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Recovery Plan Italiano, inaugurata a Lecce l'associazione Next EU
Recovery Plan italiano e Next Generation Eu: opportunità unica per il Mezzogiorno. Nasce a Lecce l'associazione Next Eu
A Lecce, un team di esperti ha dato vita ad un’associazione che mette le proprie competenze a disposi-zione del territorio per idee e progetti capaci di sfruttare al meglio le opportunità messe a punto dall’Europa. Next Eu punta alla promozione del territorio e al miglior utilizzo del PNRR, occasione unica di rilancio dell’Italia e soprattutto per il Mezzogiorno.
Il dottor Marco Sponziello, presidente di Next Eu spiega in una nota le basi su cui si è costruita l’associazione: “Le linee programmatiche stabilite dal Governo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono sei e riguardano la riforma della ‘Pubblica Amministrazione, digitalizzazione, innovazione e competitività’, la ‘Rivoluzione verde’, le ‘Infrastrutture, la mobilità, l'alta velocità, le telecomunicazioni’, l'’Istruzione, la ricerca e la formazione’, l'’Equità sociale, di genere e territoriale’, e infine la tutela della ‘Salute’.
Il PNRR è stato formulato partendo da quanto previsto dalla Next Generation EU che rappresenta il piano di ripresa economica e sociale post pandemico composto, a livello europeo, dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) e dal Pacchetto alla Ripresa per la Coesione e i Territori d'Europa (REACT-EU).
Nel quadro generale dell'epidemia che ha sconvolto il mondo e l'Europa, l'Italia è stata la prima a decretare il lockdown e ad applicare le severissime misure restrittive ad esso collegate, subendo, nonostante ciò, la maggiore perdita in termini di vite umane stimate ad oggi in 120.000 decessi rispetto agli altri Paese facenti parte dell'Unione.
Afflitto già prima del Covid da una crescita economica molto più lenta rispetto a larga parte dei partner europei, il nostro Paese sarà di fatto il più sovvenzionato dal piano di finanziamenti con risorse pari a 191,5 miliardi, di cui 68,9 a fondo perduto e 122,6 sotto forma di prestito, da spendere nel periodo 2021-2026 (quadro finanziario 2021-2027). Lo Stato italiano aggiungerà altri 30,6 dal Piano nazionale complementare da affiancare alle risorse europee, e ulteriori 26 miliardi da investimenti per opere specifiche da spendere entro il 2032. Il totale delle risorse a disposizione è quindi pari a 248 miliardi.
Il Recovery italiano approvato dall'Unione altro non è che una rimodulazione e riproposizione sotto altra forma dei Fondi Europei sempre esistiti come strumento di finanziamento delle iniziative territoriali ed imprenditoriali. Neanche gli obiettivi, oggi definiti “Missioni”, sono molto diversi. Infatti, essi riprendono i “goals” già previsti dall'Agenda “2030”, nata in tempi pre-pandemici; a dimostrazione che il mondo era ben consapevole delle problematiche ambientali che avrebbero da lì a poco scatenato se non l'epidemia, certamente un collasso ecologico e conseguentemente economico. E se oggi il problema è il “covid-19”, superato questa emergenza, avremo davanti un problema forse più grande e forse già irreversibile: il “global warming”, meglio conosciuto come riscaldamento globale.
Il Piano con le sue missioni va nella direzione di un cambiamento radicale nell’attuale paradigma economico e, di conseguenza, un ripensamento del modello capitalistico che ha sin qui sotteso lo sviluppo economico. Occorre dunque una nuova visione dell’economia e politiche che siano in grado di modificare il comportamento degli attori economici. In questo quadro si inseriscono nuovi modelli pre-esistenti alla pandemia: le “società benefit” a livello italiano e le “b-corp” a livello internazionale, già rappresentano un modello di cultura d'impresa che dovrebbe a medio termine essere recepito da tutte le iniziative imprenditoriali, giacché orientato “per legge” al beneficio comune, a vantaggio quindi sia dell'imprenditore che del territorio. E l'Italia è stata la prima in Europa ad introdurre questo modello di sviluppo dell'iniziativa imprenditoriale.
La crisi economica, innescata dalla pandemia, rischia di avere ripercussioni drammatiche sul Mezzogiorno che negli ultimi vent’anni aveva visto allargarsi il gap economico e sociale con il resto d’Italia e d’Europa, complice una progressiva riduzione degli investimenti pubblici. La spesa pubblica per gli investimenti per il Sud, tra gli anni 2008 e 2018, si è più che dimezzata passando da 21 miliardi ai poco più degli attuali 10. Eppure, proprio la “transizione ecologica”, grazie alle risorse del PNRR, potrebbe costituire un’occasione storica per dare nuovo slancio all’economia del Mezzogiorno e restituire una prospettiva di sviluppo a questo territorio. Siamo infatti dinanzi ad un cambiamento epocale che costringerà molte economie ad attuare una profonda revisione dei propri indirizzi produttivi e, di conseguenza, molti vantaggi competitivi, da tempo consolidatisi, verranno meno. Per cogliere questa opportunità occorre sviluppare una progettualità innovativa, vuol dire creare le condizioni per attrarre investimenti, idee imprenditoriali, competenze professionali, ma occorre soprattutto ritrovare coesione e slancio produttivo. Di qui la volontà di supportare gli attori pubblici e privati con reti di esperti che hanno creato l'Associazione Next Eu che ha sede a Lecce e che ha come scopo la promozione del Mezzogiorno del nostro Paese, e lo studio del PNRR e dalle misure che corrono parallele quali il Piano nazionale complementare, al fine di non perderne le opportunità per questi territori.
Il Sud Italia, infatti, è incontaminato per la maggior parte rispetto ad attività industriali aggressive che in altre parti d'Italia hanno devastato il territorio, e rappresenta il luogo ideale di insediamento di aziende “for benefit”, di start up e di iniziative locali di stampo sostenibile.
Ed è da qui che occorre partire: dalla sostenibilità, prima di tutto ambientale, regola alla base del Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza.
Il gruppo di studiosi di Next Eu è composto dal dottor Marco Sponziello (presidente), commercialista e professore a contratto di Geografia economico-politica presso l’Università del Salento, dal professor Enrico Ciavolino (vice presidente), professore associato di Psicometria presso l’Università del Salento, dalla dottoressa Tanya Todorova (tesoriere), commercialista e partner di nota società di consulenza aziendale, dal dottor Antonio Colaci (segretario), responsabile Amministrativo e Financial Controller di azienda farmaceutica e dal dottor Hiber Scardino (consigliere), certificatore di progetti europei presso l’Ufficio fund raising e valorizzazione ricerca dell’Università del Salento.Per concludere – sottolinea Marco Sponziello – l’associazione, nata per promuovere e raccogliere idee e iniziative per il territorio, per le imprese e per gli enti locali, è attiva con un portale dedicato al Mezzogiorno d’Italia www.nexteu.it che pubblica periodicamente articoli e news studiate ed elaborate dal gruppo di lavoro.”
L’associazione sta preparando per i prossimi mesi convegni e seminari con l’obiettivo di coinvolgere e informare un numero sempre maggiore di imprenditori, di istituzioni e di stakeholder interessati allo sfruttamento delle risorse della Next Generation Eu.