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Quagliariello, l'addio a Ncd. Berlusconi conferma Vitali
Bari – Gaetano Quagliariello lascia le chiavi di Ncd e rimette i galloni di coordinatore nazionale degli alfaniani: “Affronterò il dibattito interno, dicendo la mia. Voglio farlo senza il vantaggio di avere ruoli”, chiarisce in serata, quando è già nota la lettera inviata al Ministro dell'Interno con la richiesta di un cambio di linea radicale rispetto all'esecutivo. In alternativa, sul tavolo l'addio del senatore pugliese al partito e la formazione di un gruppo autonomo fuori dalla maggioranza. La replica di Alfano è gelida: “Non ho forzato nessuno a entrare nel Ncd, non trattengo con forza nessuno. Non trovo nessuna ragione al mondo per tornare indietro”. Il divorzio è solo questione di ore.
Un gesto annunciato dai lunghi distinguo, quello dell'ex Ministro per le Riforme, spiegato con una formula pop da tormentone estivo ma non per questo meno netta: “Se prima eravamo in due a ballare l'Hully Gully, adesso siamo in quattro a ballare l'Hully Gully”, aveva spiazzato l’Aula di Palazzo Madama durante le dichiarazioni di voto sulla riforma del Senato, siglando il mutamento degli equilibri politici nel centrosinistra, “con la dialettica interna al Pd approfondita al punto da apparire tra due partiti diversi” e i verdiniani a fare da stampella, tanto da “sbiadire ulteriormente la logica di coalizione”. “Oggi onoriamo sostanzialmente l'impegno assunto a inizio legislatura ma si chiude una fase della nostra vita politica”, aveva arringato il professore napoletano, riaprendo una ferita che rischia ora di farsi scissione.
Da una parte i fedelissimi come Maurizio Sacconi e Carlo Giovanardi, che i rumours vorrebbero tentati dall'ultimo strappo in solitaria, se i numeri dovessero consentirlo. Dall'altra la linea di Alfano e Beatrice Lorenzin, che blinda l'alleanza con i renziani, ribadita anche dal pugliese Sergio Pizzolante durante l'ultima festa regionale dei centristi. La stessa, peraltro, sostenuta dal barese Massimo Cassano, qualche settimana fa: “Pensare di uscire da una strategia riformista qual è quella attualmente scelta dal Governo, non solo è improponibile, ma sarebbe una follia politica”, aveva commentato il Sottosegretario al Lavoro, il quale invita l'ormai ex coordinatore a “rimanere nel gruppo per coerenza”.
A plaudere alla scelta di Quagliariello, a lungo in lizza per un dicastero e poi rimasto fuori dai giochi, è il capogruppo azzurro di Montecitorio, Renato Brunetta, possibile pontiere nel futuro prossimo, ma nemmeno Raffaele Fitto è fuori dai radar, dal momento che la sua formazione potrebbe rappresentare un utile approdo per i transfughi che non volessero tornare berlusconiani.
Proprio tra le fila dei forzisti, intanto, dalla Capitale sono arrivate rassicurazioni sulla permanenza in tolda di comando di Gino Vitali. A margine dell'ufficio di presidenza, infatti, sarebbe stato lo stesso Silvio Berlusconi a confermare al coordinatore regionale pugliese pieno mandato sulla gestione del partito nel Tacco, sgombrando il campo dalle voci che ancora davano il turese Michele Boccardi in pole per un possibile avvicendamento al vertice. Basterà a chiudere definitivamente la questione? I malumori nel backstage non mancano e non è detto restino tali a lungo...
(a.bucci1@libero.it)