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Riforma Territoriale della Regione Puglia
Oltre con Fitto, con Emiliano e Nunziante

Per una fortuita combinazione i fittiani pugliesi si ritrovano a svolgere un ruolo di primo piano per il varo della prima vera Riforma della Regione Puglia, quella del Sistema regionale e territoriale. I presidenti di  Upi e Anci Puglia e della Settima commissione del Consiglio regionale, Antonio Gabellone, Luigi Perrone ed Erio Congedo, sono espressione dei Conservatori e Riformisti. Per questo motivo il gruppo regionale, guidato da Ignazio Zullo, ha voluto dedicare un incontro per analizzare  con i propri parlamentari e amministratori locali il Disegno di Legge con gli autori dello stesso, il presidente della Regione Puglia, Michele  Emiliano, e il suo vice, Antonio Nunziante.

Gabellone e Congedo hanno ricordato che le perplessità del gruppo risalgono al varo della Legge Delrio (56/14), che non avendo davvero abolito le Province le ha di fatto, attraverso i continui tagli e prelievi forzosi, condannate a una lunga agonia amministrativo-gestionale. Consapevoli che la Riforma oggetto della discussione - che deve essere approvata entro e non oltre il 31 ottobre prossimo, per evitare commissariamenti e sanzioni da parte del Governo centrale - entrambi auspicano una maggiore chiarezza da parte della Regione non solo nell’elencare le funzioni eccedenti che intende continuare delegare alle Province, ma anche su quelle fondamentali perché non vi siano equivoci di sorta nello svolgimento, in modo particolare per quello che concerne l'ambiente. Così come venga meglio chiarito il ruolo che avranno le Agenzie che potrebbero avere molto più potere di quello che oggi appare a discapito di altre Istituzioni.

Da qui la domanda pertinente del consigliere della Bat ed ex presidente della Provincia, Francesco Ventola, a Emiliano e Nunziante su quale sia la loro vera intenzione: avere enti di area vasta forti o deboli? La risposta è tale che inevitabilmente viene delineato il reale ruolo degli enti attraverso le funzioni che si intende davvero delegare. 

Il consigliere tarantino Renato Perrini si è, invece, soffermato sulla necessità che i dipendenti delle Partecipate (a Taranto è esplosa la vertenza Isolaverde e  a Lecce quella di Albaservice anche in termini di ordine pubblico, oltre che occupazionale) non vengano abbandonati dalla Regione al loro destino, anche lì dove la competenza nella soluzione dovesse essere di natura statale.

Il capogruppo Ignazio Zullo ha, infine, richiamato il governo regionale a non dimenticare che in ballo in questa nuova Riforma non ci sono solo il futuro dei dipendenti provinciali e di quelli che da vincitore di concorso o da precari aspettano di essere assunti dalla Regione, ma la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini a cominciare dalle Scuole per finire alle Strade che senza manutenzione potrebbero diventare un pericolo per l’incolumità degli studenti e degli automobilisti.

Sia il presidente Emiliano, sia il vice Nunziante hanno apprezzato l’iniziativa di OLTRE CON FITTO, ribadendo che questa Riforma non riguarda la maggioranza o l’opposizione, ma il funzionamento della macchina Puglia in tutte le sue componenti.

Nunziante ha garantito che per quanto riguarda il personale che dovrà transitare in Regione priorità sarà data ai dipendenti delle Province, cifre alla mano si tratta di 342 dipendenti provinciali che non svolgono più funzioni fondamentali e quindi saranno assorbiti a livello regionale. La situazione più pesante rimane comunque quella dei dipendenti dei Centri per l’Impiego, 542 persone, che dovrebbero confluire in un’agenzie nazionale ma con una partecipazione economica alla spesa, che unita alla quella della polizia provinciale, ovvero 280 agenti, peserà  sulle casse della Regione per oltre sei milioni di euro in più.

Complessivamente, secondo Nunziante, il totale “funzionamento delle funzioni” potrebbe costare alla Regione Puglia 70 milioni di euro. Il che pone un problema di salvaguardia del Bilancio, tenuto conto che 187 vincitori di concorso per dirigenti aspettano di essere assunti dalla Regione entro tre anni. Mentre rimane ancora in ballo, alla Corte Costituzionale, la legge sulle Stabilizzazioni operate dalla Giunta Ventola.

Appare quindi chiaro che la Riforma che entro fine mese si andrà ad approvare è volutamente a “maglie larghissime”, ha detto Nunziante, proprio per fare in modo che in quelle maglie si possa procedere con decreti attuativi il più compatibili con le singole realtà territoriali e con le emergenze occupazioni e non che vi sono.

(gelormini@affaritaliani.it)