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Regione, le indagini sul Capo di Gabinetto e l'attacco del M5S

Il Capo di Gabinetto della presidenza Regione Puglia, Claudio Stefanazzi, al centro di un'indagine sul Piano Formativo Aziendale che coinvolge anche Ladisa SpA.

Tra i primi a darne notizia era stato lo stesso Capo di Gabinetto della presidenza della Regione Puglia, Claudio Stefanazzi, dal suo profilo Facebook: “Appena rientrato come ogni sera a Lecce da Bari, sono stato raggiunto da una telefonata di un giornalista che mi chiedeva notizie di una indagine a mio carico e di una perquisizione avvenuta presso la sede della società dove lavorava, fino ad un anno fa, mia moglie. Non avendone avuto notizia mi sono informato ed effettivamente mi è stato riferito che, la Guardia di Finanza si è recata presso la società. Ho così scoperto che io e mia moglie siamo indagati, senza però aver avuto alcuna notifica in merito”.

Stefanazzi Emiliano

“Io sarei accusato di essere “amministratore di fatto” della società - precisava Stefanazzi - ovviamente non sono mai stato amministratore di fatto di quella società. Ci mancherebbe. L’accusa riguarda la gestione, da parte della società - di cui mia moglie era dipendente fino ad un anno fa - di un PFA, Piano Formativo Aziendale. Il Piano Formativo Aziendale è uno strumento di finanziamento di iniziative di formazione della Regione Puglia a beneficio di tutte le aziende, per la riqualificazione delle competenze dei propri lavoratori. Il bando in questione è a sportello, cioè non sottoposto a scadenze, e i requisiti di ammissibilità delle imprese sono: essere micro, piccola media o grande impresa, secondo la definizione comunitaria; garantire il cofinanziamento obbligatorio a carico dell'azienda previsto nel bando; presentare la documentazione amministrativa e contabile prevista dal l'istruttoria (tra cui certificato antimafia); presentarla secondo le modalità telematiche previste dall'avviso”.

“Tutti coloro che richiedono un PFA e che rispettano i requisiti menzionati, vengono finanziati. Tutta la documentazione relativa al piano, ovvero i calendari dell'attività di formazione, l'indicazione delle sedi di svolgimento, dei docenti, dei discenti, del personale coinvolto oltre alla descrizione del piano formativo e documentazione amministrativo/contabile sono inseriti e custoditi in una piattaforma informatica della Regione Puglia, quali atti pubblici. Contestare la effettività dell’attività formativa effettuata, significherebbe coinvolgere nell’eventuale reato una miriade di pubblici funzionari. Falsificare queste carte appare effettivamente piuttosto difficile”.

claudio stefanazzi

“Gli atti pubblici depositati presso la regione - scriveva Stefanazzi - comunque attestano il regolare ed effettivo svolgimento delle attività di formazione connesse al Piano. Né pare esservi profili di discrezionalità nella gestione, lato amministrazione pubblica, dei suddetti Piani. Inoltre, la filiera amministrativa preposta alla gestione del Piano è del tutto estranea alla mia sfera di influenza. Come è noto, il modello organizzativo che è stato adottato nel 2015, separa, attraverso la istituzione del Segretariato generale della presidenza - ricoperto da altra persona - la funzione amministrativa, rimessa al segretario generale quale vertice della macchina amministrativa regionale, da quella di indirizzo politico, esercitata anche dal Gabinetto del presidente. Nessun potere di gestione amministrativa mi è attribuito, in particolare quella di ultima istanza nei ricorsi gerarchici”.

“Temo sia irrilevante sottolineare, come è noto ad ogni ufficio della Regione, che non è mio costume non dico interferire, ma nemmeno interagire con li stessi uffici per questioni relative alla ordinaria attività amministrativa. L'ipotesi che io sia, di quella società amministratore di fatto è, appunto, una ipotesi che dico subito essere infondata. Nel ribadire la nostra totale estraneità ai fatti contestati e la assoluta fiducia nell'operato della magistratura – ribadiva Stefanazzi - non posso che rammaricarmi dell'ennesima fuga di notizie. Questa volta l'atto giudiziario è avvenuto a 150 km da Bari, quindi, esclusa la accidentale scoperta da parte di qualche passante occasionale, debbo constatare che, ancora una volta, la stampa viene a conoscenza di vicende che riguardano una sfera molto riservata della vita di ognuno di noi, prima dei diretti interessati”.

Stefanazzi Emiliano2

"A seguito degli eventi che coinvolgono uno dei suoi uomini di fiducia, il Presidente Michele Emiliano in una brevissima nota ha dichiarato: “Da una attenta analisi della vicenda, che sta interessando il mio capo di Gabinetto, non emerge allo stato alcun elemento a conferma delle ipotesi accusatorie".

"La magistratura ha il diritto/dovere di svolgere tutte le verifiche necessarie, ricordo anche in favore dell’indagato, e quindi si rimane in attesa di conoscere l’esito tutti gli accertamenti per le eventuali determinazioni di mia competenza”.

M5S Puglia

Più critico il commento dei consiglieri del M5S Puglia: “Emiliano rispetti il lavoro della magistratura. Non spetta a lui assolvere qualcuno prima della chiusura delle indagini e poi cercare di correggere il tiro ‘concedendo’ alla magistratura il diritto d’indagare. Piuttosto ci saremmo aspettati che chiedesse le dimissioni del capo di Gabinetto Stefanazzi, come fatto in passato per i suoi assessori, anche se non indagati. Ma neanche questo può più fare, dal momento che essendo lui stesso coinvolto in tre inchieste, dovrebbe essere il primo a staccarsi dalla poltrona. Lui e Stefanazzi devono dimettersi. Ormai è chiaro che gli stia sfuggendo la situazione di mano: il consigliere Cera ai domiciliari con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, l’assessore Ruggeri indagato per corruzione nell’inchiesta sulla nomina del commissario dell’ASP di Chieuti e l’ex assessore Caracciolo, su cui abbiamo letto la notizia della chiusura delle indagini con le accuse di corruzione e turbativa d’asta. Decisamente troppo per chi fa della legalità la sua bandiera”.

Salento regione puglia

“È necessario che Emiliano venga in Consiglio a riferire su quanto sta succedendo - incalzano i pentastellati - senza dare vita alle scenate a cui ci ha abituati. In ogni caso, a prescindere da quanto leggiamo sui giornali a proposito dell’indagine, emerge chiaramente un problema nella gestione della Formazione in Puglia. Una situazione che più volte abbiamo sollevato, ma su cui si è preferito far finta di niente. Da anni chiediamo di attivare il monitoraggio per verificare la qualità e l’efficienza degli interventi formativi erogati dagli enti di formazione accreditati. Questo sia per garantire la corretta partecipazione ai bandi regionali che il miglior servizio ai cittadini”.

“Abbiamo chiesto più volte anche l’introduzione della figura del valutatore indipendente, a cui spetterebbero i compiti di verificare la qualità delle politiche della formazione e di elaborare una relazione annuale da presentare in Consiglio – sottolineano i consiglieri del M5S - in modo da poter valutare e superare eventuali criticità. Gli enti di formazione hanno un ruolo fondamentale, per questo chiediamo la garanzia che i servizi erogati vengano monitorati e valutati in base alla loro efficacia. Ovviamente niente è stato fatto: come per le nomine si aspettano le inchieste prima di provare a cambiare le cose. Ci chiediamo: ma Emiliano con tutti questi componenti della propria maggioranza indagati e sottoposti a misure cautelari, riesce a dormire serenamente o qualche senso di colpa, per le scelte fatte, glielo impedisce?”

(gelormini@affaritaliani.it)