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Rinnovabili, la Capitanata scoppia di energia suo malgrado

di Tangrosso Ennio

Andare in questo 'storico' lembo di Puglia e guardare le colline e la campagna, per cogliere tutto il disastro causato nel volgere di pochi anni.

L’informazione contemporanea è talmente strabordante che sui tanti argomenti trattati, anche contemporaneamente da migliaia di voci, si perde sia il senso delle cose che la consequenzialità di fatti.

Ingrid eolico TROIA

Da queste pagine più di una volta nel coso degli ultimi dieci anni è stato affrontato il tema degli impianti di produzione di energia “alternativa”, in Puglia particolarmente.

Non era una novità e nemmeno una anticipazione quando, già due lustri orsono, si gridava a ragione ed in maniera circostanziata al disastro ambientale che si stava perpetrando nella Provincia di Foggia e nello specifico sui Colli Dauni. L’esagerata e sconsiderata implementazione di campi eolici e subito dopo di quelli fotovoltaici non era una profezia: era una constatazione.

Non c’era e non c’è bisogno di essere degli esperti, o di fare studi e ricerche specifiche, basta andare in questo lembo di Puglia e guardare le colline e la campagna, per cogliere tutto il disastro causato nel volgere di pochi anni.

foto3 Emiliano a Troia

Qualche giorno fa, a firma di Fabio Modesti, su blog e pagine web, si è letto un articolo dal titolo: “La caduta di Troia”, il catenaccio recitava: “Il territorio della storica città dauna sembra essere destinato ad essere ricoperto di impianti industriali … l’invasione è cominciata da anni…” alla buonora! (https://www.fabiomodesti.it/rinnovabili-la-caduta-di-troia/)

Lo stesso articolo ricorda che l’agro di Troia ospita il più grande parco fotovoltaico d’Italia, e sarebbe stato bene aggiungere che lo stesso ospita anche il maggior numero di pale eoliche d’Italia; a questi due record vanno aggiunti una centrale elettrica della Terna, che si estende su di una superfice di centomila (100.000) metri quadrati ed un impianto sperimentale di conservazione di energia in “formato solido”, mediante l’uso dell’idrogeno.

Ora, dire che tutto questo è troppo è altresì strabordante, è potenzialmente pericoloso per il territorio e per la salute delle persone, lo trovereste fuori luogo? Dire che bisogna mettere fine a questa follia, è da ecologisti sconsiderati, irragionevoli è fuori dalla grazia di Dio?

giardinetto8

Certo, pare che il Consiglio comunale della cittadina dauna, finalmente, voglia elevare timide e delicate proteste verso Bari, nella supplice speranza che il presidente Emiliano - nella sua immensa bontà - volga lo sguardo verso i colli Dauni ed intervenga ad arginare il completo soffocamento di una intera parte della provincia di Foggia, ormai ridotta a carcassa spolpata dell’Industria Energetica.

Come in ogni situazione, ciascun soggetto intervenuto porta la croce delle sue responsabilità: l’Amministrazione Locale ha notevolmente favorito l’insediamento degli impianti, anche se solo adesso si accorge della dismisura; i cittadini troiani sono stati ben lieti di sottoscrivere i contratti per i campi eolici o quelli fotovoltaici, per incassare gli affitti dei terreni; la Regione Puglia non vedeva l’ora di trovare spazio da mettere a disposizione degli impianti, considerando i Colli Dauni il pezzo meno pregiato del suo territorio; infine, l’Industria Energetica ha trovato il luogo ed il clima sociale che meglio favoriva la propria pervasività.

Eppure lo stesso Governatore pugliese, in piena campagna elettorale 2020, aveva annunciato coram populo che il suo Ente investiva 23 milioni di euro per bonificare “Giardinetto”, una ex fornace, trasformata in discarica di rifiuti tossici, per restituire salubrità al territorio troiano, e più di una volta si è recato sul posto per verificare di persona lo stato dei fatti e L’evolversi (o involversi) della situazione.

Porto Torres fotovoltaico

C’è da dire, però, che adesso anche il più fesso dei pugliesi si chiederebbe come mai Emiliano investe ben 23 milioni di euro della collettività, per dissotterrare - giustamente - 54 mila tonnellate di scarti industriali velenosi, per bonificarli, e non si accorge che per raggiungere Giardinetto deve fare una forsennata gimcana, tra torri eoliche e pannelli fotovoltaici, che proprio buona salute non fanno?

A Bari si direbbe che Emiliano: “a do’ luce e do’ fruce”, se si vuole essere buoni; altrimenti, a pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si prende. Insomma, non ci si può ergere a tutori del territorio da una parte e non vedere cosa succede nello stesso luogo dall’altra.

Ingrid Plant

Se Emiliano tiene alla Puglia intera, non ha che da andare sui Colli Dauni, vedere e operare di conseguenza; se il Consiglio Comunale di Troia ci tiene, formulerà ferme e forti proteste istituzionali fino a coinvolgere il Governo Nazionale, e se è il caso anche oltre e altro; se i cittadini troiani o quelli dauni hanno a cuore il loro territorio, si facessero sentire: le forme di opposizione e di protesta pacifica sono innumerevoli.

Se tutto questo non è, come tutti sanno, allora ognuno sarà artefice del proprio destino e quanto si dice, si scrive e si vede servirà solo per fare un po’ di: Ammuina.

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Pubblicato sul tema: Casili (M5S), nota sui mega parchi fotovoltaici in Salento