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Ricerche idrocarburi, è allarme Zaia e Emiliano: revocare decreto
Levata di scudi, dopo il decreto ministeriale del 22 dicembre, da parte dei presidenti delle 10 regioni che avevano promosso l'azione refenderia sul complesso e variegato tema delle competenze in fatto di politiche energetiche nazionali e, in particolare, sulle autorizzazioni alle prospezioni prima e alle trivellazioni poi nell'Adriatico e nello Ionio.
Tremiti colleg
 
 
"La Regione Puglia presenterà ricorso per conflitto di attribuzione con riferimento al modo in cui l’emendamento alla legge di stabilità presentato dal Governo ha inciso sullo Sblocca Italia: non assecondando la volontà referendaria, ma in senso opposto", dichiara il presidente Michele Emiliano con riferimento alle autorizzazioni alle ricerche di idrocarburi  nel mare Adriatico e Ionio. “Le Regioni proponenti i referendum - aggiunge - non devono fare passi indietro. Dovranno elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato davanti alla Corte Costituzionale”.
 
Federica Guidi 500
 
Il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha provato a gettare acqua sul fuoco, dopo la pubblicazione delle reazioni a caldo dei presidenti di Regione, ricordando che le procedure erano ben note a tutti, a partire proprio dal presidente Emiliano: “Non c'è nessuna trivellazione”, non si prevede, alcun tipo di perforazione e quei permessi riguardano una zona di mare ben oltre le 12 miglia dalla costa e anche dalle isole Tremiti".

“Il permesso di ricerca concesso alla società Petroceltic - ha spiegato il ministro Guidi - riguarda soltanto, e in una zona oltre le 12 miglia, la prospezione geofisica e non prevede alcuna perforazione che, comunque, non potrebbe essere autorizzata se non sulla base di una specifica valutazione di impatto ambientale". 

“La legge di Stabilità, -  aggiungeva Guidi - venendo incontro alle richieste referendarie, ha escluso qualsiasi nuova ricerca entro le 12 miglia dalle coste. Il permesso alla Petroceltic non ha quindi nulla a che vedere con la legge di Stabilità visto che si tratta di ricerche al di fuori del limite delle 12 miglia”. Guidi ribadisce: “nessun altro permesso di ricerca, in nessun’altra parte del Paese, è stato rilasciato alla vigilia dell’approvazione delle legge di Stabilità”.
 
Il presidente della Regione Puglia, con riferimento alla nota del ministro Federica Guidi, ha precisato: "Certo che della questione in generale sono ben informato, visto che è da luglio scorso che stiamo portando all'attenzione del ministero e del governo le ragioni a tutela del nostro mare". 
Ryanair Puglia Emiliano
 

 

"Ma in nessuna occasione - ha ribadito - sono stato avvisato dal Ministero dello Sviluppo economico che in data 22 dicembre 2015 sarebbe stata concessa la dodicesima autorizzazione alle prospezioni finalizzata alla ricerca di idrocarburi in Puglia. Anzi, le interlocuzioni tra il governo e le regioni, che hanno chiesto il referendum, erano nel senso di ritirare tutte le autorizzazioni concesse fino a quel momento".

 
"L'autorizzazione del 22 dicembre, pertanto, contraddice tali propositi sui quali si era tentata una riconciliazione tra governo e regioni", sostiene Emiliano, "La posizione delle regioni italiane che hanno chiesto il referendum è chiara dal primo momento ed è contro le ricerche petrolifere nel mar Adriatico e Ionio mediante la tecnica dell'Air-gun, fortemente invasiva e pericolosa per l'ambiente. La posizione del governo invece non è ancora chiara. Vogliono accogliere la volontà referendaria attraverso emendamenti alla legge vigente? Se è così lo facciano senza concedere altre autorizzazioni e revocando quelle già concesse . Altrimenti deve essere il popolo italiano attraverso il referendum a pronunciarsi".

Quindi, secondo Emiliano, a proposito delle autorizzazioni alle ricerche petrolifere al largo delle Isole Tremiti: “Si dovrà iniziare subito la campagna referendaria, valutando tutte le altre iniziative necessarie alla tutela del nostro mare”.

Trivelle Pelagosa
 

“L'emendamento è stato formulato e approvato senza neppure uno straccio di dichiarazione politica di pentimento, da parte del governo e della sua maggioranza, sulla intenzione di dare impulso alle ricerche petrolifere nei nostri mari. Così come è incredibile che il governo non abbia pubblicamente spiegato la decisione di rilasciare le autorizzazioni al largo delle Tremiti”.

L'emendamento natalizio - aveva detto in precedenza - ha “scippato al popolo italiano la possibilità di esprimersi in sede referendaria sul punto di restituire o meno alla Conferenza delle Regioni il potere di decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera”.
 
Il Mise col decredo del 22 dicembre scorso ha rilasciato altri permessi di prospezioni (propedeutici a eventuali successive trivellazioni) a scopo di ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti, nel Golfo di Taranto, a Pantelleria e a Ombrina Mare, per cui Emiliano e gli altri presidenti di Regione sollecitano il Governo “affinchè revochi tutte le autorizzazioni”.
Zaia Arrabbiato ape
 
 
Anche il Presidente della regione Veneto, Luca Zaia, è contrario alle trivellazioni in Adriatico e ricorda che “Il Veneto e altre nove Regioni, circa la metà d’Italia, non ci stanno e chiedono, a nome dei loro cittadini, di fermare questo pericoloso scempio i cui rischi superano di gran lunga i presunti benefici”.

E poi rincara, allargando l'esame: “Il Governo dovrebbe fare una profonda riflessione autocritica, ascoltare chi i territori li conosce meglio come i Presidenti delle dieci Regioni in questione, e non guardare solo all’Italia, ma adoperarsi in campo internazionale perché finiscano le trivellazioni in Croazia, dato che non esiste un confine politico per la difesa del futuro dell’Adriatico e delle terre che vi si affacciano”.

“L’articolo 239 della Legge di Stabilità - conclude Zaia - ha falcidiato, ma non ucciso, i sei referendum proposti dalle Regioni. Uno è rimasto in piedi. Su quello, e sull’attenzione che non dubito porrà la Consulta ad un problema così grave e ad un rischio così imminente, contiamo molto. Pur sapendo, e lo abbiamo visto con questi decreti di fine dicembre, che la battaglia sarà difficile e lunga”.

(gelormini@affaritaliani.it)
 
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