Contenitori per conservare scrigni preziosi, che a loro volta custodiscono tesori inestimabili. E’ questa la realtà rappresentata dalla maggior parte dei musei: diocesani, capitolari o civici che siano e che nella loro funzione di tutela, valorizzazione e trasmissione del patrimonio - alle generazioni che si susseguono - svolgono uno dei compiti più nobili e indispensabili, per tenere in vita quel particolare sentimento comunitario stigmatizzato nella definizione di Amor loci.
Quello del Tesoro capitolare dell’antica e importante Diocesi di Troia, oggi Diocesi di Lucera-Troia, supera concetti e dimensioni relativi alle misure di scrigno, contenitore o collezione, per proporsi come una vera e propria “miniera”, per la ricchezza e il numero di documenti, manufatti, reliquie e suppellettili liturgiche custodite e accumulate nei secoli nei suoi armadi e nelle sue teche.
Nel Sancta Sanctorum di questa miniera - odierno fulcro del polo museale troiano, sorto con i fondi destinati dalle Fondazioni di origine bancaria aderenti all’ACRI (Associazione delle Casse di Risparmio Italiane), per la realizzazione del Distretto Culturale Daunia Vetus - restano esposti frammenti di rarissime pergamene, cinquecentine, argenti, paramenti sacri ed altre opere di rilevante valore artistico, storico e devozionale.
Il libro-catalogo di Rita Mavelli “Il Tesoro della Cattedrale di Troia - Gli argenti” - Claudio Grenzi Editore, 2017 si incastona tra le testimonianze di ricerca, di classificazione e di documentazione storica, quale primo di una serie di pubblicazioni auspicabili su ciascuno dei molteplici settori, in cui è suddiviso questo patrimonio museale, definito già nel cartiglio marmoreo della sua sala principale: Thesaurus thesauro conditur.
Il libro presentato nella Sala Auditorio del Museo Capitolare Troiano dalla stessa Autrice, dal Vescovo della Diocesi Lucera-Troia, Mons. Giuseppe Giuliano, dal Sindaco di Troia, Leonardo Cavalieri, dal Presidente della Fondazione Banca del Monte Foggia, Saverio Russo, e dal Presidente del Capitolo della Cattedrale di Troia, don Leonardo Catalano, in un incontro moderato dall’Assessore alla Cultura del Comune di Troia, Fausto Aquilino, vede finalmente la luce dopo alcuni anni di sofferto lavoro, per il reperimento di fonti e riferimenti documentali, mettendo in evidenza evoluzioni ed espressioni artistiche della collezione argentea, non solo dal punto di vista liturgico, la cui committenza e le cui donazioni - come ripete un antico adagio popolare locale - “Hanno fatto (la) Storia!”
Un supporto altrettanto “prezioso” al Museo, organizzato per raccontare ai visitatori come la devozione di generazioni locali abbia saputo - nel corso dei secoli - rinnovarsi e manifestarsi in forme di arte e di bellezza non comuni. Grazie anche all’imprimatur segnato da alcuni epìscopi che dalla loro Cathedra hanno testimoniato amore e generosità per questa comunità cittadina.
Dallo stesso Vescovo Guglielmo II fondatore della Cattedrale, che dà il via all’arricchimento della Biblioteca Capitolare, a Mons. Giacomo Cavalieri, che qualche secolo dopo - applicando i dettami del Concilio di Trento - esalterà, anche con la sua qualificata committenza, le pratiche di culto e di adorazione legate ai sacramenti della Penitenza (o Confessione) e dell’Eucarestia.
Dal doppio binomio episcopale dei Pandolfini (Giannozzo e Ferdinando) e dei Rebiba (Scipione e Prospero), i cui mandati furono in qualche modo condizionati dalle case regnanti partenopee, in particolare durante l’accertamento della consistenza del patrimonio museale, a Tommaso Passero e ai vescovi più recenti, che provvidero a rivendicare antichi e rari privilegi che la Diocesi vantava sin dal Medioevo, ed alla reintegrazione di alcuni “vuoti” della collezione argentea con altrettanti e pregevoli manufatti in copia.
Il libro di Rita Mavelli, pregevole nei contenuti e nella veste editoriale confezionatagli da Claudio Grenzi Editore, potrebbe assumere persino una sorta di funzione “virtuosa”, se riuscisse a stimolare - in linea con le sollecitazioni provenienti dall’AMEI (Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani) - anche nella piccola ma gloriosa Diocesi di Lucera-Troia la pratica del “Se scambio, cambio”.
Un modo per animare e vivacizzare l’attività e la proposta museale attraverso il gioco di sponda di scambi temporanei, per favorire attenzioni e attrazioni verso visitatori, viaggiatori e fedeli. Lo scambio come arricchimento reciproco. Accettare lo scambio, per vivere l’opportunità della relazione, dell’ascolto e del dialogo. Un modo come un altro per non rimanere vincolati a un passato auto-celebrativo e innescare processi di cambiamento, che fanno leva su quel passato, per testimoniarne la modernità della forza comunicativa.
I nostri musei hanno un bisogno vitale di aprire porte e finestre, per arricchirsi di nuovi respiri, di far entrare chi non li conosce e/o, ancor di più, chi pregiudizialmente li evita. Cercare il confronto, per dialogare con altre realtà non solo ecclesiastiche, sperimentando nuove forme di interazione. Compito arduo, ma come l’utopia di Eduardo Galeano una linea d’orizzonte da provare a raggiungere, i tentativi contribuiranno a farci avanzare nel percorso quotidiano e misericordioso della ricerca del prossimo e in quella più articolata della nostra identità territoriale.
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