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Regione Puglia - La legge sulla partecipazione
La Legge sulla Partecipazione - Regione Puglia
I contenuti essenziali
• indica un metodo di governo, (peraltro già intrapreso con la costruzione del Programma), coinvolgendo in modo permanente cittadini, amministratori e attori sociali, culturali, economici, politici, scientifici, che avranno voce sulla programmazione regionale e sull’attuazione del programma di governo, nonché sulla sua verifica nell’arco della legislatura.
• promuove la cultura della responsabilità sociale, affermando un modello di democrazia che corregga la tendenza agli eccessi di delega, investendo sulla crescita delle comunità locali, sulla cittadinanza attiva nell'uso condiviso di beni pubblici, sull’inclusione e la coesione sociale.
• crea sinergia e complementarietà fra la democrazia partecipativa e quella rappresentativa,integrandole e rafforzando la funzione delle istituzioni, e delle forme della rappresentanza, nello spirito della Costituzione repubblicana, riducendo il gap fra eletti ed elettori, promuovendo la capacità associativa e di rete dei cittadini e dei Comuni.
• stabilisce come proprio obiettivo il “decision making”, ovvero il processo che porta alla decisione, in tempi certi, e con strumenti trasparenti e democratici.
• consentirà la costruzione partecipata del Piano di sviluppo regionale e delle politiche di programmazione. Gli strumenti della programmazione strategica tornano in primo piano, fra gli obiettivi di questa legislatura.
strumenti della Legge sulla Partecipazione pugliese:
• sarà istituito il dibattito pubblico, obbligatorio in via preliminare, per le grandi opere e per interventi di rilevante impatto territoriale, ambientale, urbanistico, paesaggistico, socio-economico, anche nel caso in cui si debbano esprimere pareri relativi ad opere pubbliche nazionali.
• sarà istituito un programma annuale/biennale dei processi partecipativi a cui accedere tramite avviso pubblico. Tale programma potrà contenere, oltre ai progetti proposti dalla Regione, quelli di altri soggetti, quali enti locali, associazioni, sindacati, partiti. Tale programma sarà sottoposto al parere del Consiglio regionale durante la seduta annuale dedicata alla Partecipazione.
• sarà istituito un spazio sul web dedicato, collegato al portale istituzionale, potenziando anche gli strumenti di accesso e condivisione degli open-data ed un Ufficio della partecipazione che farà da riferimento per i cittadini, le amministrazioni, il partenariato, le imprese e stakeholders in generale.
• la legge prevederà che i percorsi partecipativi, come il dibattito pubblico, debbano svolgersi nell’arco di 6/12 mesi, e concludersi con un documento ufficiale. Eventuali decisioni difformi dagli esiti della partecipazione, da parte di organismi regionali, dovranno essere dettagliatamente motivate.
• ai fini dell’attuazione del Programma di Governo, saranno istituiti alcuni dispositivi di monitoraggio, valutazione e verifica: Town Meeting rivolti a sindaci, amministratori locali, cittadini, nella forma di incontri tematici su base territoriale a cui parteciperanno associazioni, stakeholders, esponenti della comunità scientifica, partenariato economico e sociale.
• sarà istituito un Albo regionale per la partecipazione, a cui dovranno registrarsi tutte le associazioni che vogliono proporre progetti.
• sarà istituita una sessione annuale del Consiglio regionale sulla Partecipazione.
• sarà introdotta una clausola di premialità nell’erogazione dei contributi regionali, per i soggetti ed i progetti che prevedono e praticano iniziative partecipative.
• sarà istituito il Bilancio sociale di genere, come strumento di programmazione partecipata. Il documento viene presentato nella sessione annuale di Bilancio.
• sarà previsto il Diritto di tribuna, ad un esponente delle liste che non hanno eletto propri rappresentanti in Consiglio regionale.
• saranno previsti strumenti di “sorveglianza civica”, per monitorare il funzionamento dei servizi pubblici ed individuare proposte di risparmio di risorse pubbliche.
parte da oggi l’iter per la costruzione della legge
Le linee guida presentate oggi sono il punto di inizio di un articolato percorso istituzionale che vedrà protagonisti tutti i consiglieri regionali, i partiti, i sindacati, le associazioni, il partenariato socio-economico. Come già avvenuto per il disegno di legge sul reddito di dignità, le linee guida saranno oggetto di ampio approfondimento e condivisione, prima di tradursi nello schema di legge che sarà poi approvato in sede di giunta regionale.