anni, la nuova dirigenza ha dato piena e totale collaborazione agli investigatori affinchè potessero condurre gli opportuni approfondimenti e l’acquisizione di eventuali prove", tanto si legge nella nota diffusa da Pugliapromozione.
"Quanto accaduto - precisa la nota - non può e non deve ricadere sull’operato di Pugliapromozione che, da ottobre 2021, con i nuovi vertici ha operato in piena trasparenza e rispetto della fiducia dei cittadini verso la pubblica amministrazione".
"Con riferimento alle attività di Pugliapromozione degli anni 2017 - 2021, il direttore generale subentrante a quello deceduto (sulle cui attività si sono concentrati gli investigatori) ha attivato da tempo una specifica attività di analisi tecnico contabile (ovvero la cosiddetta due diligence) per gli anni in questione".
"In questa vicenda, l’Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione unitamente alla Regione Puglia è parte lesa e si costituirà in giudizio per ottenere il risarcimento di tutti i danni cagionati all’Ente. Ringraziamo gli organi inquirenti e la Guardia di Finanza per il lavoro certosino svolto nell’ottica del 'valore pubblico', che tutte le pubbliche amministrazioni devono perseguire al fine del miglioramento della vita quotidiana di tutti i cittadini".
Secondo le indagini della Guardia di Finanza, Matteo Minchillo, ex direttore generale di Pugliapromozione, dal 2017 al 2021 (deceduto lo scorso anno), avrebbe "sistematicamente distratto denaro" di cui aveva la disponibilità "appropriandosene per finalità di natura esclusivamente personale".
Con i soldi pubblici dell'Afenzia per il turismo pugliese sarebbe stata comprata parte dell'attrazzetura per il ristorante stellato del figlio a Crema, il Vitium, chiuso lo scorso giugno nonostante potesse fregiarsi di una stella Michelin.
Anche per questo - come riportato dall'Ansa - tra gli indagati nell'inchiesta di Bari c'è lo chef 31enne Michele Minchillo, al quale sono stati sequestrati beni per 400mila euro, con le accuse, a vario titolo e in concorso con suo padre, di peculato, falso, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, autoriciclaggio.